AFP via Getty Images
Inter: la necessità di 'fare la guerra' di Conte e l'eleganza di Eriksen. Mondi inconciliabili, aveva ragione Mourinho
"FARE LA GUERRA" - Lo stile di allenatore che Antonio Conte rappresenta si rifà senza mezzi termini alla terminologia del glossario miliatre. L'allenatore salentino vuole calciatori che "facciano la guerra" agli avversari, "diano fastidio" per 90 minuti, rendano le partite "una battaglia" e rispondano "colpo su colpo". Per poter portare avanti questo genere di missione servono giocatori che hanno voglia e soprattutto bisogno di lottare per esprimersi al meglio. Una caratteristica che un giocatore "elegante", di "classe" pura e "intelligente" come Eriksen fatica ad avere.
MOURINHO AVEVA RAGIONE - Mondi inconciliabili dicevamo, ma era davvero così impossibile prevederlo? Nessuno mette in discussione né il livello internazionale del centrocampista danese, né i risultati ottenuti da Antonio Conte che, per caratteristiche, ricorda molto quel José Mourinho che all'Inter ha lasciato un segno indelebile e che, senza colpo ferire, ha acconsentito all'addio di Eriksen dal Tottenham. Proprio l'ex-Special One ha però confermato in un video "rubato" dal documentario sugli Spurs, il motivo per cui ha liberato il danese, che è (non a caso) lo stesso per cui sta facendo fatica all'Inter: "Gli manca cattiveria. È preziosissimo nelle situazioni in cui la squadra deve congelare il pallone, sa muovere molto bene la sfera e con lui in campo la manovra è più fluida. Però gli manca cattiveria". Questione né di tattica, né di tecnica, né di comportamenti sbagliati. Solo ed esclusivamente "cattiveria". Riuscirà Eriksen a far cambiare idea a Conte? Se non ci riuscirà l'alternativa a un altro anno da riserva sarà soltanto la cessione.