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  • Insigne racconta sé e il Napoli: 'Benitez non si incazza mai'

    Insigne racconta sé e il Napoli: 'Benitez non si incazza mai'

    L'attaccante del Napoli Lorenzo Insigne si racconta in una lunga intervista al Guerin Sportivo. 'Per me esiste solo il calcio, sono nato per giocare con un pallone - afferma il talento campano -. Mio padre Carmine ha lavorato per una vita in una fabbrica di scarpe. Mia mamma Patrizia è casalinga e tirare su molti figli non è un'impresa facile. Loro, però, mi hanno insegnato certi valori: tra questi c'è quello di non mollare mai. Quando passai a giocare nella Primavera capii che c'era bisogno di aiutare a casa, e così andai a lavorare per un periodo nel mercato di Frattamaggiore: mio cugino ha un banco. Sveglia alle sei e spesso mi ritrovavo a dormire prima degli allenamenti. Sono cresciuto con Alessandro Del Piero, lo ammiro come calciatore e come uomo. Conservo con gelosia la maglia che mi ha fatto avere direttamente lui, un gesto che non dimenticherò mai. Maradona? Non ho ancora la sua maglia, ma è solo questione di tempo. Uno dei miei agenti, Antonio Ottaiano, ha una maglia che Diego gli regalò l'anno del secondo Scudetto. Abbiamo fatto un patto: quella maglia un giorno sarà mia in cambio della numero 24 del Napoli col tricolore cucito sul petto'. 

    Insigne approdò nella cantera del Napoli a 14 anni: 'Arrivai al campo con largo anticipo accompagnato dai miei genitori - racconta lui -. Eravamo tanti ragazzi e subito fecero una selezione per formare la squadra dei Giovanissimi Nazionali. Io non fui scelto. Ci rimasi male, ma a quella bocciatura reagii nell'unico modo che conosco ancora oggi: cominciai a lavorare sodo. Ero sicuro che con l'impegno e la costanza sarei potuto arrivare in alto. Oggi questo Napoli ha tutte le carte in regola per ambire allo scudetto, ed è giusto che noi giocatori ci crediamo fino alla fine. Ce la giocheremo con la Roma, con la Juventus, con la Fiorentina e con l'Inter. Benitez? Non si incazza mai! Da quando l'ho conosciuto in ritiro non l'ho mai visto nervoso, anche in momenti particolari come all'Olimpico. Preferisce spiegare con calma dove la squadra sbaglia e come si deve fare per riparare. La concorrenza di Mertens? Con lui ho un ottimo rapporto e non lo dico come frase fatta. Io, lui e Callejon possiamo giocare in più ruoli, nessuna rivalità. Cannavaro? Lui è il nostro capitano e, anche se sta giocando di meno, la fascia è sua. Se un giorno toccherà a me indossarla realizzerò un sogno. Ai Mondiali con la Nazionale? E' un brivido, solo a pensarci mi emoziono'. 

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