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  • Inter l'anti-Juve, ma occhio alla Roma. Milan, altro che Berlusconi: bravo Allegri

    Inter l'anti-Juve, ma occhio alla Roma. Milan, altro che Berlusconi: bravo Allegri

    E' l'Inter l'anti Juve. La vittoria sul Napoli rilancia prepotentemente i
    nerazzurri nella scia della capolista e toglie dai guai Stramaccioni che, a
    causa dell'autogol Sneijder segnato dalla società nel momento sbagliato,
    rischiava di avvitarsi su se stesso e di finire in caduta libera. Invece,
    Guarin e Milito hanno tolto il tecnico dai guai e ora l'Inter respira.
     
    Intanto, Antonio Conte torna in panchina dopo 122 giorni e trova
    la Juve piu' bella e piu' forte di prima. La vittoria di Palermo,
    firmata Liechsteiner, che ha significativamente dedicato
    il gol al proprio tecnico, ha chiuso alla grande una settimana
    trionfale per la capolista, esaltata dal colpo di Donetsk
    grazie al quale e' entrata negli ottavi di Champions League
    dalla porta principale.
     
    Conte confessa di avere vissuto quattro mesi di dolore e ne
    ha ben donde: basta leggere la motivazione della squalifica
    piu' che dimezzata dal Tnas, per rendersi conto che l'allenatore
    e' stato punito senza lo straccio di una prova e questo bisogna
    ricordarlo sempre al Palazzo che si preparara a confermare
    Abete per altri quattro anni.  Cosi',  la riforma della giustizia
    sportiva restera' una chimera, come la legge sugli stadi che 
    la crisi politica e l'incipiente scioglimento delle Camere hanno
    definitivamente affossato dopo 4 anni e mezzo di agonia. 
     
    D'altra parte, questo e' il tempo dei dinosauri. Prendete Berlusconi,
    per esempio: i suoi leccapiedi si ostinano a propalare la facezia
    secondo la quale, basta che  il Cavaliere vada a Milanello e i rossoneri vincono.  
    A parte il fatto che il presidente onorario era atterrato a Carnago anche
    prima di Zenit-Milan e sappiamo com'e' andata a finire, i meriti
    della terza vittoria consecutiva in campionato, centrata a Torino
    ancora in rimonta e del settimo posto in classifica sono tutti di Allegri, El Shaarawy,
    (gol n.13 in 16 gare, addirittura meglio del primo Van Basten rossonero) 
    e degli altri giocatori rossoneri. E non credete nemmeno a Berlusconi
    quando dice che Balotelli sia irraggiungibile: disperatamente alla
    ricerca di nuovi consensi in politica, l'ex premier cerchera' di prendere SuperMario
    in ogni modo, anche a costo di svenarsi. Provare per credere.  
     
    In attesa di sapere stasera se, come afferma Petkovic in uno slancio di ottimismo,
    la vera anti-Juve sia la Lazio, c'e' una squadra che merita ogni attenzione
    ed e' la Roma. La spettacolare vittoria sulla Fiorentina, la quarta consecutiva
    dopo la sconfitta nel derby, non soltanto ha consentito ai giallorossi di
    agganciare il quarto posto, ma costringe tutte le squadre in lizza
    per lo scudetto,la Champions League e l' Europa League a fare i conti con Zeman.
     
    Il quale Zeman, dopo le imbarcate prese nella prima parte della
    stagione, ha trovato la quadratura del cerchio. Bellissima dalla cintola
    in su (Totti e' in stato di grazia e ora, a quota 221 gol  A e' a sole
    quattro lunghezze da Nordhal) ora la Roma ha imparato a coprirsi: lo
    testimoniano le sole 3 reti incassate negli ultimi 360 minuti e la crescita
    esponenziale di Marquinhos, classe 1994, talento purissimo.
     
    Il 4-2 patito sabato sera frustra le ambizioni di Montella, ma non intacca
    il giudizio largamente positivo sul lavoro dell'ex romanista che ha avuto
    il coraggio di sfidare Zeman in casa sua, ha perso la partita dopo un confronto
    leale ed entusiasmante, ma non ne esce ridimensionato.
     
    Invece, il campionato registra la progressiva autodisintegrazione del Genoa
    piccolo piccolo, la cui vittoria a Bergamo era stata tanto casuale quanto
    immeritata: tant'e' vero che anche il Pescara di Bergodi (prima vittoria)
    ne ha approfittato. La zona salvezza e' magmatica: grazie a Paloschi (4 gol
    nelle ultime 2 partite), il Chievo sprizza salute da tutti i pori; Cagliari e Siena
    hanno ricominciato a soffrire, ma lo sapevano sin dall'inizio.
     
    Non sa che cosa sia la sensibilita', il signor Gennaro Palazzino. Chi era costui? Ma e'
    l'arbitro di Vicenza-Livorno: ha ammonito Paulinho, reo di avere mostrato la
    scritta "Ciao, Moro", dopo avere segnato ai veneti. Piermario Morosini aveva
    giocato sia nel Vicenza sia nel Livorno. Tutto il pubblico ha applaudito 
    il gesto di Paulinho, l'arbitro no. L'arbitro gli ha mostrato il cartellino giallo,  
    a norma di regolamento. Un gesto ottuso, ma siamo sicuri che Nicchi e Braschi
    assolveranno lo zelante Palazzino. L'importante e' non vedere gol netti e rigori
    sacrosanti. Ciao, Moro. E perdonali, se puoi: non sanno quello che fanno.
     
    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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