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  • Inter, Lucio:| 'Potevo giocare nella Roma'

    Inter, Lucio:| 'Potevo giocare nella Roma'

    Intervista a Lucio, capitano del Brasile e punto fermo della difesa dell'Inter, che parla della stagione che sta per iniziare e ricorda, tra le altre cose, come sia stato vicinissimo a indossare la maglia della Roma.

    Lu­cio, da capitano della Se­leçao, ci spiega il feeling tra i brasiliani e il cal­cio?
    « Per noi il calcio è di­vertimento e in campo si vede. Quando giochiamo ci mettiamo allegria. Sempre».
     
    Ci parli dei suoi conna­zionali che sono in Italia, iniziando da Maicon: quanto sarebbe impor­tante per l'Inter che ri­manesse?

    « E' il miglior terzino destro del mondo insie­me a Daniel Alves e nel­l'ultima stagione è stato fondamentale. Per l'Inter è meglio che non se ne vada. E poi è un amico che mi ha aiutato parec­chio a inserirmi a Mila­no ».

    Coutinho è pronto per il calcio italiano?
    «L'ho conosciuto in riti­ro e mi sembra un giova­ne concentrato, discipli­nato e dalle grandi poten­zialità. Ha un futuro bril­lante in Europa perché uno con queste doti e questa tecnica è difficile da marcare».

    Può essere l'anno della definitiva esplosione di Pato?

    « In Italia si è già espresso su ottimi livelli, mentre in Nazionale an­cora no. E' arrivato il suo momento».

    Adriano è di nuovo in Italia: sarà un successo o un flop?
    «Dipende da lui. Se fa il bravo e si prepara bene possiede un potenziale incredibile e lo ha già di­mostrato all'Italia e al mondo. Lui ha tutto: for­za, tecnica e velocità. Se la Roma è la squadra ideale per lui lo dirà il tempo, ma glielo auguro. Siamo arrivati nel grup­po della Selecao insieme e siamo amici».

    E' vero che Lucio avrebbe potuto giocare nella Roma?

    « Nell'estate 2003 era quasi tutto fatto. La Ro­ma aveva già firmato il contratto con il Bayern Leverkusen, ma con me non c'era nessun accor­do. Tutti davano per scontato che avrei detto di sì e il direttore sporti­vo della Roma ( Franco Baldini -n.d. i.)aveva an­nunciato la conclusione dell'operazione senza parlarmi. Quando ci sia­mo incontrati mi hanno offerto meno soldi rispet­to a quelli che guadagna­vo a Leverkusen. Non po­tevoaccettare».


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