
Inter al dramma sportivo: da tutto a nulla, la squadra di Inzaghi non segna più e finisce male. E non è solo stanchezza
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Proviamo una raffica di spiegazioni a caldo. Non è solo stanchezza, quella dell’Inter, dopo tante/troppe partite stagionali. Non è neppure - psicologicamente - ansia da delusione, dopo aver coccolato il sogno del Triplete. E non è nemmeno esclusivamente paura di finire con “zero tituli”, come avrebbe detto Mourinho. Quella dell’Inter è una problematica complessa, impossibile da rinchiudere nel perimetro di un solo motivo. Però il problema c’è ed è evidente. E non è il caso di nasconderlo in fumose giustificazioni, specialità inzaghiana nei momenti più delicati e controversi.
Le prestazioni dei singoli assomigliano a un elenco di “vorrei ma non posso”. Sommer c’è, anche se il gol di Soulé lo coglie in mezzo alle gambe. Pavard si infortuna, Bisseck non lo fa rimpiangere e al 90° è protagonista dell’episodio ignorato da arbitro e Var. Acerbi eroico nella ripresa su Dovbyk ma sballottato nel resto della partita. Carlos Augusto presente, Darmian e Frattesi senza vivacità e con poca lucidità, al pari di Calhanoglu in lampeggiante batteria scarica proprio come Dimarco. Davanti Arnautovic fa quel che può, anche di più, e gli manca solo il gol. Lautaro invece è in riserva, e si vede anche da come corre, a passettini lenti anziché sprint. I subentrati rendono il giusto. Incoraggianti Dumfries e anche l’ex Zalewski sulle fasce, volenterosi Zielinski e perfino Correa alla fine.
L’Inter finisce male. Non segna da tre partite: la beffa di Orsolini (Bologna 1-0), il disastro firmato Jovic (Milan 3-0) e infine questo psico-dramma causato da Soulè (Roma 1-0). E mercoledì c’è il Barcellona…
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Quand'e che vi imBarcate per Barcellona? Biglietto sola andata o fate anche il ritorno?