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Inter, in Champions può essere davvero l'anno buono. Il dato "fortunato" che distacca Arsenal, PSG e Barcellona
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Una campagna europea in cui è mancato fin dall'inizio lo 'squadrone spauracchio' che negli ultimi anni avevamo indicato a turno nel Real Madrid o nel Manchester City - guarda caso le ultime due campionesse - e il cui ruolo è stato vacante per tutta la stagione. Interpretato prima dal Liverpool di Slot schiantatosi sul muro Donnaruma; e poi giocoforza dal solito Real Madrid, il cui calcio stanco di Ancelotti è stato però smascherato dalla brillantezza dell'Arsenal di Arteta, finalmente competitivo anche nella principale coppa europea.
E così è rimasta un'inglese, una francese, una spagnola e un'italiana, come nell'inizio di certe barzellette. Qui a sorridere però è sicuramente l'Inter, che dal canto suo vanta in questa competizione un dato statistico che non piacerà agli scaramantici, ma sembra indicare una certa tendenza. Almeno per chi crede - come il sottoscritto - a quella teoria non tangibile ma respirabile, a quelle sensazione di 'anno buono' che si nasconde dietro certe stagioni.
Se per settimane infatti si è andato narrando sulle principali testate sportive nazionali del valore difensivo dell'Inter e sulla sua capacità di concedere pochissimi gol in Europa, dei nerazzurri non si è inspiegabilmente guardato un dato statistico piuttosto contrastante questa narrativa comune. A fornircelo è OPTA nell'elaborazione degli 'Expected Goal Against', ossia l'indicatore che rappresenta la probabilità che un tiro si tramuti in goal subito.
Un dato matematico elaborato sull'analisi di tutte le partite giocate in questa edizione di Champions League da ciascuna squadra; e dall'analisi appunto dei tiri concessi in zone pericolose, che ritradotti in linguaggio più semplice possiamo indicare come le situazioni di alto pericolo per il portiere; quelle che fanno tremare i tifosi sulla sedia per intenderci.
Ecco, con soli 5 gol subiti in 12 partite l'Inter resta la miglior difesa di questa edizione della Champions, ma al tempo stesso gli 'Expected Goal Against' ci dicono che i nerazzurri avrebbero teoricamente dovuto subire molte più reti. Sono addirittura 13.13 i gol che l'Inter avrebbe dovuto subire valutando tutte le occasioni costruire dalle squadre avversarie incontrate dai nerazzurri, per un bilancio che al netto delle 5 reti incassate mette appunto la squadra di Inzaghi a un differenziale di -8.13.
Insomma, secondo la statistica applicata alle occasioni concesse dalla difesa nerazzurra, l'Inter avrebbe dovuto subire ben 8 reti in più di quanto non abbia realmente fatto. Un'anomalia piuttosto ampia. I nerazzurri sono per distacco la squadra con il miglior dato di questa edizione, anche tra quelle effettivamente già fuori dai giochi. L'Arsenal ad esempio, la seconda migliore tra le quattro che si contenderanno la Champions, ha subito un totale di 7 gol a fronte dei 10.67 al dato 'Expected Goal Against'.
Per intenderci: ha subito solo 3 gol 'e mezzo' in meno di quelli che avrebbe dovuto subire. Insomma, una statistica piuttosto interessante, specie se a chiudere questa analisi andiamo a guardare i dati di Barcellona e PSG, le altre due squadre rimaste in gara. I catalani, avversari dell'Inter in semifinale, hanno concesso fin qui un totale di 17 gol. Il loro dato degli 'Expected Goal Against' indica un 18.56, confermandoci come in sostanza il Barca abbia incassato più o meno le reti che avrebbe dovuto incassare (un gol e mezzo in meno). La stessa identica cosa per il PSG, che con il suo 13.55 alla voce 'Expected Goal Against' e i 14 gol realmente subiti in tutta la competizione, ha addirittura un differenziale positivo, ossia il PSG ha concesso 'mezzo gol' in più di quanto avrebbe dovuto fare secondo l’analisi statistica delle sue partite.
Per quanto il calcio non sia chiaramente materia in cui la matematica dice tutto - anzi - quel che rimane è una statistica interpretabile, appunto, come il più classico fin qui degli anni fortunati, delle stagioni in cui oltre all'evidente forza e valore del collettivo messo insieme dalla società e ben guidato da Simone Inzaghi, convive anche un pizzico di fato necessario ad arrivare in fondo. Quella caratteristica fondamentale per cui non esiste allenamento ma solo l'allineamento: pianeti, dei e divinità varie. L'intangibile che diventa realtà dei fatti.