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  • Il sottosegretario Giro|: 'Stadio a Tor Vergata'
Il sottosegretario Giro|: 'Stadio a Tor Vergata'

Il sottosegretario Giro|: 'Stadio a Tor Vergata'

Onorevole Francesco Giro, lei da sottosegretario ai Beni culturali un anno fa si oppose al progetto di un nuovo stadio della Roma. Perché ne riparla oggi? «Perché ora la legge sugli stadi ha ripreso una marcia spedita, anche se il relatore, Claudio Barbaro, è un finiano... Ho voluto lanciare un messaggio al Comune, che dalla legge avrà molti benefici, e alle società: si facciano trovare pronte».

Cosa aveva di sbagliato il progetto Sensi? «Sembrava la Fontana di Trevi di Totò... Concepito in un’area sbagliata (la Massimina, ndr), con vincoli ambientali e nei pressi di una delle Centralità contenute nel piano regolatore. Impossibile costruirlo lì, tanto che quel plastico è rimasto nel cassetto. Oggi c’è un’area, a Tor Vergata, vicino al progetto di Calatrava, senza alcun vincolo, subito a disposizione. Lì uno stadio si farebbe in tre anni. Le zone di Ponte Galeria e Centrale del Latte, invece, presentano dei problemi, ma se ne può discutere».

Ma lei parla di uno o due stadi? «Un nuovo impianto dedicato al calcio è doveroso, anche in vista di Roma 2020. Non so chi ne diventerebbe il proprietario, se Roma, Comune, o entrambi. La Lazio? È ben accetta, a patto che Lotito abbandoni il suo progetto sulla Tiberina. Capisco che è un terreno del suocero, malì è proprio impossibile costruirlo».

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