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  • In Italia non si marca più!

    In Italia non si marca più!

    Dopo gli orrori di Kjaer, Campagnaro e Lucio, la verità l’ha detta Vialli: in Italia i difensori non sanno più marcare. La zona ha rovinato il marchio di fabbrica del calcio italiano: difendere. Gli allenatori non sanno trovare correttivi alle lacune dei reparti, la fase difensiva è diventata il problema di tutti. Zeman, il primo a capirlo, aggirò il problema con Zemanlandia. Sacchi s’affido ad una zona mista, grazie a Baresi e Costacurta che saltava sui piedi degli avversari. Mourinho ha esaltato Lucio e Samuel, proteggendoli con il rombo e due mediani. Mazzarri e Ranieri ne pagano le conseguenze senza vie d’uscita.

    Chi ha ambizione di vincere deve chiudere la porta. Conte lo sa bene e la Juve ha subito solo 17 gol. Neanche il Milan (23) ha fatto meglio. Tra Lazio (34), Napoli (32) e Udinese (27) che si giocano il preliminare di Champions, Guidolin sta meglio di tutti. Dovesse centrare l’obiettivo questo sarebbe uno dei segreti. Dopo 29 partite di campionato, chi ha incassato più di 30 gol, ha problemi di difesa e centrocampo. Inutile barare, dalla tenuta della difesa si leggono gli equilibri di una squadra. Reja, Mazzarri e Luis Enrique ne hanno molti. Così Montella e Ranieri, anche se il Catania a ridosso delle migliori è la rivelazione del torneo, avendo conquistato 10 punti in più dell’anno scorso.

    Con difensori insuperabili l’Italia ha vinto i due mondiali del Dopoguerra: Bearzot e Lippi sapevano di poter contare su Gentile e Fabio Cannavaro. Così trionfarono a Madrid e Berlino. Quest’anno Napoli e Inter, sono uscite dalla Champions beccando gol assurdi. Possibile che non si capisca che anche la zona, prevede marcatura a uomo in area di rigore? Bisogna capire chi è il proprio uomo e il margine spazio-temporale di intervento. Se Cannavaro è sempre a 3 metri dall’avversario, Zuniga fa solo finta di saltare e Campagnaro la bella statuina, prendere gol è scontato. Come perdere le partite.

    La domanda è: Mazzarri che fa? Identico discorso vale all’Inter (38) che rispetto al Napoli (32) ha incassato solo 6 gol in più e ha 7 punti in meno in classifica. Inter (-16) e Napoli (-8) sono le due squadre che hanno fatto peggio rispetto all’anno scorso. Tra le candidate a rappresentarci in Europa. In assoluto, Cesena a parte.

    Il mal di gol qui da noi non è più l’aridità realizzativa, ma il lassismo difensivo. Tutto cambia ma specialmente in Italia disorienta ammettere che anche il pallone rotola al rovescio.

    Milan-Roma, Napoli-Catania e Juve-Inter: in 3 partite la radiografia del calcio italiano. Errori a ripetizione in difesa, piccole alchimie tattiche, fisicità prevalente. Vediamoli.

    La gara più divertente è stata il posticipo dello Stadium. E’ merito della Juventus se il campionato ha ancora un senso. Senza il ‘ponte’ bianconero tra Milan e Lazio al terzo posto ci sono 12 punti, un’enormità. Eppyre il Milan in Europa ha faticato molto e col Barça arriva la resa dei conti.

    La costante di giornata sono le scelte degli allenatori e gli errori marchiani delle difese. Ha aperto Kjaer, regalando il raddoppio a Ibra. Sabatini non ne può èiù e fa mea culpa sottolineando l’errore del difensore che luik stesso ha portato prima a Palermo poi a Roma.

    Al San Paolo, Campagnaro e Zuniga ne hanno fatte di tutti i colori, regalando al Catania un pareggio meritato ma ormai perso. Il Napoli è al 7° gol subito nelle ultime 3 partite. Diventano 11 se aggiungiamo il poker del Chelsea. Una media da oltre 2 reti a gara, da retrocessione. L’assurdità è che il Napoli prende sempre lo stesso gol, con traversoni da sinistra e su calci piazzati (9), spesso su palle alte dove Aronica, Cannavaro e Campagnaro sono ormai una pacchia per gli avversari. Da notare che sui 46 subiti, ben 19 arrivano da centrocampisti e difensori, chi si inseriscono da dietro senza marcatura. Mazzarri non sa cambiare la partita e la spinta degli esterni (a rotazione due tra Dossena-Zuniga-Maggio) è mossa nota e stantia che non impensierisce più nessuno. Un disastro cui non si è è posto rimedio ne in estate nè a gennaio. Folle che nonostante tutto le prestazioni di Fernandez, Dzemaili e Pandev fanno tornare a mente la disfatta di Londra e come è maturata.

    L’inefficacia tattica di Mazzarri è un punto di non ritorno che Montella ha evidenziato col ‘possesso’ palleggiato di Lodi, Barrientos e Almiron. Al punto che se il Catania ci avesse veramente creduto, sopratutto nel primo tempo, la partita l’avrebbe vinta.

    La sconfitta dell’Inter è la fotocopia del pari azzurro. Lucio e Samuel sono statuine e se Matri ha fallito a colpo sicuro saltando solo in piena area, Caceres non ha sbagliato. Ennesimo gol su palla inattiva. Ranieri come Mazzarri non riesce a trovare contromisure. E se l’unica ‘trovata’ interista è la marcatura a uomo su Pirlo, Conte ci ha messo 45′ per mischiare la carte per la contromossa.


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