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  • Inter: non si prende Conte per arrivare secondi. Obiettivo scudetto ed è già davanti a tutti

    Inter: non si prende Conte per arrivare secondi. Obiettivo scudetto ed è già davanti a tutti

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    L’Inter parte davanti a tutti. Infatti mentre la Juve è ancora senza allenatore, il Napoli non ha pianificato la campagna-acquisti, Milan e Roma aspettano risposte dai direttori sportivi che a loro volta dovrebbero scegliere la guida tecnica, i nerazzurri hanno almeno una pista di vantaggio sui diretti concorrenti.

    A giorni presenteranno Conte e il suo staff, Marotta è al lavoro da cinque mesi, sta per tornare Oriali, Godin è preso, Lukaku è già stato a Milano e Barella spinge il Cagliari per venirci. Insomma fatti, non parole.

    Il tempo è danaro e all’Inter ne servirà tanto per rinforzare una squadra alla quale Conte darà soprattutto una nuova mentalità. Ma siccome nessun allenatore può essere o rimanere grande senza una società organizzata alle spalle, si può dire che la struttura dell’Inter sia entrata in azione con prontezza e puntualità. Se Conte è Conte, Marotta è il Conte dei dirigenti. In più, come l’allenatore salentino, vuole dimostrare a tutti che molte delle vittorie della Juventus erano ascrivibili anche a lui, non solo ad Allegri o ad Agnelli.

    E’ vero che trapiantare uno juventino ortodosso come il tecnico leccese sulla panchina dell’Inter non è un’impresa facile per ragioni ambientali, né favorevole per i precedenti (fallì anche uno come Lippi), tuttavia Conte oggi rappresenta il meglio del made in Italy.

    A volte rammento, non senza una stilla di veleno, che Conte, in Europa, non ha vinto nulla pur avendo guidato la Juve (due volte in Champions e una in Europa League) e il Chelsea. Ma onestà mi impone di sottolineare che tutte le sue prime volte in campionato sono state da numero 1: tre scudetti consecutivi alla Juva, una Premier e una FA Cup con il Chelsea. Di solito Conte va meglio quando non deve affrontare la Champions (primo anno alla Juve, primo anno al Chelsea), ma tempo verrà, e potrebbe essere assai prossimo, in cui un traguardo non pregiudicherà l’altro.

    Comunque è troppo presto per affronatre gli aspetti sportivi. In questa fase, cioé a meno di una settimana dalla fine del campionato e con in cassa una Champions League sofferta ma utile, l’Inter corre verso la nuova stagione a pieno organico societario e con idee precise per il mercato. Icardi non resterà, questo è pacifico, perché non piace al nuovo allenatore, perché il rapporto con il resto dello spogliatoio è rotto, perché la società ne ha avuto abbastanza dei comportamenti suoi e della sua agente-moglie. Venderlo non è impossibile anche se la stagione, tra rendimento tecnico, infortuni veri o presunti, errori fatti e ripetuti non è stata positiva.

    Il suo sostituto dovrebbe essere Lukaku (Manchester United) che però ha costo e ingaggio molto alti. Non aver, però, problemi di spesa o averli in maniera del tutto inferiore rispetto agli anni precedenti, colloca l’Inter in una prospettiva completamente diversa rispetto al passato. Non ha ancora un fatturato a livello della Juventus, ma adesso Zhang può certamente competere con il club bianconero.

    Il resto lo dovrà fare la dirigenza e lo stesso Conte. Importante arrivare primi sugli obiettivi di mercato (Chiesa lo è e la Juve, per ora, è stata battuta) e poi integrarli in un progetto tecnico compatibile con le aspirazioni. È prestissimo per fare previsioni, ma non si prende Conte per arrivare secondi o terzi. L’obiettivo è lo scudetto e farlo capire subito a tutti è il primo compito della dirigenza. Nessuna presunzione, solo la consapevolezza che a distanza di quasi dieci anni dalla conquista dell’ultimo campionato, è giunta l’ora di tornare a essere quel che l’Inter rivendica come patrimonio genetico: grande squadra in grande club.      
     

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