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  • Immobile, vuoi essere mio congiunto? La dignità dei lavoratori del calcio

    Immobile, vuoi essere mio congiunto? La dignità dei lavoratori del calcio

    • Luca Capriotti
    Gravina parla con la voce di Lotito. Forse Lotito, oltre ad essere virologo, è anche ventriloquo. L'ultima uscita del duo Gravina posseduto da Lotito è clamorosa: "Non firmerò mai la fine del campionato". Assurdo, vero? Immobile rincara e parla di chi ha stipendi bassi, cita i giornalisti. Allucinante, no? Lo dico a quella terra di mezzo, quella fetta di popolazione che, oramai convinta dalla linea populista e pilatesca di Spadafora, crede che il calcio sia racchiuso nel villone di Madeira appartenente a Cristiano Ronaldo. Vi svelerò una cosa: non ci sono solo veline e contratti milionari nella Nike nel calcio. Lo ha detto bene Immobile, uno che per fortuna non dice cose banali. Ci sono 300mila lavoratori. Non vi starò a dire la loro dignità: li sento, anche miei colleghi, tutti i giorni. Parlo di loro perché li conosco, ma so di Walter il magazziniere e Marco il fotografo e l'hostess carina e l'addetto stampa. Preoccupati, angosciati, con gli stipendi già ridotti, cassaintegrati. Pensate, vi svelo un altro segreto: un giornalista che ha da poco passati i 30 anni è fortunato se guadagna uno stipendio medio spendendosi per 3 collaborazioni diverse. E stanno saltando tutte. *Stipendio medio italiano, lo dico per i più ricchi che non ne hanno idea, è di 1400 euro spesso lordi. I nostri per raggiungerli devono fare incastri, equilibrismi, altro che alle 18 penna che cade. E adesso, di questi tempi, le collaborazioni cadono come mosche. Non vi sto a raccontare l'angoscia dei mutui o dei figli, non vi sto a raccontare comunque la speranza, comunque la dignità e la serietà. 

    Tanto lo abbiamo capito: fino al vaccino non esiste il rischio zero. E allora costruiamo scenari, paletti, no e protocolli. Seri, che siano in grado di ridurre al minimo. Che siano in grado di costruire uno straccio di piano, di riserva di idee, che non sia: chiudiamo i rubinetti se serve, se vi ammalate, nel frattempo parliamo un attimo dei congiunti. Immobile, vuoi essere mio congiunto? 

    Ok, ma non parliamo ovviamente solo di stampa, ma di migliaia di lavoratori tutti diversi, tutti aggrappati a questo carrozzone fermo. Che qualcuno vuole fermare. Anche col silenzio. Qualcuno ha visto Agnelli, di recente? Ha fatto l'accordo con i calciatori, ha dileggiato Lotito, firmato una lettera di richiamo con Ceferin e poi? Sparito. Il calcio forse non lo riguarda. Nessuno dei lavoratori. Nemmeno quelli che sono con lui. L'Inter? Qualcuno ha sentito Marotta, a parte con Agnelli pronti a fare il bulletto e sbertucciare Lotito? Forse sono troppo impegnati a progettare la loro SuperLega, per fare sentire la loro voce in un momento così delicato, così vitale per il calcio, così incerto. Che importa, con 4 mesi di stipendio tagliato le casse sono apposto, il pelo sullo stomaco da quelle parti non manca. È di famiglia.

    Mentre i media amici di questo Governo che non ha nessuna voglia di prendersi responsabilità cannoneggiano Lotito nel nome del popolo sovrano, ma poi gli operai in fabbrica come ci vanno, ah la Milano da bere, non abbiamo sbagliato nulla, e vai con lo struzzo che nasconde il testone povero di idee e scenari, il calcio rischia una crisi senza precedenti. Manda tutti a casa, specialmente gli ultimi, i più incerti, i contrattini. E non sa se, per la prossima stagione, il miracolo tanto atteso dal Governo (non è quella la strategia?) alla fine salvi campionato, atleti, appassionati, qualche stipendio, qualche mutuo. Non vi sto a dire la dignità di chi, in questi momenti tiene comunque la testa alzata. Non vi sto a dire la vergogna di certi silenzi, di certi club, di certe mani lavate col calcio, sporcate da errori, ritardi, picconate. Fosse anche no, non si riprende: non vi sto a dire la vergogna di questo ping pong, il cinismo del proprio orticello e la valanga di fango e ricorsi che ci attende. Gravina nel frattempo, stanco, strattonato, pressato, parla con la voce di Lotito forse. O forse sento male, ed è la voce dei miei colleghi, dei lavoratori a contratto breve, a partita iva. Non vi sto a dire la dignità. L'ultima rimasta, l'unica forse.

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