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  • Inter, il dott. Volpi: 'Molti giocatori che sento sono preoccupati'

    Inter, il dott. Volpi: 'Molti giocatori che sento sono preoccupati'

    Così Piero Volpi, responsabile dell’area medica dell’Inter, ha parlato a Sky Sport in chiave ripresa della Serie A: “Io due mesi fa ho avuto il Coronavirus, sono stato anche ricoverato per questo. Il problema lascia strascichi anche dal punto di vista psicologico, non solo fisico. Anche nei calciatori e negli sportivi è un tema da non sottovalutare. A breve spero di riprendere tutte le mie attività”. 

    INCONTRO DI OGGI - “Riunione di Lega per la ripresa? I nodi principali da sciogliere sono quattro: responsabilità penale del medico, ritiro prolungato, quarantena per tutti in caso di positività e il reclutamento della diagnostica (i tamponi e i test sierologici). Non c’è equità legislativa in tutte le regioni al momento. Le linee guida dicono che non devi andare a toccare i test e i tamponi della popolazione. I reagenti tendono a scarseggiare non solo in Italia, ma in tutta Europa”. 

    CALCIO - “Una premessa: sono stato a contatto con tantissime componenti del calcio. Ho trovato in tutti, anche nei giornali, uno sforzo importante, una volontà forte di ripartire. Tutti hanno cercato di ragionare, di portare soluzioni. Questa pandemia però ha delle incertezze che sono difficili da superare, delle debolezze che il mondo del calcio deve far diventare delle sicurezze. Le difficoltà sono tante”. 

    MEDICI - “Responsabilità dei medici? Il ritiro si collega a questo tema. Diventa una forma più alleggerita, perché il calciatore lo hai sotto controllo solo per tot ore, ma i medici non possono essere responsabili in questo caso, tornando i giocatori a casa”. 

    RITIRO - “Ritiro prolungato? La direzione è di non farlo. Il ritiro ha due controindicazioni su tutte: le responsabilità e l’aspetto psicologico dopo due mesi di reclusione. Le società non hanno strutture per stare in ritiro in 60/70 persone. Noi Inter abbiamo fatto i test, ma non siamo in grado di andare in ritiro con tutti. E siamo una società importante, figuratevi quelle con strutture meno importanti. A parte la Juve che ha l’albergo a disposizione, le altre squadre non hanno questa possibilità. È difficile costituire un gruppo chiuso, anche volendo andare in albergo”. 

    PREOCCUPAZIONE GENERALE - “Ho sentito molti giocatori, di nostre squadre e altre: hanno voglia di riprendere, ma sono preoccupati. Oggi nessuno può dare loro garanzie. La categoria sì, è di persone sane, con risposte immunitarie buono. Ma attorno a loro ci sono persone dello staff anche e la responsabilità è su tutto il gruppo, non solo sui calciatori. I giocatori vogliono riprendere, ma non vogliono avere ansia e paura di ricominciare. Quarantena tutti in caso di positività? Le istituzioni stanno facendo uno sforzo, ma questo è il vero scoglio del futuro del nostro calcio. Le decisioni dipenderanno dalla situazione dei contagi e tutto, ma il discorso non sono solo queste settimane di allenamento. Con l’isolamento per tutta la squadra in caso di positività diventerebbe impossibile riprendere”.

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