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  • Inquietanti 'messaggi' del Coronavirus per chi si illudeva che fosse finita

    Inquietanti 'messaggi' del Coronavirus per chi si illudeva che fosse finita

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    I dati forniti ieri pomeriggio dall’Istituto Superiore della Sanità sono sufficienti per alimentare nuove inquietudini con le quali ci eravamo illusi di non dover più fare i conti. Il numero dei nuovi contagiati dal Sars Covid 19, ottocentoquarantacinque e sei decessi, ci riporta sulla soglia di quei tempi bui che hanno segnato profondamente ciascuno di noi, modificando di non poco comportamenti e pensieri.

    Persino l’allucinante e macabra vicenda del povero Gioele e della sua giovane mamma affonda le radici nello stagno melmoso di quel lockdown che ha destato nelle persone più fragili orchi e fantasmi. Una situazione, quella di una nuova chiusura, impensabile e anche inattuabile per ovvie ragioni sociali. Eppure anche se non corriamo il rischio di venie ”carcerati” per la seconda volta è indispensabile che ciascuno si renda ben conto che la guerra con il virus non è finita e che si comporti di conseguenza.

    Mancano ancora parecchi giorni alla fine del tempo delle vacanze. Manca però meno di un mese a quello che dovrebbe essere il momento più alto per la nostra società, ovvero la riapertura delle scuole. La linea epidemica attuale se proiettata nell’immediato futuro ci offre un panorama desolante. Di questo passo quando i nostri ragazzi torneranno al loro lavoro di studenti, i contagiati saranno almeno 1500 al giorno. Un numero che mette i brividi insieme con quello che vede aumentare tragicamente coloro i quali sono tornati ad essere ricoverati nei reparti di terapia intensiva.

    Per prendendo atto che, rispetto al resto del mondo e della stessa Europa, l’Italia al momento è la nazione meno colpita dall’ondata di ritorno, sarebbe bene operare un onesto mea culpa generale che coinvolge tutti, dal governo al più umile dei cittadini. Quando i responsabili della cosa pubblica decisero di delegare a ciascun Comune la possibilità di far riaprire o meno le discoteche commisero un madornale errore. Gli stessi gestori dei locali erano consapevoli che non avrebbero mai potuto disciplinare masse di ragazzi come se fossero a un concerto di musica da camera. Le conseguenze ora sono sotto gli occhi di tutti. 

    E i calciatori trovati positivi si sono perlopiù ammalati nelle discoteche della Costa Smeralda. A questi vanno aggiunti tutti i ”faciloni” che hanno insistito nel voler andare in vacanza nei Paesi più a rischio anziché optare per una sana villeggiatura italiana. Indietro non si può tornare e la chiusura delle sale da ballo equivale a quella delle stalle quando i buoi sono scappati. Tuttavia danni ancora più gravi forse si possono ancora evitare. Perlomeno è sperabile e ci dobbiamo provare. Con le armi che abbiamo e che in molti avevano riposto nel cassetti su suggerimento sciagurato dei negazionisti. Al momento possiamo toccare ferro, in attesa del prossimo bollettino.

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