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  • Pecci per CM: 'Diego, mentre dipingevi la Cappella Sistina ti ho portato un tubetto di colore. E sono entrato nella storia'

    Pecci per CM: 'Diego, mentre dipingevi la Cappella Sistina ti ho portato un tubetto di colore. E sono entrato nella storia'

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi

    Eraldo Pecci e Diego Maradona sono stati compagni di squadra nel Napoli 85-86. Nella magica punizione del 10 contro la Juve c’è un tocco proprio di Pecci e in questo ricordo bellissimo che Eraldo ha scritto per noi, un ricordo che si legge come una struggente preghiera al Dio del calcio, l’episodio viene descritto nel modo più adeguato a Diego: con una pennellata.

    "Riposa in pace Pibe de Oro. So che ti disturberanno spesso perché morendo sei diventato immortale.

    Riposa in pace amico di una stagione e per sempre. Grazie per la tua purezza ideale, per la tua generosità, per il tempo che hai speso per noi. Nessuno che ti ha frequentato non ti ha apprezzato, ma chi non ha avuto la fortuna di conoscerti personalmente, pur riconoscendo la tua arte e la tua magìa, trova qualcosa da contestarti.

    Riposa in pace Diego, il tempo ti renderà giustizia. I geni hanno bisogno di tempo per essere capiti da normali umani come noi, di esempi ne è piena la storia, ma alla fine rimane l’opera, fermo restando che tu agli altri hai fatto solo del bene. Un giorno Dio ti ha messo la mano sulla testa e ti ha detto: “Vai sulla terra e porta gioia giocando a calcio” e tu lo hai fatto come meglio non si poteva fare. Ti sei donato a tutti, specialmente agli ultimi, così appuntandoti sul petto una ulteriore medaglia. Essendo uno scugnizzo nato a Buenos Aires hai usato quella mano che Dio ti aveva appoggiato in capo per fregare gli inglesi colpevoli di aver rubato le Malvinas al tuo amato Paese. Il giorno del tuo sessantesimo compleanno eri ancora scugnizzo quando hai dichiarato che come regalo avresti voluto segnare un gol all’Inghilterra con l’altra mano. Ora sei tornato dal “barba”, è finito questo gioco di mani e anche di piedi, purtroppo.

    Riposa in pace amico. Mentre dipingevi la Cappella Sistina, ovvero la punizione alla Juve, io ti ho portato un tubetto di colore e tutti si ricordano di me in quel momento più che per tanti anni di carriera, perché tutto quello che tu facevi era magico e irripetibile e coinvolgeva un mondo, il nostro mondo, il calcio. Tu sei il Calcio.

    Hola Diego, la terra ti sia lieve".


     

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