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  • Inter, l'ultima tentazione di Icardi: un'azione legale per svincolarsi
Inter, l'ultima tentazione di Icardi: un'azione legale per svincolarsi

Inter, l'ultima tentazione di Icardi: un'azione legale per svincolarsi

La guerra fredda tra Mauro Icardi e l'Inter prosegue, senza sosta, anche a distanza. Marotta e Ausilio hanno comunicato all'argentino che non rientra più nei piani della società, e lo stesso Antonio Conte ha avallato la linea dirigenziale. I nerazzurri già danno la caccia al sostituto, tra Dzeko e Lukaku, ma l'ex capitano non sembra avere alcuna intenzione di andar via. O, almeno, di farlo in modo pacato.

LA TENTAZIONE - L'ultima tentazione di Icardi, secondo quanto riferito da Repubblica, è di porre in essere un'azione legale contro l'Inter per mobbing. Il giocatore potrebbe chiedere al collegio arbitrale della Serie A la risoluzione del suo contratto con i nerazzurri, in scadenza il 30 giugno 2021. Sempre secondo il quotidiano, sarebbero già stati avviati contatti preliminari tra lo staff del giocatore e legali esperti in diritto del lavoro. Qualora Icardi dovesse arrivare a chiedere la risoluzione e il collegio gli desse ragione, il centravanti potrebbe liberarsi a zero dall'Inter e scegliere da solo la sua nuova squadra. Una mossa simile a quella che consentì a Goran Pandev di passare dalla Lazio proprio all'Inter.

IL CASO - Il caso specifico dell'argentino è diverso da quello del macedone e, secondo Repubblica, in fatto e in diritto, le possibilità di vittoria sono risicate, ma ci sono. Il collegio potrebbe infatti riconoscere un comportamento non corretto dell'Inter, dalla rimozione della fascia da capitano alla mancata convocazione con la Lazio del 31 marzo, passando dall'isolamento nello spogliatoio al braccio di ferro nel rinnovo contrattuale. Tecnicamente Icardi potrebbe sostenere che l'Inter lo ha trattato, ingiustamente, in modo diverso rispetto agli altri compagni. Semmai l'argentino dovesse rivolgersi al collegio arbitrale, l'Inter potrà resistere in giudizio con buone chance di vittoria. La società ha le sue ragioni da opporre: i calciatori, se chiamati a farlo, devono scendere in campo, cosa che Icardi non fece durante l'esilio auto impostosi per due mesi, dopo la rimozione della fascia da capitano.

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