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  • Il sogno di Uribe:|'Chievo, che occasione'

    Il sogno di Uribe:|'Chievo, che occasione'

    Sui cieli dell'Atlantico ha pensato alle parole di Mario Yepes: «Vai al Chievo, fai la cosa giusta». Questa mattina Fernando Uribe aprirà gli occhi e avrà modo di toccare con mano. L'attaccante colombiano è reduce da un lungo viaggio dalla Colombia all'Italia.
    In mezzo scali, attese, pensieri, parole. L'ex attaccante dell'Once Caldas è la nuova scommessa di Giovanni Sartori.
    Gli esperti di calcio dell'America Latina dicono che questo ragazzo valga oro.
    Uribe ha 23 anni, li ha compiuti il 1 gennaio. Con l'Once, squadra della città di Manizales, ha appena vinto il titolo di campione di Colombia.

    Fernando c'ha messo del suo realizzando gol pesanti. Tanti gol. Per la precisione: 24 in 36 partite giocate nel 2010. Decisamente una bella media.
    Originario della città di Pereira, ha iniziato a tastare il calcio vero con il Girardot, poi è passato al Cortuluà, stessa squadra nella quale ha militato in passato il giovane Yepes.
    Quindi è arrivata la chiamata del Deportivo Pereira, prima del passaggio all'Once.
    Uribe ha fisico asciutto, muscoli pronunciati, ottima esplosività e buon senso del gol. Sulla schiena portava stampato il numero 20.
    Capelli cortissimi color della pece, viso scolpito nell'ebano, un sorriso abbagliante.
    Quando segna festeggia in maniera sempre diversa. Mani alle orecchie: per ascoltare le grida del popolo che lo festeggia. Oppure crea con la gestualità delle mani due occhiali immaginari per mettere a fuoco la gente che lo segue nella danza del gol.
    Uribe ha raggiunto Bogotà prima di salpare dal continente sudamericano. Ha toccato terra in Spagna, a Madrid.
    Poi ha scelto la soluzione migliore per arrivare quanto prima a Verona. Ha preso un biglietto per Roma e nella tarda serata di ieri ha raggiunto la destinazione fissata.
    Non si aspettava di trovare un vento freddo ed una temperatura inclemente ad accoglierlo. Di sicuro, dodici ore prima se la passava meglio a Bogotà, visto che la colonnina di mercurio al suolo misurava 15 gradi. Stanco e sotto effetto del jet lag oggi sottoscriverà un contratto triennale con il Chievo. Almeno, queste dovrebbero essere le indicazioni di massima.
    Inizialmente si era parlato di un'acquisizione del 50 per cento dei diritti sportivi del giocatore. Ma non sarà così. Il costo dell'operazione dovrebbe aggirarsi intorno al milione di dollari. L'ingaggio del giocatore non dovrebbe superare, invece, i duecentomila euro.
    Prima della partenza per l'Italia si era parlato molto della vertenza nata tra l'Once Caldas (club che aveva in prestito il giocatore) e il Cortuluà (società che detiene i diritti sportivi di Uribe).
    Di fatto l'Once vantava, almeno a suo dire, un diritto di riscatto, dal quale, però, Uribe ha voluto recedere.
    E oggi consegnerà, per visione, al Chievo, un documento datato 12 novembre che di fatto lo rende libero da qualsiasi tipo di pretesa avanzata dal suo vecchio club.
    Che comunque si era mosso appellandosi a Tas e Fifa. Ma il problema sembra essere stato superato definitivamente.
    Uribe è stato accompagnato in questo viaggio dai suoi angeli custodi: Oscar Ignacio Martan e Helmut Wennin, uomini che curano gli interessi della nuova scommessa colombiana del Chievo.
    Le prime parole? «È una buona opportunità quella che mi si presenta, un'occasione importante per la mia carriera. Il Chievo, magari, è una società non molto famosa ma che forma bene i calciatori», ha precisato. «E da lì ne escono molti per i grandi club d'Europa. Proprio per questo motivo spero di vivere un grande 2011 e di poter essere convocato anche dalla nazionale colombiana. Mario Yepes? Lui è stato al Chievo prima di me e in gran parte ha collaborato perché il sogno diventasse realtà. Lui al club ha dato buone referenze su di me».
    Oggi, dunque, dovrebbe arrivare la firma. Poi il riposo, la visita ai compagni, il contatto con Peschiera.
    Domenica, in occasione della gara contro il Genoa, Uribe sarà in tribuna da spettatore. L'ultima volta prima di iniziare la grande avventura.


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