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  • Inter-Fiorentina:|Montella, caccia all'impresa

    Inter-Fiorentina:|Montella, caccia all'impresa

     

    REGOLA prima: mai fidarsi degli amici. E ancora meno dei complimenti, che negli ultimi giorni son piovuti sulla Fiorentina da ogni dove. A cominciare da Milano, sponda Inter, vale a dire gli avversari di stasera. Prima il presidente, Moratti, poi Stramaccioni che Montella conosce bene perchè hanno lavorato insieme a Roma e al quale è legato da amicizia, appunto, nonchè dal fatto che sono i due allenatori più giovani della seria A. Tutti a elogiare il bel gioco, il carattere, il coraggio con cui i viola hanno fermato la Juve.
     
    UNA VIGILIA troppo mielosa, per i gusti di un allenatore essenziale come Vincenzo che non dice mai una parola in più dello stretto necessario. E infatti gliene bastano pochissime per riportare tutti sui binari giusti, prima ancora di salire sul treno verso Milano: «Non credo che l’Inter sia in crisi, anzi, è una squadra forte, molto esperta che ha un punto in più di noi. Quindi mi auguro che la Fiorentina non la sottovaluti perchè sarebbe un errore fatale presentarsim a San Siro con arroganza, sentendoci superiori. Dobbiamo fare la nostra partita, questo sì, ma con la stessa concentrazione e la stessa intensità messe in campo contro la Juve».
     
    E’ TUTTO QUI, il senso della partita di stasera. E anche il senso di una stagione dove, racconta il tecnico, ufficialmente gli è stato chiesto di «migliorare il gioco» ma lui non si acconterebbe mai. E in fondo nemmeno la famiglia Della Valle se è vero, com’è vero, che dopo due pareggi come aperitivo Andrea ha espresso il desiderio di poter mettere anche qualcosa sotto i denti. Ecco perchè il tecnico rifiuta l’idea di firmare a scatola chiusa per un piazzamento in Europa League: «Adesso dobbiamo trovare continuità di gioco e la maturità necessaria a gestire meglio le partite, poi vedremo quanti punti potremo fare. Ma oggi non firmo niente». Nemmeno un eventuale prolungamento del contratto: «Non serve, abbiamo rinnovato qualche giorno fa».
     
    Quanto al suo amico Stramaccioni, gli conferma profonda stima: «Non si arriva ad allenare l’Inter per caso. Siamo amici, siamo i più giovani ma a San Siro saremo avversari e basta. Come con Cassano, conosco bene anche lui ma al fischio d’inizio si dimentica tutto». Non fa una piega di fronte all’assenza di Sneijder e Palacio: «Tanto mica giocano in 9, purtroppo...». Casomai si preoccupa della mira dei suoi: «Anche i gol dei centrocampisti sarebbero importanti, ci stiamo lavorando». Nel frattempo, stasera andrebbe benissimo anche un’autorete del magazziniere dell’Inter.

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