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  • Il Sarri della Juve sempre più lontano da quello di Napoli e vicino ad Allegri: col Lecce due punti buttati

    Il Sarri della Juve sempre più lontano da quello di Napoli e vicino ad Allegri: col Lecce due punti buttati

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Sabato scorso, dopo l’affannosa vittoria sul Bologna, mi ero permesso di fare una disamina della partita della Juve che Sarri ha definito “drammatica”, pensando di essere spiritoso, un vezzo che hanno quasi tutti i toscani. Peccato non essere stato in studio a Sky per chiedergli come avrebbe definito il pareggio (1-1) in casa del Lecce, due punti buttati letteralmente nell’immondizia, dopo una partita giocata sotto ritmo e caratterizzata da errori di Dybala, Bernardeschi (anche questa volta tra i peggiori) e dell’arbitro Valeri. Se, infatti, la Juve può recriminare per un rigore non concesso ad Emre Can all’inizio di partita, ne ha avuto uno, dopo cinque minuti della ripresa, che probabilmente non c’era. Il fallo di Petriccione su Pjanic è molto presunto visto che il leccese si oppone nettamente alla palla e solo in un secondo tempo tocca il bosniaco. Valeri prima ha concesso la punizione del limite, poi, richiamato dal Var, ha constatato che l’impatto era stato in area. Rigore quindi, ma discutibilissimo.

    Molte discussioni genererà anche il tocco di mano di De Ligt (pasticcione come al solito) che, oltre a non essere volontario (e l’involontarietà esiste ancora nel regolamento), non è stato provocato da un braccio giudicabile come innaturale. Tuttavia a questo tipo di rigori ci stiamo abituando e non mi sembra il caso di gridare allo scandalo. Scandalosa, casomai, è stata la partita della Juve che, pur avendo sempre la palla, è riuscita a segnare solo un gol e per di più su rigore. Fossi in Sarri non mi attarderei sui tiri fatti (un suo must, a volte dopato da numeri tutt’altro che attendibili, come è stato contro la Lokomotiv) o sul comando della gara. Non vincere a Lecce e contro una squadra tanto modesta (era priva anche di Falco, il suo migliore elemento) e che, dopo un quarto d’ora, si è ritirata nella propria metà campo, è un’impresa di cui non menare alcun vanto. Allo stadio di Via del Mare fino a sabato avevano vinto tutti e senza neanche troppa fatica.

    La realtà è che la Juve ha più di un problema e Sarri non lo sa o finge di non saperlo. La squadra non assomiglia neanche lontanamente al suo Napoli (anzi, forse al peggior Chelsea) e, una volta in vantaggio, smette di giocare esattamente come faceva con Allegri. Solo che Allegri vinceva quasi sempre, mentre Sarri ha già raccolto due pareggi dove gli altri hanno vinto (il Napoli a Firenze, per esempio) o vinceranno (scommettiamo su come finirà Lecce-Inter?). La partita è stata brutta, monocorde, lenta e prevedibile. E’ rientrato Danilo, ma forse sarebbe stato meglio De Sciglio. Danilo ha avuto due occasioni per segnare, ma sulla prima si è lasciato cadere colpevolmente in area, mentre sulla seconda (assist di Dybala), anziché tirare, ha scelto un cervellotico passaggio a Bernardeschi.

    A centrocampo hanno cominciato Pjanic, Bentancur e Emre Can e hanno finito Khedira e Rabiot ai lati di Bentancur (colpo al costato nel finale). Nessuno ha giocato ad un livello accettabile, forse ha inciso anche il caldo, ma l’assenza di Pjanic, fuori quasi sicuramente contro il Genoa per un problema muscolare, peserà più della presenza di eventuali sostituti. Soprattutto se sono questi. Bernardeschi ha fatto un assist delizioso a Dybala (e Dybala si è fatto deviare il tiro da Gabriel) e nella ripresa ha colpito un palo. Sfortunato? No, colpevole di avere anticipato il tiro dopo aver saltato in uscita il portiere avversario. Dybala mi è sembrato in palla come contro la Lokomotiv, ma il gol su rigore non sana un paio di gravi errori sottoporta. E’ vero che avrebbero potuto segnare anche Bonucci e Higuain (al quale è stato annullato un gol con il Var nel primo tempo per fuorigioco), ma è altrettanto vero che una squadra incapace di gestire un vantaggio piovuto dal cielo (il rigore del Lecce è arrivato dopo appena sei minuti) non merita di vincere. Ho scritto gestire perché questa Juve - scusate se insisto - è ancora “allegriana”, ma per nulla allegra.

    Come a Brescia, Ronaldo è rimasto a casa per recuperare, ma rimpiangerlo non ha senso. Sia perché è in condizioni tutt’altro che buone. Sia perché vincere a Lecce si deve riuscire anche senza di lui. Il portoghese rientrerà sicuramente mercoledì anche perchè Higuain non sta affatto bene. Un’uscita di Gabriel gli ha provocato un taglio in fronte e, pur avendo giocato gli ultimi minuti con la testa fasciata, alla fine è crollato a terra uscendo in barella. La situazione non sarà drammatica, come dice Sarri, però non è propriamente il massimo.




    LECCE-JUVENTUS 1-1, IL TABELLINO

    Marcatori: 5' s.t. Dybala rig. (J), 11' s.t. Mancosu rig. (L)

    Lecce (4-3-1-2): Gabriel; Meccariello (26' s.t. Rispoli), Lucioni, Rossettini, Calderoni; Majer (13' s.t. Tabanelli), Tachtsidis, Petriccione; Mancosu; Farias (1' s.t. Lapadula), Babacar. All. Coppola

    Juventus (4-3-1-2): Szczesny; Danilo (12' s.t. Cuadrado), Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Emre Can (26' s.t. Rabiot), Pjanic (21' s.t. Khedira), Bentancur; Bernardeschi; Dybala, Higuain. All. Sarri

    Arbitro: Valeri di Roma

    Ammoniti: 13' p.t. Calderoni (L), 18' p.t. Rossettini (L), 28' s.t. Mancosu (L), 34' s.t. Bernardeschi (J)

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