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  • In caso di scudetto Juve, sarebbe bello se il primo a felicitarsi fosse Allegri

    In caso di scudetto Juve, sarebbe bello se il primo a felicitarsi fosse Allegri

     

    Il gol di Muntari è diventato l'ossessione di Allegri che lo cita a ogni piè sospinto, come se fosse un mantra cui ricorrere per esorcizzare il sempre più probabile scudetto della Juve.

    Ormai non passa giorno e non c'è dichiarazione in cui l'allenatore del Milan rivanghi l'episodio che, a suo dire, ha inciso in maniera determinante sulla lotta per lo scudetto. Ognuno è libero di coltivare le convinzioni che maggiormente lo rassicurano.

    Il guaio, per Allegri, è che le sue parole prestano il fianco alle repliche di Conte, il quale anche oggi non le ha mandate a dire al collega: "Allegri continua a dire che la differenza tra Juve e Milan è soltanto nel gol negato a Muntari? Io vorrei togliermi da questa spirale polemica che rischia di sfociare nella paranoia, nell'ossessione. Sono problemi suoi.

    Dopo lo scontro diretto siamo scesi due volte in campo a -7 dal Milan, qualcuno forse l'ha dimenticato. Quando abbiamo sorpassato i rossoneri, non abbiamo certo frenato la loro corsa, si sono fermati loro. Questa sarebbe la prima volta che Ibrahimovic non conquista lo scudetto in Italia? Ho imparato una cosa: prima si vince e poi si parla".

    Ecco, prima si vince e poi si parla. E qualora la Juve vincesse lo scudetto, come sarebbe bello se il primo a complimentarsi  fosse proprio Allegri. Perchè sarebbe il più titolato a farlo. Perchè il Milan ha disputato una stagione straordinaria, considerato tutto quello che gli è capitato e  tutto quello che è capitato a Gattuso e a Cassano. Perchè, proprio per questo Allegri ha addirittura lavorato meglio rispetto al primo anno rossonero, quando ha vinto subito lo scudetto.

    Soltanto un allenatore di primo livello sarebbe stato capace di fronteggiare un'emergenza senza fine. Di presentarsi, per esempio, al Bentegodi per giocare e vincere contro il Chievo pur lamentando 14 giocatori indisponibili. Di uscire con onore dalla Coppa Italia e dalla Champions League, battendosi sino all'ultimo respiro, esattamente come sta facendo con una Juve così grande da essere paragonata alla grande Juve del primo LIppi.

    Allegri non tema: nessuno misconosce i suoi meriti e quelli del Milan. Nè, tantomeno, sottace la vergogna del gol negato a Muntari che pesa come un macigno sulla disgraziata stagione arbitrale degli uomini di Nicchi e Braschi, i quali  non riusciranno a cancellare l'obbrobrio di San Siro nemmeno fra vent'anni.

    Ma Conte ha ragione quando ricorda i sette punti di vantaggio dilapidati dal Milan, dopo lo scontro diretto.

    In fondo, c'è un tempo per tutto: per battersi gli uni contro gli altri con tutto l'orgoglio e con tutte le forze che si hanno in corpo; per arrivare alla fine della corsa e riconoscere i meriti di chi ha vinto. Lo sport è questo. Allegri lo sa. Gol di Muntari nonostante.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.quotidiano.net  

     

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