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  • Inter, che errore con Icardi e Nainggolan: quanti soldi buttati

    Inter, che errore con Icardi e Nainggolan: quanti soldi buttati

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Ho molta stima di Giuseppe Marotta. Sia perché lo conosco da tempo, sia perché in tanti anni di lavoro, oltre agli obiettivi raggiunti, ha mantenuto una misura e uno stile che ne fanno un autentico gentiluomo.

    La stessa considerazione nutro per Antonio Conte, un temperamentale non esente da qualche eccesso, ma allenatore di primordine, tra i tre migliori in Italia, nei primi dieci in Europa.
    Marotta e Conte hanno età diverse (dodici anni di differenza), ma una grande esperienza delle cose di calcio. 

    Sarà per questo che non riesco a capire il loro atteggiamento a proposito di Mauro Icardi e di Radja Nainggolan. L’Inter è ovviamente padronissima di metterli in vendita e di trattenerli fuori dal progetto tecnico del nuovo allenatore, ma sa che essere tanto espliciti in una materia come il mercato può risultare dannoso per non dire letale.

    Non bisogna insomma diventare amministratori delegati o tecnici/manager per capire che se la strategia è dichiarata l’eventuale acquirente si mette in posizione di attesa e gioca al ribasso. L’estate scorsa Nainggolan è costato all’Inter, tra cash e contropartite tecniche, una cifra pari a 38 milioni di euro. E fino a gennaio Icardi aveva una valutazione tra gli ottanta e i cento milioni. 

    Ora, invece, la cessione del primo può produrre una minus valenza e quella del secondo frutterà, se va bene, assai meno della metà. In entrambi i casi la svalutazione è nei fatti. Ma lo diventa ancora di più se l’Ad e l’allenatore dello stesso club dicono ad una sola voce che Nainggolan e Icardi non faranno parte della rosa e quindi sono di troppo. 

    E’ possibile che la necessità di fare chiarezza all’interno e all’esterno della società, soprattutto mandando messaggi inequivocabili al resto della squadra, prevalga su un interesse economico primario come quello di non rimetterci?

    Evidentemente sì e non è detto che questa non sia una strada rispettabile. Faccio però notare che si sarebbero potute seguire altre strategie. Una, forse la più semplice di tutte, era quella di sostenere che Nainggolan ed Icardi erano a tutti gli effetti due giocatori dell’Inter, che Conte avrebbe verificato le rispettive volontà di mantenerli in rosa e che comunque, di fronte ad una proposta adeguata, si sarebbe valutata l’opportunità di venderli perché, nel calcio attuale, nessuno è incedibile.

    Invece, secondo me, è prevalsa la linea Conte. Ben sapendo che la società aveva deciso di rinunciare a Icardi, ha fatto avviare contatti per prendere Lukaku, un attaccante che già due stagioni fa avrebbe voluto al Chelsea e che invece gli fu soffiato dal Manchester United. Inoltre, avendo capito che Nainggolan non era più lo stesso giocatore che avrebbe accolto volentieri a Londra, anzi che aveva aumentato le frequenze di una vita poco sorvegliata, ha scaricato anche lui.

    L’Inter così si ritrova con due pezzi da novanta (per ingaggio e ingombro) in casa, il rischio di doverseli tenere per mandarli perennemente in tribuna, la possibilità di sbolognarli solo a prezzo di saldo. Opzioni poco o per nulla interessanti anche perché, secondo il mio parere, il rilancio di Icardi sarebbe stato almeno da tentare. Anzi, per uno come Conte che ha vinto scudetti alla Juve con Vucinic e Matri di punta, sarebbe potuto essere assai stimolante. Anche perché Icardi, nonostante la fascia di capitano persa, era e resta legato all’Inter, ha sempre detto e scritto di voler rimanere nerazzurro e, non per ultimo, è un campione che può fare la differenza quanto e più di Lukaku.

    Al momento, dunque, l’Inter ha due strade: o svende o mette in soffitta. Non certo un affare. 

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