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  • Inter: crisi di identità

    Inter: crisi di identità

    • Massimo Airoldi

    Sgombriamo subito il campo da malintesi che si possono generare leggendo il titolo: l’Inter non è in crisi e Stramaccioni merita tutte le lodi che gli sono state intessute in questa settimana. Perchè non si può parlare di crisi in seguito ad una sconfitta maturata sul campo dell’Atalanta per 3 a 2 dopo 10 vittorie consecutive.

    Tale sconfitta necessita però di un’attenta analisi, in quanto alcune situazioni sono emerse proprio durante il match di ieri sera che la squadra nerazzurra (di Milano) ha sostenuto a Bergamo, contro un’eccellente Atalanta.

    Uno dei problemi che si manifestarono fin dalle prime giornate nell’Inter di Stramaccioni era una mancanza di identità di gioco. Il modulo cambiava di partita in partita e spesso anche durante gli stessi 90 minuti si avvertivano cambiamenti della disposizione della squadra in campo. Questi continui mescolamenti di carte furono alla base di molte delle difficoltà che l’Inter ha dimostrato di avere nelle prime partite della stagione, fin dalle amichevoli estive. L’abilità del tecnico, un pizzico di coraggio e di spregiudicatezza, hanno portato ad individuare nella difesa a 3, la chiave di risoluzione di molti enigmi, donando compattezza al reparto difensivo, equilibrio alla squadra e solidità al centrocampo. Con questa soluzione tattica, l’Inter ha sempre rischiato pochissimo, ha lasciato pochissime occasioni agli avversari, ha subito qualcosa come 4-5 reti nelle ultime 10 trasferte prima di ieri sera.

    Già, ieri sera. L’occasione era ghiotta per la squadra nerazzurra: stare attaccata alla Juventus e mantenere a distanza il Napoli. Complice la “situazione infermieristica”, a Stramaccioni sono venuti meno i due pilastri centrali di quella difesa a 3 che aveva dato i giusti equilibri alla squadra: Ranocchia e Samuel. L’Inter spiazza tutti e si presenta in campo con la difesa a 4. Torna al vecchio e tornano i vecchi problemi. Tante occasioni da rete concesse agli avversari, movimenti poco armonici dei difensori, applicazione superficiale del fuorigioco (ad esempio sul secondo gol atalantino). L’Inter di ieri sera ha concesso più occasioni da rete che non nelle partite precedenti e ha subito 3 goals.

    Non si capisce perché, ora che la squadra ha assimilato la difesa a 3 e tutti relativi movimenti, sia stata riproposta la difesa a 4. Valeva forse la pena arretrare Cambiasso nel ruolo di difensore centrale (ruolo che peraltro ha già abilmente ricoperto in altre occasioni), mentenedo la difesa a 3, con Zanetti a centrocampo. Le maggiori incursioni atalantine sono pervenute per vie centrali proprio perché la difesa tendeva ad allargarsi e a muoversi in modo disarmonico. Stramaccioni ha giustificato dicendo che preferiva disporre di una soluzione in più proprio in mezzo al campo, attingendo anche dalla panchina, ma viene da pensare che questa mossa abbia contribuito in maniera incisiva a rimandare l’Inter a -4 dalla Juventus, vanificando, di fatto, la vittoria di sabato scorso nello scontro diretto vinto dall’Inter a Torino.

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