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  • Inter-Barcellona:| Zingari & ungheresi alleati

    Inter-Barcellona:| Zingari & ungheresi alleati

    Il gruppo poi puntò su Lecce-Lazio: in 90 minuti guadagnati 2 milioni.
    La grande alleanza zingari & ungheresi a San Siro durante Inter-Barcellona.
    Inter-Barcellona era la partita dell'anno. 20 aprile 2010, stadio Giuseppe Meazza di San Siro, semifinale d'andata di Champions League. I nerazzurri di Mourinho contro i blaugrana di Guardiola. Ma tra tanti spettatori interessati allo spettacolo ce n'era qualcuno più interessato agli affari, alle gare truccate e alle scommesse: gli «zingari» e gli «ungheresi» che s'incontrarono con il grande capo per «fare i conti». Proprio lì, quella sera a San Siro, si tenne il summit che sancì l'alleanza tra i due gruppi e l'organizzatore arrivato apposta da Singapore, Tan Seet Eng detto «Dan».

     
    È la convinzione degli investigatori italiani che da un anno sono sulle tracce del «sodalizio criminale» che ha guadagnato milioni attraverso le puntate sui risultati combinati. Convinzione che deriva dalle intercettazioni sui telefoni di alcuni cittadini magiari inquisiti e arrestati nel loro Paese con le stesse accuse per cui si procede in Italia. La sera del 16 aprile 2010 uno di loro, Matyas Lazar, parla con Layos Baranyai e gli annuncia l'imminente trasferta a Milano: «Ti dico che alla partita di campionato non ci saremo mercoledì». «Perché?», gli chiede l'amico. «Perché abbiamo un incontro là in Italia, viene con l'aereo quello di là, l'uomo dell'Asia... Il volo è martedì sera. Martedì sera dobbiamo essere a Milano. Ci ha invitato alla partita Inter-Barcellona e lì si faranno i conti. Dopo torniamo...».

    Secondo gli inquirenti «l'uomo dell'Asia» è proprio Tan Seet Eng, il grande capo che presumibilmente ha invitato gli ungheresi in Italia. E della missione fa parte anche Zoltan Kenesei, l'uomo di Budapest che secondo l'ordinanza del giudice Salvini è definito «responsabile del gruppo criminale, unitamente al suo ''braccio destro'' Matyas Lazar, Laszlo Schultz» e altri. In una seconda telefonata registrata il 19 aprile 2010, vigilia di Inter-Barcellona, proprio Kenesei dice a un interlocutore: «Noi stiamo partendo, andiamo... Vogliamo arrivarci prima perché non ci siano troppe macchine, code sull'autostrada...».

    L'indomani è ancora Kenesei che, a un amico che gli chiedeva per quale posto aveva il biglietto, risponde: «Di fronte all'uscita dei giocatori...». Amico: «All'altro lato». Kenesei: «Sì, sì, era un buon posto...». Da altre intercettazioni gli investigatori hanno ricostruito che all'incontro assisté anche Hristian Ilievski, il macedone considerato a capo dell'altro gruppo al servizio di Tan Seet Eng, e secondo la loro ipotesi è proprio a San Siro che fu sancita la sovrapposizione tra le due articolazioni operative: quella degli «zingari» e quella degli ungheresi. Nella rogatoria arrivata da Budapest con le intercettazioni si consiglia di acquisire i filmati di Inter-Barcellona in cui si vedono gli spettatori: «Se è disponibile una ripresa HD della parte e c'è una parte dove si percorre la tribuna, forse si potrebbe identificare anche Tan Seet Eng».

     
    In quella stessa rogatoria sono trascritti i colloqui registrati alla vigilia di Lecce-Lazio del 22 aprile 2011, una delle partite truccate. Laszlo Schultz, altro collaboratore di Kenesei, è in partenza con la macchina dall'Ungheria per la Puglia, dove - secondo l'accusa - deve portare i soldi necessari a corrompere i giocatori: 600 mila euro, stando ai calcoli degli inquirenti. A bordo della macchina, Schultz e Matyas Lazar parlano di come impostare il navigatore. «Cosa devo metterci? Bologna?», domanda Schultz. E Lazar risponde: «Mettici Lecce...».

    Tre ore dopo Schultz richiama dalla macchina: «Adesso indica per la meta 1.161 chilometri. Ho messo anche l'hotel, indica Grand Hotel Tiziano». L'albergo è quello dove si trovavano la squadra del Lecce, Alessandro Zamperini, il reclutatore di calciatori per conto degli «zingari». Proprio lì, il calciatore del Lecce Ferrario ha detto di aver incontrato Zamperini, il quale gli disse che c'erano «degli amici che volevano mettere dei soldi su quella partita».

    Il 21 maggio, vigilia di Lecce-Lazio, Schultz parla con suo padre in Ungheria: «Siamo giù in fondo allo stivale, in fondo fondo del tallone. Totalmente. Siamo qui nell'albergo, partiamo domani sera». A partita finita e - sempre secondo i calcoli degli inquirenti - due milioni guadagnati.


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