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  • Inter: doppio fallimento con la Samp. Limiti evidenti e squadra vulnerabile, ma per lo scudetto non è finita

    Inter: doppio fallimento con la Samp. Limiti evidenti e squadra vulnerabile, ma per lo scudetto non è finita

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    L’Inter fallisce due volte: la prova del nove, perché viene sconfitta 2-1 dalla Sampdoria dopo otto vittorie consecutive, e di conseguenza la prova di sorpasso nei confronti del Milan, l’unica squadra che l’aveva battuta fin qui. Giusto così, perché non basta recriminare sulle tante occasioni mancate, un po’ per gli errori di mira di Sanchez e Lautaro e molto per le parate di Audero, che devia subito il rigore del possibile vantaggio nerazzurro. Compatta, concentrata e sottovalutata come il suo ottimo allenatore Ranieri, la Sampdoria non ruba nulla, perché ha il merito di non accontentarsi né dell’1-0, presto raddoppiato, né del 2-0 perché nella ripresa, tra un assalto e l’altro di un’Inter più disordinata che concreta, sfiora persino il 3-0. Nulla è compromesso per i nerazzurri in chiave scudetto, ma il passo falso di Genova conferma i limiti della squadra di Conte, troppo dipendente da Lukaku e troppo vulnerabile in difesa, perché poco protetta da centrocampisti che sanno soltanto andare all’assalto.

    RIGORE FALLITO - Tanto per cambiare, l’Inter si complica la vita da sola e l’assenza iniziale di Lukaku in questo caso non c’entra nulla. O meglio, c’entra di riflesso, perché è proprio il suo sostituto Sanchez a fallire il calcio di rigore dell’1-0, concesso per un tocco di braccio di Thorsby, segnalato soltanto dal Var. Il cileno non angola abbastanza la conclusione e Audero può respingere sui piedi dell’accorrente Young che però spara sulla traversa. Colpa prima e sfortuna poi, ma questi errori si pagano e non a caso la Sampdoria, che aveva sofferto la pressione iniziale dei nerazzurri, prende coraggio e pareggia il conto delle traverse con la conclusione di Tonelli.

    RIGORE SEGNATO - Per sfortuna dell’Inter, però, la Sampdoria non pareggia anche il conto dei rigori falliti, perché quando l’arbitro punisce un braccio alzato di Barella, l’ex Candreva dal dischetto non fallisce la trasformazione del vantaggio. A questo punto si attende la reazione dell’Inter, ma ancora una volta la squadra di Conte difetta di fantasia in mezzo al campo perché Brozovic è un regista di seconda mano che tocca pochi palloni e sempre in orizzontale, mentre i suoi “valletti” Barella e Gagliardini, preferito a Vidal, cercano velleitarie iniziative personali. Le uniche soluzioni sono le corse e i cross dalle fasce di Hakimi più che di Young, comunque insufficienti per smarcare Sanchez e Lautaro, anche perché la Sampdoria non è per nulla disposta a chiudersi a difesa del vantaggio.

    SECONDO GOL DELL’EX - Mentre l’Inter incomincia senza Lukaku, la Sampdoria deve rinunciare a Quagliarella, rilevato da Damsgaard che gioca come seconda punta alle spalle di Keita. E proprio il vice-Quagliarella, sia pure con altre caratteristiche, vola sulla destra e offre un perfetto pallone per Keita che anticipa l’ex sampdoriano Skriniar e firma il secondo gol dell’ex (interista) per il clamoroso 2-0 blucerchiato. Anche contro il Crotone nell’ultima partita stravinta 6-2, l’Inter aveva subito due gol nel primo tempo riuscendo però ad arrivare all’intervallo sul 2-2. Stavolta, invece, le conclusioni finali di Sanchez e Lautaro non spaventano Audero e così nella ripresa i nerazzurri devono rimontare due gol.

    TORNA LUKAKU - La prima mossa di Conte è il rilancio di Perisic sulla sinistra al posto del discontinuo Young. Ma soprattutto, al di là, dei singoli, l’Inter riparte con la rabbia di chi vuole risalire in fretta la corrente. Tanta pressione concede però ampi spazi alla Sampdoria che in contropiede sfiora il 3-0, quando Jankto impegna severamente Handanovic. Visto che il tempo passa e il gol non arriva, Conte per l’ultima mezz’ora si affida a Lukaku, richiamando Gagliardini, con un’Inter a trazione anteriore perché Sanchez arretra come trequartista alle spalle delle due punte titolari Lautaro e Lukaku. Tre punte in campo, ma il gol che soltanto 3’ più tardi illude l’Inter è firmato da un difensore, De Vrij, bravo a deviare di testa nell’angolino il pallone di Brozovic calciato dalla bandierina.

    SI RIVEDE ERIKSEN - A questo punto Conte si ricorda di Eriksen al quale, invece dei soliti e umilianti spiccioli finali, concede ben 26 minuti recupero compreso, al posto di Sanchez nel ruolo a lui più congeniale. E dopo Perisic ed Eriksen si rivedono D’Ambrosio e Vidal, che rilevano Skriniar e Barella, per i disperati assalti finali. Ma tanto fumo nerazzurro non produce nemmeno il piccolo arrosto di consolazione, perché il 2-1 non cambia più. E mai come stavolta l’Inter deve prendersela con sé stessa, perché ha sbagliato troppo dall’inizio alla fine.

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    IL TABELLINO


    Sampdoria - Inter 2-1 (primo tempo 2-0)

    Marcatori: 23’ rig. Candreva (S), 37’ p.t. Keita (S), 20’ s.t. De Vrij (I).

    Assist: 37’ p.t. Damsgaard (S), 20’ s.t. Brozovic (I).

    Sampdoria (4-4-1-1): Audero; Yoshida, Tonelli (22’ s.t. Bereszynski), Colley, Augello; Candreva, Thorsby, Silva (29’ s.t. Askildsen), Jankto (29’ s.t. Leris); Damsgaard; Keita Balde (47’ s.t. La  Gumina). All. Ranieri.

    Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar (35’ s.t. D’Ambrosio), De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella (35’ s.t. Vidal), Brozovic, Gagliardini (17’ s.t. Lukaku), Young (1’ s.t. Perisic); Lautaro, Sanchez (25’ s.t. Eriksen). All. Conte.

    Arbitro: Paolo Valeri della sezione di Roma 2

    Ammoniti  : 15’ Lautaro (I), 22’ Barella (I), 40’ p.t. De Vrij (I), 11’ s.t. Thorsby (S), 38’ s.t. Keita (S), 39’ s.t. Askildsen (S), 46’ s.t. Hakimi (I).
     

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