Inter, Coutinho c'è| 'Sarò il nuovo Kaká'

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Nella torta per i suoi diciotto anni, Philippe Coutinho ha trovato un biglietto aereo di andata e ritorno per Milano. Dove, insieme a papà Ze Carlos e a Gustavo Arribas, suo procuratore, è sbarcato martedì e si intratterrà fino a sabato. Giusto il tempo per le visite mediche (effettuate ieri - a passo di carica - a Varese), per conoscere Rafa Benitez, per cenare con Marco Branca - l’uomo che l’ha fortissimamente voluto in nerazzurro - e Piero Ausilio, suo braccio destro, ma anche un modo per sentirsi finalmente un giocatore dell’Inter. Lo incontriamo all’hotel Melìa, fresco di visite e ancora un po’ stordito dagli effetti del jet lag. Philippe, per l’occasione, ha dato un bel taglio netto alla zazzera ricciola e, mentre chiacchiera con noi con la timidezza tipica del diciottenne, si gusta il secondo tempo di Spagna-Svizzera coccolato da un comodissimo divano. Philippe, perché ha scelto l’Inter?
«Perché Branca ha creduto in me sin dal primo momento. Mi volevano pure Real Madrid e Barcellona ma, quando c’è stato da prendere una decisione, non ho avuto dubbi. Milano poi è una città molto bella e San Siro fantastico: ci sono stato un anno fa quando ero venuto per la prima volta in Italia. Anche vuoto mi ha fatto una grande impressione»
Ha già pensato a quale numero di maglia scegliere?
«No, perché non sono per nulla scaramantico. Al Vasco ho il 30 ma non l’ho scelto, me lo hanno dato».
Beh, all’Inter è libero.
«Bene».
Qual è il suo modello?
«Kakà. È un grande: prende palla e punta sull’obiettivo, proprio quello che piace fare a me. Io sono un centrocampista offensivo, amo puntare la porta e soprattutto fare assist per gli attaccanti».
All’Inter troverà un professore chiamato Sneijder.
«Già, è vero. Lui pensa e gioca veloce, non porta la palla, la riceve e la dà subito. Ed è un maestro nel farlo: sarà bello imparare da lui».
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