
Inter, Bastoni: "Finale di Champions? Con il City preferivo perdere 10-0"
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Il difensore dell’Inter Alessandro Bastoni ha concesso una lunga intervista al podcast The BSMT di Gianluca Gazzoli. Le sue dichiarazioni.
PRESSIONI – “Al basket invidio il fatto che possano fare una vita normale. Se noi sbagliamo una partita riceviamo centinaia di commenti negativi. Hanno minor pressione rispetto a noi. Io ho esordito a 17 anni all’Atalanta, ma non ero sicuro di farcela, infatti ho finito gli studi. Devono combaciare tante cose. Tanti fattori possono influire: io ho capito che avrei fatto il calciatore quando sono andato al Parma a 19 anni"
GLI INIZI - “Nei giovanissimi nazionali, a 15 anni, non giocavo. Pensavo a chi me lo facesse farre. Mi svegliavo alle 8 del mattino per tornare a casa alle 9. I miei genitori mi hanno spinto a non mollare. Alla fine, non sono i più i bravi a farcela, ma l’aspetto mentale è decisivo. Tanti che a Bergamo avevano più talento di me non sono arrivati ai vertici”.
INTER – “Ho saputo che avrei giocato all’Inter l’anno prima del prestito a Parma. Mi sono incontrato con il mio procuratore in un autogrill. Mi ha chiesto se volessi andare a Milano. Gli ho detto subito di sì. All’Atalanta non giocavo, poi sono andato a Parma e quando sono tornato c’era Conte e tanti giocatori forti: Skriniar, De Vrij, Godin…
CONTE – “Gli ho chiesto 50 volte di andare in prestito, ma mi ha tenuto a tutti i costi. Sono convinto che abbia visto le mie partite a Parma. Ha visto in me cosa mancava all’Inter, perché ero l’unico mancino. All’inizio non ero pronto e lo sapeva anche lui, ma ha visto del potenziale. Ha avuto il coraggio di buttarmi dentro: è stata la cosa più importante. A Genova con la Sampdoria e in occasione della vittoria con il Napoli a gennaio 2020 ho capito che avrei potuto essere un titolare”.
DERBY – “Giocare a Milano è una grande responsabilità. Qui il pareggio non è contemplato, devi sempre chiaramente giocare per la vittoria. Col derby, diventa tutto magico. È la partita che aspetto di più perché ci si gioca qualcosa di importante. Ci siamo giocati la Coppa Italia, il passaggio del turno in Champions. Poco meno di un anno fa vincevamo lo scudetto in casa del Milan. Diventa ancora più stimolante. Con il derby abbiamo la responsabilità degli umori di un sacco di persone, la settimana successiva dipende dal risultato di quella partita, assolutamente sì, però è una cosa che gasa. In generale vedi tanta gente che magari ti stuzzica o che prova a metterti pressioni e poi scompare nel nulla per un po' di tempo. Quella è la soddisfazione più grande. Mettere a tacere le persone con i fatti in generale non è male”.
NAZIONALE – “Emozioni belle e brutte. Nel 2021 nessuno ci dava per favoriti. Poi però c’è stata l’eliminazione al Mondiale ed è stato difficile da assorbire. Ora non possiamo permetterci di stare fuori tre anni di fila. Nel 2021 tanti segnali ci hanno detto che sarebbe stato il nostro anno: l’errore di Lukaku, i rigori con la Spagna. È stato bello, ma nel calcio bisogna resettare subito”.
CHAMPIONS – “Nel 2023 ho vissuto malissimo la finale. Ho faticato a dormire perché sognavo le azioni, anche perché non sapevo quando l’avrei rigiocata. Preferivo perdere 10-0 che come è successo perché avevamo la percezione di farcela. Non ho mai rivisto gli highlights: mi fa male. Non sapere se la potrai rigiocare ti distrugge”.
L’intervista è stata fatta prima di Inter-Barcellona, prima della certezza che i nerazzurri avrebbero rigiocato una finale. Appuntamento per la rivincita sabato 31 maggio contro il Paris Saint-Germain.
EMOZIONI - "Lo scudetto nel derby è impagabile, vinto in casa loro. Come Wembley all’Europeo. Poi il giro in pullman è stato bello".
Commenti
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Auguro sinceramente a bastoni di perdere 10 a 0 contro il psg