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  • Inghilterra, può essere l'anno buono

    Inghilterra, può essere l'anno buono

    • Matteo Serra
    L'Inghilterra che abbiamo visto ieri sera a Berlino contro la Germania ha impressionato un po' tutti. Rimontare 2 gol in casa dei campioni del mondo, seppur in amichevole, non è semplice. L'Inghilterra degli ultimi 20 anni è una delle più grandi delusioni sportive di sempre: ad ogni competizione internazionale si è sempre presentata tra le favorite, con una rosa piena di giocatore centrali sul panorama mondiale ma, puntualmente, le attese venivano deluse e l'Inghilterra è sempre uscita anzitempo da ogni Mondiale/Europeo. Dal 1990 (quarto posto al Mondiale italiano) ad oggi, il miglior risultato è stata la semifinale persa in casa contro la Germania nell'Europeo del '96. Davvero poco per chi si vanta di aver inventato il calcio. Ieri però hanno messo una pulce nell'orecchio a molti, vediamo perchè Francia 2016 può essere "la volta buona"

    NEW GENERATION - L'Inghilterra ha sempre avuto rose attrezzate, i giocatori di spicco non sono mai mancati. La "gold generation", quella dei vari Lampard, Scholes, Beckham, Gerrard, Terry e Owen si è però ormai conclusa, lasciando un grosso amaro in bocca. La nazionale inglese di oggi è del tutto rivoluzionata rispetto al passato, con giocatori giovani e membri di una nuova generazione. Nell'amichevole di ieri sera, tra tutti gli 11 titolari di Hodgson la somma delle presenze con la maglia dei tre leoni era appena 161; per 8/11 è nata negli anni '90, e gli esclusi sono Smalling ('89), Lallana (88) e Cahill ('85). Non proprio dei vecchietti. Questi nuovi nomi sono sicuramente meno pubblicizzati e forse meno talentuosi di quelli della generazione precedente, ma sembrano avere qualcosa in più.

    ALCHIMIA - Il problema di tutti gli allenatori che si sono susseguiti alla guida della nazionale dei tre leoni è stato quello di creare un vero gruppo attorno a tanto talento. Mettere insieme grandi giocatori non basta se non accompagnato da uno spirito di squadra. In tutte le competizioni del passato, la nazionale inglese non ha mai saputo reggere la pressione esterna dei media e si è sempre sciolta alle prime difficoltà, arrendendosi ad un destino infausto. Ieri invece la squadra di Hodgson è stata capace di rimontare due gol ai campioni del mondo, ha mostrato grande qualità di gioco nel primo tempo e grande temperamento nel secondo. Ottimi presagi che seguono una fase di qualificazione praticamente perfetta, conclusa a punteggio pieno e con soli 3 gol subiti. Un gruppo unito e compatto, un gruppo di coetanei che ha voglia di spaccare il mondo.

    TROPPE PARTITE - Fra le motivazioni dei fallimenti degli ultimi anni si è sempre pensato anche alle troppe partite del campionato inglese, che fanno arrivare i giocatori logori alle competizioni per nazioni. Il calendario non è cambiato, non sono diminuite le partite ma ci sono delle piccole differenze rispetto al passato, legate soprattutto al percorso europeo dei club d'Oltremanica: in Champions League l'unica superstite è il Manchester City, che offre alla Nazionale i soli Hart e Sturridge, tra l'altro infortunato. Il Tottenham, che fornisce un blocco considerevole di giocatori, è già fuori da tutte le competizioni extra campionato. Stesso discorso per il Manchester United (replay con il West Ham a parte), mentre il Liverpool ha l'Europa League da sfavorita contro il Borussia Dortmund. Il finale a livello emotivo della Premier sarà sicuramente importante, ma per una volta il minutaggio nelle gambe potrebbe essere inferiore rispetto al passato. Anche in questa chiave, la freschezza giovanile della rosa può venire incontro a Hodgson.

    COME GIOCHERA' - Hodgoson non è un rivoluzionario, la sua Inghilterra, vista anche nelle qualificazioni, è una squadra compatta e ordinata, che difende con attenzione per poi lanciare il talento dei suoi uomini offensivi. Eric Dier ricorda molto il primo De Rossi, grande potenza fisica abbinata a buona qualità, capace di fare da schermo alla difesa. Ai suoi lati nel 4-3-3 tipo ci sono Henderson o Barkley, entrambi capaci di fare le due fasi e soprattutto Dele Alli, il vero jolly capace di spaccare le partite con le sue accelerazioni. Davanti il talento è tanto, Harry Kane è la punta che non si vedeva dai tempi di Shearer; Welbeck, Sturride, Sterling, Walcott e Lallana i nomi per affiancarlo, con il "working class hero" Jamie Vardy in panchina, uno che entra e si inventa un gol di tacco splendido come quello di ieri sera. Si aggiungono due terzini in grado di spingere e difendere (Clyne e Rose) e due centrali non fenomenali ma affidabili come Cahill e Smalling. I portieri (Hart, Buttland e Forster) sono tutti all'altezza della situazione. Non dimentichiamo Capitan Rooney, attualmente infortunato ma uomo squadra e comunque ancora in grado di fare la differenza, magari a partita in corso. Francia, Spagna e Germania hanno ancora qualcosa in più a livello di singoli e di squadra, ma in un Europeo che sembra non avere un favorito assoluto, l'Inghilterra può dire la sua. A 50 anni esatti dall'ultimo, e unico, trionfo internazionale (mondiale del '66), i tre leoni possono tornare a ruggire.

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