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  • Inter: l'importante è vincere, non importa come. Il rumore dei nemici è tornato
Inter: l'importante è vincere, non importa come. Il rumore dei nemici è tornato

Inter: l'importante è vincere, non importa come. Il rumore dei nemici è tornato

  • Filippo Tramontana
    Filippo Tramontana
Devo essere sincero, dopo aver visto l’Inter di questo inizio di stagione mai avrei pensato di vederla tornare a Milano dal Mapei Stadium con una vittoria così netta e meritata. Vincere 3-0 in trasferta contro una squadra fino a oggi imbattuta e spettacolare non è cosa da poco soprattutto per l’Inter abituata, da settembre ad oggi, a soffrire e prendere quasi sempre 2 gol a partita. 

Il Sassuolo ha l’attacco più prolifico del campionato e tutto lasciava pensare che, contro questa Inter poco “difesa”, la squadra di De Zerbi avrebbe aumentato il suo bottino di gol. Così non è stato, l’Inter è partita subito forte, determinata e concentrata come mai prima di oggi, unita tra i reparti, solida e cinica (finalmente anche un po' fortunata) e alla fine ha vinto con merito.

Conte e la società hanno un progetto ambizioso, vogliono vincere giocando un calcio fatto di possesso e dominio. Forse un giorno sarà così, magari capiterà in futuro che l’Inter vincerà dominando sempre il gioco ma non è questo il tempo di pensarci. Ora bisogna stare sul concreto, creare le basi, come dice sempre Marotta, vuol dire cominciare ad alzare trofei, vittorie che dalle parti di Appiano non si registrano da 10 anni ormai. Poco importa come ci si arrivi, se ci si arriverà giocando di rimessa e contropiede andrà bene lo stesso, anzi ben venga. L’importante per tutto l’ambiente è vincere, vincere partite nel maggior numero possibile.

La sensazione, fin qui testimoniata dai fatti, è che questa squadra renda molto di più quando riparte. I giocatori, come successo a Reggio Emilia, riescono a concentrarsi a stare vicini, aiutarsi e ripartire insieme. La qualità davanti c’è e così forse la si sfrutta meglio. Tre gol in trasferta contro l’imbattuta seconda in classifica non sono da trascurare. Ieri la squadra è sembrata a proprio agio con il nuovo-vecchio vestito che l’allenatore tante volte le ha fatto indossare l’anno scorso.

Forse questa squadra in questo momento è più “rude” che “fine”, è forse votata al difendersi, riconquistare palla e ripartire. Ma io dico, anche se fosse così che male ci sarebbe? Le accuse da fuori arrivano quando i risultati non ci sono, quando butti via le partite, quando vieni eliminato da una competizione. Mai nessuno dopo 10 anni di non vittorie, di zero in bacheca, ti accuserà di aver vinto un trofeo giocando in ripartenza, senza fare il “loro” cosiddetto bel gioco (che poi vai a capire che cosa mai sarà questo benedetto bel gioco).

Quindi si badi alla sostanza, al portare a casa il risultato che poi al bel gioco (mah) ci penseremo poi. A me l’Inter ieri è piaciuta molto, mi è tornata a piacere, dopo i tentativi di essere un po’ snob delle ultime uscite. L’Inter deve essere cattiva, concentrata e cinica. I giocatori devono sentirsi a proprio agio e poi c’è tutto per fare bene di conseguenza. Il pressing a tutto campo con la “bava” alla bocca ad oggi non è per noi.

Conte ieri ha ridisegnato l’Inter ed è tornato il Conte dell’anno scorso anche nelle dichiarazioni post partita. Il rumore dei nemici è tornato, esterno o interno che sia. Ma se l’anno scorso il Conte furioso mi preoccupava anche in vista di un futuro rapporto con la dirigenza oggi paradossalmente mi consola un po'. Ho rivisto e ritrovato l’allenatore “assatanato” che vuole vincere, quello sempre incazzato e quindi non snaturato. E’ tornata la sua Inter (che difende dagli attacchi esterni) in campo e la sua vecchia vena incazzata e polemiche fuori dal campo. Va bene così. In tanti accusano Conte per il suo passato juventino, io non sono tra questi. Sentirgli dire che l’Inter storicamente non è tutelata dai media, che è sempre sotto accusa e tutto questo è scandaloso non può che far piacere a un tifoso dell’Inter, ora anche lui dopo anni si è accorto di quella che per noi è realtà quotidiana.

La vittoria di sabato è stata preziosissima non solo per la classifica ma per la direzione. Ormai in Champions il nostro destino è (quasi) segnato, ma in campionato c’è tutto il tempo per riprendere la retta via, speriamo che contro il Sassuolo sia stato solo l’inizio della nostra rinascita.

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