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    Inter, il "piccolo" Thuram torna a Barcellona: gli allenamenti con Messi ed Henry, oggi è lo spauracchio di Flick

    Inter, il "piccolo" Thuram torna a Barcellona: gli allenamenti con Messi ed Henry, oggi è lo spauracchio di Flick

    Marcus Thuram torna. E questa è la prima cosa che conta, per l'Inter e per Simone Inzaghi, che a Barcellona sperano di regalarsi una notte da leggenda per tenere vivo il sogno Champions League e rispondere a critiche e processi che hanno iniziato a levarsi dopo la sequenza di sconfitte consecutive che ha compromesso la corsa in Coppa Italia e complicato quella in campionato. Marcus Thuram torna, dopo un'assenza che ha pesato nei numeri ma soprattutto nella spinta emotiva di una squadra che appare spenta, fisicamente e mentalmente, dopo una corsa a perdifiato fino ad aprile. Thuram torna e lo fa a Barcellona, dove forse non tutti sanno che iniziò a muovere i suoi primissimi passi da calciatori.

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    Salutata l'Italia e la Juventus, retrocessa in Serie B per lo scandalo di Calciopoli, papà Lilian chiuse la sua carriera (2006-2008) proprio in Catalunya e il piccolo Marcus di anni ne aveva appena 9. La passione per il calcio è sempre stata un affare di famiglia e, come il fratello Kephren, l'attaccante oggi in maglia nerazzurra l'ha coltivata sin da bambino. E lo ha fatto, inizialmente, di blaugrana vestito, coi ragazzi del Barça Escola, col privilegio che non spetta proprio a tutti di potersi allenare al fianco di mostri sacri come Leo Messi e Thierry Henry. L'edizione odierna di Mundo Deportivo ha messo a corredo addirittura una galleria fotografica che ritrae il giovane Marcus Thuram in posa con la Pulce e col connazionale diventato un'icona dell'Arsenal ma che nel Barcellona di Guardiola è diventato campione di tutto.
     

    Oggi Marcus è invece, da una parte, speranza dell'Inter – simbolo di resurrezione personale (appena 4 goal segnati da gennaio) e dell'intero gruppo – e, dall'altra, spauracchio del Barcellona di Flick. Tatticamente il francese è quel tipo di calciatore che, per capacità di strappare in velocità e attaccare la profondità, può mettere a nudo i limiti di un avversario che accetta il rischio di giocare con la linea difensiva molto alta ma che alle spalle può essere sorpresa. Anche Inzaghi ha deciso di azzardare, spedendolo in campo dal primo minuto dopo appena una manciata di allenamenti in gruppo al termine di due settimane di riposo quasi assoluto. Per sapere quello che sarà il responso, non resta che mettersi comodi ed attendere.

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