Calciomercato.com

  • Inter in crisi, ecco le colpe di Mazzarri

    Inter in crisi, ecco le colpe di Mazzarri

    • Massimo Airoldi

    L'Inter era partita bene in questa stagione: un nuovo gioco, nuove idee, recupero mentale dei giocatori, il tutto in seguito alla debacle dello scorso anno che aveva visto i nerazzurri arrivare noni in campionato. Con il passare del tempo però tutto ha iniziato a regredire.

    Uno schieramento tattico unico al mondo: il 3-6-1, che ha portato la squadra ad accumulare una serie di pareggi e un distacco in classifica dalle prime posizioni che inizia ad essere rilevante.

    Le ragioni principali di questa involuzione sono da ricercare soprattutto nell'aspetto tattico con cui la squadra viene mandata in campo.

    Non è ben chiaro il motivo per cui Palacio viene lasciato isolato in attacco, costretto continuamente a correre e dimenarsi contro le difese avversarie. Spesso largo sulla fascia, l'argentino non trova l'appoggio dei compagni in area di rigore. Per il gioco di Mazzarri, che si sviluppa principalmente sulle fasce laterali (con Nagatomo e Jonathan sempre positivi e propositivi), appare un controsenso avere un'area di porta spesso sguarnita che porta troppo spesso la squadra a trovarsi in inferiorità numerica nelle azioni offensive. Emblematiche alcune situazioni emerse nel pareggio con il Parma, nell'ultimo match disputato in casa dai nerazzurri, dove spesso si sono venute a creare situazioni in cui vi erano solo 2-3 giocatori dell'Inter contro 6-7 giocatori gialloblù: situazione che talvolta si è verificata anche ieri sera contro il Napoli.

    Un centrocampo così folto, composto da ben 6 uomini, se non ha la giusta elasticità e sincronia di movimento, porta ad allargare ancor più le maglie di un filtro che in realtà non c'è: in questo modo si lascia la difesa in balia degli uno-contro-uno avversari. Questa situazione si verifica ancor di più se gli uomini non sono fisicamente in buona condizione. Capita quindi che con Guarin giù di tono, Taider approssimativo e Alvarez evanescente, la difesa nerazzurra si trovi scoperta e si vengono a creare gli spazi per le ripartenze avversarie (è accaduto ieri contro il Napoli in occasione del primo e del quarto gol degli azzurri).

    Con un centrocampo così folto si ha il più delle volte un giro-palla che appare piuttosto lento, prevedibile, ma ancor più mancano le verticalizzazioni rapide, che appartengono al repertorio di Mazzarri, e che portano agli inserimenti dei centrocampisti (come avvenuto ieri in occasione del gol di Cambiasso). Mancano quelle verticalizzazioni tipiche che portavano agli inserimenti di Hamsik o di Dzemaili, ai tempi in cui il tecnico toscano allenava il Napoli.

    Una sola punta isolata in attacco, un centrocampo folto ma non in condizione, costringe la squadra ad arretrare il suo baricentro, lasciando agli avversari  la possibilità di prender, con la possibilità di attaccare anche con i difensori: si viene così a creare un predominio totale nella zona mediana (come nel match contro la Sampdoria).

    Mazzarri non ha mai giocato in questo modo: ecco perchè sembra quasi che il tecnico toscano stia snaturando il suo credo calcistico, per seguire una strada che fino ad ora ha portato l'Inter lontana dai vertici. Nelle prime gare, le reti nerazzurre erano arrivate con Palacio affiancato da Icardi o comunque da un uomo che stazionasse accanto a lui, davanti all'area di rigore. Belfodil, posizionato lontanissimo dalla porta, largo a destra e inserito a 5 minuti dal termine, non contribuisce certo ad un apporto offensivo determinante. Il rischio di "bruciare" giovani promesse su cui l'Inter ha investito, come gli stessi Icardi e Belfodil, o Kovacic e Wallace, è tangibile.

    L'Inter e Mazzarri devono chiarirsi le idee sui quali siano i veri obiettivi stagionali: ancor prima della fine del girone d'andata pare un'impresa titanica raggiungere il terzo posto. Appare chiaro come, arrivati a questo punto, in casa Inter sia necessario un cambiamento, che in primis dovrà essere di natura tattica visto il trend negativo in cui è incappata l'Inter e da dove sembra non riuscire a venirne fuori.

    Altre Notizie