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  • Il super Empoli non era merito di Sarri

    Il super Empoli non era merito di Sarri

    Okay, Sarri è bravo. Anzi, è bravissimo, perché non è solo preparato sul piano tecnico-tattico (questo ce l'aveva già dimostrato) ma sa anche trattare i calciatori sul piano umano e psicologico: se qualcuno aveva dubbi, pure legittimi, l'allenatore li ha cancellati per l'autorevolezza con la quale ha preso in mano uno spogliatoio pieno di campioni come quello del Napoli.

    Eppure, il super Empoli di Sarri non era merito di Sarri. Lo abbiamo visto quest'anno, è bastata una manciata di partite per comprenderlo in modo definitivo. Al posto di Sarri è arrivato Giampaolo, che certamente si è avvalso del lavoro straordinario del predecessore. Però, attenzione, dal club toscano non se n'è andato solo l'allenatore, ma è partita anche mezza squadra: tre quinti della difesa (Sepe, Hysaj, Rugani), due terzi del centrocampo (Valdifiori, Vecino), più due semi-titolari (Verdi e Tavano). Giusto mezza squadra, come dicevamo. Difficilissimo ripartire, dopo una rivoluzione del genere. Pensate, ad esempio, a quanto ha sofferto la Juventus - che ha preso dei campioni per rimpiazzare quelli partiti in estate - prima di ritrovare il giusto passo.

    Eppure l'Empoli non cammina bene come l'anno scorso: va meglio. Con la vittoria di ieri sera a Bologna, al termine di un'altra esibizione gioiello, ha messo in fila quattro vittorie consecutive e s'è arrampicato addirittura al sesto posto in classifica, in piena zona-Europa, non solo davanti al Milan - e vabbè, questo ci può stare - ma a due soli punti di distacco dalla Roma, aspettando le partite di oggi.

    Giampaolo sta lavorando sicuramente in modo straordinario, i risultati sono sensazionali, eppure questo non è il suo Empoli, così come quello dell'anno scorso non era l'Empoli di Sarri: l'Empoli è dell'Empoli, una società seria e sana, soprattutto una società che sa scegliere i suoi calciatori e i suoi allenatori.

    Stefano Agresti
    @steagresti


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