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  • In un libro la verità su Mendes: il triste caso di Alípio, leggi in anteprima
In un libro la verità su Mendes: il triste caso di Alípio, leggi in anteprima

In un libro la verità su Mendes: il triste caso di Alípio, leggi in anteprima

  • Pippo Russo
Alípio Duarte Brandão è un centrocampista offensivo classe 1992, nato a Brasilia e rimasto orfano a 10 anni dopo la morte della madre. Quanto al padre, non lo ha mai conosciuto. Il ragazzo comincia la trafila nell’Escola Dois Toques, un’accademia calcistica che si occupa solo di settore giovanile, e da lì prende la via del Portogallo all’età di 14 anni, chiamato dal Rio Ave. Per rendere possibile il trasferimento del ragazzo, nel 2006, deve spostarsi anche il tutore legale Helber Damião. Che è anche comproprietario dell’Escola Dois Toques. L’ultima tessera del mosaico riguarda i partner dell’accademia di Alípio, determinanti per il suo passaggio in Europa: si tratta dell’Internacional Porto Alegre e - indovinate un po’? – Gestifute. L’agenzia di Jorge Mendes, come riferisce il post del (defunto) blog Mestres do Futebol, brucia il Porto che per primo si era interessato al giovanissimo calciatore dopo aver letto le ottime referenze stilate da Carlos Secretario. Il post appena citato porta la data del 10 novembre 2008, e dà notizia del passaggio successivo nella vicenda di Alípio: il suo trasferimento al Real Madrid.

Succede infatti che, come per prodigio, il ragazzino bruci le tappe e venga ingaggiato dal club più ricco e potente del mondo. La cosa suscita clamore, anche perché in poco meno di due stagioni nelle giovanili del club biancoverde Alípio fa cose buone ma non eclatanti. Eppure, come viene strillato nella prima pagina del quotidiano riportata nel post del blog, viene già etichettato come il nuovo Cristiano Ronaldo, e lo stesso paragone e proposto dal settimanale Expresso. Da quest’ultima fonte si scopre pure che prima di andare al Rio Ave il giovanotto era passato, senza rimanervi, dallo Sporting Braga. Altro club del giro.

Intorno al trasferimento di Alipio alla Casa Blanca s’accende il balletto d’indiscrezioni di mercato che regolarmente viene animato nel corso di questi anni quando c’è da piazzare un calciatore della scuderia Gestifute. Si parla di un interessamento del Chelsea, che il Real avrebbe bruciato allo sprint. E inoltre, a perorare l’arrivo del giovane brasiliano a Madrid, provvede un altro brasiliano e madridista affermato ai massimi livelli: il difensore Pepe, naturalizzato portoghese nonché cliente di Gestifute. Quella di Alipio sembra proprio una bella favola, vero? Di sicuro lo e per Mendes e per il Rio Ave.

Il tornaconto per il superagente puo essere soltanto ipotizzato, quello per il club di Vila do Conde oscilla tra i 550 mila e i 600 mila euro a seconda delle fonti stampa. Si conosce invece, grazie al Diário de Notícias e sia pure in modo parziale, la distribuzione dei proventi sulla cessione futura: al Rio Ave, che non tira fuori un centesimo per ingaggiare il ragazzo, viene assicurato il 30% sulla clausola rescissoria fissata a 1,5 milioni (e dunque si tratta di 450 mila euro), più il 10% calcolato sull’eventuale eccedenza rispetto alla cifra della clausola. Quanto alla restante suddivisione dei diritti economici, il 40% appartiene a Gestifute e il 30% a Dois Toques. E mi pare opportuno ricordare che non si sta parlando di un vano commerciale o di un macchinario industriale, ma di un essere umano. Per di più minorenne. Diviso in percentuali fra tre soggetti e a partire da lì inserito in un circuito di scambi che deve produrre innanzitutto valore finanziario. E anzi, nel caso del ragazzo partito orfano dal Brasile e accompagnato in Portogallo dal suo interessatissimo “tutore”Helber Damião, quel circuito di scambi produce soltanto valore finanziario. Alipio viene tesserato dal Real a partire da gennaio 2009, ma è a Madrid già a novembre 2008, dove trova come allenatore delle giovanili l’ex portiere basco Julen Lopetegui. Un personaggio che incroceremo più avanti, e che quando approderà sulla panchina del Porto nell’estate del 2014 lo farà grazie ai buoni uffici di Jorge Mendes.

Già in quei primi giorni in casa madridista Alípio suscita perplessità. Un corsivista del quotidiano As, Tomás Roncero, parla delle “cose bizzarre che succedono in quel periodo al Real Madrid” e cita proprio il mistero che avvolge la figura del ragazzo venuto dal Brasile. A proposito del quale circola la notizia che abbia partecipato a un’amichevole disputata presso il centro sportivo madridista di Valdebebas contro l’Under 20 degli Usa, realizzando due gol. Peccato, aggiunge Roncero, che a quella partita fossero presenti pochi testimoni e nessun giornalista. Alípio rimane in forza al Castilla (la squadra B del club merengue) per una stagione e mezza senza incidere, anche perché durante quell’esperienza s’inaugura la catena d’infortuni che ne frena la carriera.

