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  • Il volto triste di Messi è il termometro del Barcellona: Leo gioca da solo

    Il volto triste di Messi è il termometro del Barcellona: Leo gioca da solo

    • Andrea Distaso
    Il Barcellona è Messi. Quante volte è capitato di lasciarsi andare a questa affermazione per esaltare una grande prestazione, da trascinatore, della Pulce e magnificarne le doti di leader tecnico della squadra. Che non ha però lo stesso significato e valenza del leader carismatico, quello capace di scuotere i compagni anche soltanto con la sua personalità, con poche parole dette al momento giusto o con uno sguardo appena. Troppo spesso, ultimamente, il termometro del Barcellona è l'espressione del volto di Leo e quella di ieri sera, al Bernabeu, era una faccia rassegnata. Di chi sa di non poter essere da solo la risoluzione di tutti i problemi che attanagliano i blaugrana. Sotto lo sguardo del rivale di sempre Cristiano Ronaldo.

    LEO E' SOLO - Messi è il Barcellona, i 18 gol e 12 assist sul bottino stagionale complessivo in Liga della squadra di Setién sono lì a testimoniarla, ma il Diez si scopre ogni settimana più solo, dopo l'uscita di scena per infortunio dell'amico e compagno di reparto Luis Suarez. E l'ennesima recita impalpabile di un Griezmann che appare sempre più come un corpo estraneo alla squadra: tolti i gol all'Atletico Madrid in Supercoppa e al Napoli nella recente sfida di Champions League, il francese non incide nemmeno a livello di prestazione nelle sfide che contano. Si è "filosofeggiato" sulla sua incompatibilità caratteriale con Messi, un problema evidentemente sottovalutato quando la dirigenza del club ha deciso di scipparlo a Simeone per 120 milioni di euro.

    E' TRISTE - E così il peso della responsabilità continua a gravare su Messi, che nel frattempo corre verso i 33 anni, che ha cambiato il proprio modo di giocare, anche sotto l'aspetto atletico e del dinamismo. E che rende in un certo modo, salvo clamorosi e fantastici episodi isolati da ogni tipo di contesto tattico, se attorno a lui ruota una squadra con caratteristiche tecniche e tattiche ben precise. Il Real Madrid non vinceva un Clàsico dal 2016, Messi non lascia il segno nella madre di tutte la partite, in Spagna, dal 2017. E anche a Napoli, come in altre occasioni di rilievo, è stato a lungo spettatore non pagante. Con quello stesso volto triste, rassegnato, di chi sa di essere grande, grandissimo, probabilmente il più grande, ma anche di essere da solo il Barcellona. Capace di rompere gli equilibri con una giocata, con un ricamo, ma non sempre di accendere la miccia quando la squadra sta per affondare e ha bisogno del suo condottiero.

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