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  • Inter: i cinque già bocciati da Mancini

    Inter: i cinque già bocciati da Mancini

    La legge del Mancio. Tuttosport elenca i cinque giocatori nerazzurri già bocciati dall'allenatore dell'Inter nelle prime sette giornate di campionato, che hanno già fornito importanti verdetti in vista dell'ennesimo restyling da effettuare sul prossimo mercato di gennaio

    LJAJIC INDOLENTE - Ljajic superato nelle gerarchie anche da Manaj: il serbo dovrà conquistarsi pure un posto nell'Inter che verrà, dato che il club nerazzurro - dopo aver versato 1 milione e 750 mila euro per il prestito alla Roma - dovrebbe sborsarne in estate altri undici per acquistare il suo cartellino. Mancini, che aveva chiesto Eder per rendere attuabile il progetto 4-2-3-1, attende che Biabiany torni al 100% per mettere in atto il progetto e Ljajic, se non riuscirà a entrare in sintonia con l'allenatore migliorando anche l'intensità del lavoro di tutti i giorni, rischia di deragliare rapidamente fuori dal progetto di cui è ancor un corpo estraneo. 

    TRE TERZINI - Montoya e D'Ambrosio ancora a zero presenze; 'desaparecido' pure Nagatomo. Hanno radici nella travagliata estate nerazzurra gli ostracismi a D’Ambrosio (a prescindere dai problemi fisici avuti con l’incidente stradale prima del match con la Fiorentina) e Nagatomo: Mancini - non schierandoli in amichevole o preferendo loro il giovane Dimarco - aveva chiaramente fatto capire ai due come non facessero parte del progetto. D'Ambrosio e Nagatomo hanno rifiutato qualsiasi soluzione venisse loro sottoposta dal club e Mancini, restando fedele alla linea, non ha mai utilizzato l'ex torinista, mentre a Nagatomo ha riservato gli ultimi 14 minuti, recupero compreso, contro il Carpi. 

    BROZOVIC - La trasferta di Modena è coincisa pure con l'ultima presenza da titolare per Brozovic, la cui parabola discendente è iniziata proprio con la fine del mercato: il croato è stato titolare con Atalanta e Carpi (ovvero prima che arrivasse Felipe Melo) e poi, una volta completata la rosa, si è dovuto accontentare delle briciole (dieci minuti con il Chievo e quattordici con la Fiorentina), non il massimo nella stagione che porterà agli Europei. 

    KONDOGBIA - La Gazzetta dello Sport analizza il redimento di Kondogbia, il gigante intrappolato nella terra di mezzo: da interno attacca e difende poco, presto Mancini lo penserà nei due del 4-2-3-1 come ai tempo del Monaco. Qualcuno, extra club, sussurra proprio che la valutazione di 35 milioni gli stia pesando e che questo sia realmente il macigno che lo fa sentire meno sciolto di come sarebbe in realtà. Kondogbia non è ancora decollato veramente, ma è in crescita: una lievitazione lenta, ma evidente e progressiva. 

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