Nell’estate del 2010 viene rispedito in Portogallo. Ma non doveva essere il nuovo Cristiano Ronaldo? (…) Dopo il fiasco di Madrid, Alípio viene prelevato dal Benfica, che lo porta a Lisbona assieme a un altro calciatore madridista del quale si parlerà più avanti: l’attaccante Rodrigo Moreno Machado, brasiliano naturalizzato spagnolo. L’operazione costa ben 10 milioni alle casse delle Aguias. O meglio, il Benfica la inserisce in una partita di giro che lo porta a incassare 10 milioni in meno nell’operazione che conduce Angel Di Maria al Real Madrid. (…) In quell’estate del 2010 viene data al calciatore argentino una valutazione di 25 milioni, cui se ne aggiungono 11 di bonus vari. Ma da quella cifra vengono scalati i 10 della valutazione di Alipio e Rodrigo Moreno, 5 milioni cadauno. Entrambi diciannovenni e sconosciuti, entrambi assistiti da Gestifute come Angel Di Maria. Pardon: Gestifute è proprietaria anche del 10% dei diritti economici dell’argentino. Va a finire che il Real mette a segno su Alípio una plusvalenza, perché cede al valore nominale di 5 milioni un calciatore che nemmeno due stagioni prima aveva preso a 1,5 milioni. Fa il 233,33% di guadagno su quello che minacciava d’essere un investimento fallimentare. Nel bilancio consuntivo del 2009-10 del club encarnado la cifra impegnata per Alipio e Rodrigo viene conteggiata nel calderone dei 37,1 milioni spesi per il rafforzamento della squadra (pagina 21), mentre i denari versati a Gestifute ammontano a 3.805.278 euro (pagina 193).

È opportuno ricapitolare i termini del Dossier Alípio per come si è svolto fin qui. Teneteli bene a mente tutte le volte che sentirete qualcuno blaterare sull’indispensabilità delle terze parti e sul ruolo benefico dei super-agenti per l’economia del calcio. Dunque, Jorge Mendes porta dal Brasile in Portogallo un calciatore minorenne (parecchio minorenne) e lo piazza nelle giovanili d’un club di sua assoluta fiducia. E dopo nemmeno due stagioni calcistiche lo sposta nel club più ricco e potente del mondo. Secondo quanto riferiscono le indiscrezioni di stampa, quel trasferimento porterebbe un guadagno sia a Mendes medesimo, nella misura del 40%, sia agli altri due soggetti che ne detengono i diritti economici (Escola Dois Toques e Rio Ave, col 30% a testa).

Da allora, ancora una volta, passano nemmeno due stagioni ed ecco un nuovo giro di valzer. Un altro calciatore legato a Mendes va al medesimo club più ricco e potente del mondo, proveniente dal Benfica, e in quell’affare che mobilita una cifra molto elevata (25 milioni) si trovano a guadagnarci anche il BSF (20%) e Gestifute (10%). Ovviamente, sia il fondo che l’agenzia di Jorge Mendes vedono calcolati i loro diritti sulla cifra intera della transazione, il che significa un incasso di 5 e 2,5 milioni, rispettivamente. Dunque per il Benfica l’incasso si riduce al 70% del totale, che farebbe 17,5 milioni. Farebbe. Perché in realtà, nel saldo fra dare e avere relativamente a quel giro di mercato col Real Madrid vanno computati anche i 10 milioni in uscita per le acquisizioni di Alípio e Rodrigo. Che, repetita iuvant, sono altri due calciatori legati a Jorge Mendes. È lecito pensare che, oltre ai 2,5 milioni dei diritti economici di Di Maria, il capo di Gestifute abbia anche intascato delle (legittime, beninteso) commissioni legate al trasferimento di tre suoi assistiti? Mi risulta difficile immaginare il contrario. Però si può dire con certezza che, per il Benfica, una cessione da 25 milioni di euro dia un saldo di cassa da 7,5 milioni di euro. Il 30%, e al lordo di eventuali e ulteriori commissioni. Il club encarnado fa firmare ad Alípio un contratto addirittura quinquennale, ma poi non fa altro che spedirlo in prestito ovunque ci sia un club disposto a raccattarlo. Si parla addirittura di un suo immediato ritorno al Rio Ave, ma poi la mossa di mercato non si realizza. Per cinque stagioni Alípio viene mandato in giro per il mondo, presso club che non varrebbero la Lega Pro italiana: all’America de Natal in Brasile, all’Al-Sharjah negli Emirati Arabi Uniti, all’Omonia Nicosia a Cipro, all’Apollon Smirni in Grecia, e poi ancora in Brasile alla Luverdense. Infine nel 2016 approda ancora una volta in prestito all’Esporte Clube Vitoria, neo-promosso nel massimo campionato brasiliano.

A soli 24 anni, anche a causa di due gravi infortuni, il “nuovo Cristiano Ronaldo” è pressoché bruciato. La sua storia umana, prima ancora che quella calcistica, andrebbe divulgata. Ne ha parlato lui stesso nel corso di un’intervista rilasciata a marzo 2016 a ESPN. In quell’occasione il ragazzo afferma che Jorge Mendes “era” il suo agente. Adesso i suoi interessi vengono curati dal brasiliano Eduardo Uram, e a dirla tutta non sembra proprio un gran passo avanti. Riguardo ai suoi rapporti con Gestifute, Alípio spende parole grazie alle quali viene fuori un’immagine che non trovereste mai nelle pagine della ditta Cuesta & Sanchez o nelle narrazioni benevole messe su dai media portoghesi: «Da quando sono stato operato la prima volta non ho più avuto un contatto con Jorge Mendes. Mi avrebbe potuto aiutare, ma non gli serbo rancore perché ha fatto buone cose per me». E chiude rivolgendosi ai giovani brasiliani per consigliare loro di fare diversamente da lui e di non lasciarsi catturare dalla tentazione di andare via di casa troppo presto. @pippoevai

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