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  • Il Toro senza Ogbonna si salva con l'organizzazione

    Il Toro senza Ogbonna si salva con l'organizzazione

    • A.S.

    Manca Ogbonna, e il Toro ne risente. E' fuori di dubbio. Se ieri i granata sono riusciti a mantenere la porta inviolata è solo grazie a Gillet e ad una serie di fortunate coincidenze. Le stesse coincidenze che, sfavorevoli in altre occasioni, hanno impedito al Toro di andare incontro ad un risultato pieno contro l'Udinese e anche solo 'parziale' contro l'Inter. L'assenza di Ogbonna però si è sentita eccome nel reparto arretrato granata. La sua 'regia' e la sua presenza sono venute a mancare improvvisamente, con scarso tempo per lavorarci su, anche se Ventura durante la settimana - forse avendo qualche presagio negativo - aveva insistito molto sulla coppia Di Cesare-Rodriguez.

    E' vero: nessuno di questi due centrali ha sfigurato in modo particolare, anzi. Entrambi hanno disputato una buona gara, ma la differenza tra un giocatore 'normale' ed un campione si vede nei dettagli e nelle piccole cose: Ogbonna nel Toro è unico, e non ce n'è uno che possa realmente sostituirlo. Per fortuna, la squadra di Ventura ha un'idea di gioco chiara; magari non spettacolare e bella, ma è pur sempre un'idea di gioco che non dà adito a dubbi a chi è in campo. Tutti sanno cosa devono fare e poco importa se questo significa passarla a Gillet una decina di volte, provocando l'ira del pubblico palermitano. Il gioco del Toro è questo ed è la salvezza di questa squadra in momenti difficili come quelli di domenica dove, appunto, venivano a mancare oltre ad Ogbonna anche Darmian (squalificato) e Glik (reduce dall'impegno con la Polonia). Insomma, seppure non brillantemente e con qualche riserva (in tutti i sensi) il Toro ha superato un esame di maturità importante, pur conservando dentro di sé la speranza di non dover più fare a meno di Ogbonna durante questo campionato.

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