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  • Inter, Pioli come de Boer: una narcosi
Inter, Pioli come de Boer: una narcosi

Inter, Pioli come de Boer: una narcosi

  • Giancarlo Padovan
L’Inter ripiomba nel buio e la luce gliela spegne il Napoli in meno di cinque minuti. Poi, per un paradosso del calcio, Reina finisce nell’elenco dei migliori per aver salvato due volte su Icardi e una su Candreva, ma seguendo un giudizio onesto, gli uomini di Sarri avrebbero potuto fare sei gol.

Invece il Napoli si è fermato a tre, ma non serve ricorrere al punteggio per stabilire che una squadra ha dominato e l’altra ha arrancato, come è stato nei tempi recenti di Frank de Boer. Stefano Pioli subisce la prima sconfitta in campionato alla terza partita. Ed è la più dura perché stabilisce che l’Inter ne ha già patite troppe (sei) per non dover ritrovarsi lontanissima dalla zona europea. La buona prestazione con il Milan e il successo contro la Fiorentina non rappresentavano sintomi di miglioramento, solo il risveglio dopo una lunga narcosi, sempre incombente, sempre recidiva. A Napoli, oltre a non segnare, l’Inter ha peggiorato il passivo dei gol. Ora siamo a 21 subiti, gli stessi dell’Empoli, cinque più del Chievo. 

Perché la fase difensiva continua a essere pessima? Perché, oltre ad errori individuali gravi e reiterati, questa volta l’Inter è mancata quasi totalmente sul piano del pressing e dell’aggressività. A qualche movimento sbagliato si è aggiunta l’assoluta incongruenza dei tempi di gioco. E’ come se interi reparti fossero fuori sincrono, determinando spazi per le giocate avversarie.

Certo che il primo gol del Napoli (2’) è stato bello, anche se viziato da un millimetrico fuorigioco di Callejon. Altrettanto certo, però, è che Kondogbia non segua Zielinski e che sulla sponda di testa dello spagnolo ci sia una doppia chiusura ritardata.

Più grave quanto accaduto in occasione del raddoppio di Hamsik (5’). A sbagliare non è - come dice Lele Adani - chi non chiude su di lui, ma Ranocchia che va a raddoppiare su D’Ambrosio, mancando la palla e sguarnendo la zona. E’ lì che lo slovacco si infila freddando Handanovic. 

Il Napoli è stato in assoluto controllo e non solo per il doppio vantaggio, ma per come faceva viaggiare la palla in senso verticale. Questa attività dei centrocampisti - in particolare di Zielinski - ha giovato soprattutto a Manolo Gabbiadini che nel giro di dieci minuti (10’ e 18’) è andato a concludere due volte. La prima di sinistro da dentro l’area e la seconda di testa su cross di Ghoulam, sempre molto positivo. Gabbiadini, costantemente sostenuto dai tifosi presenti al San Paolo, ha giocato un ottimo primo tempo e complessivamente una partita sufficiente, a dimostrazione che l’unica cosa di cui ha bisogno è la fiducia di Sarri. 

Mentre l’Inter è stata spesso lunga, il Napoli si è disposto con una compattezza omogenea sia nella fase difensiva, sia in quella offensiva. In pratica è come se la squadra si fosse mossa come un corpo unico che rispetta distanze e misura. Da questo punto di vista e, più precisamente, della forma e della sostanza, Sarri è riuscito a ritrovare il Napoli che si era fatto ammirare all’inizio della stagione. Il meglio che ci si potesse aspettare a tre giorni dalla trasferta di Lisbona che deciderà il passaggio del turno in Champions League.

Il terzo gol che ha sotterrato l’Inter si è collocato in avvio di ripresa (6’) e dopo due angoli consecutivi che i nerazzurri hanno concesso troppo banalmente. Sul secondo, Handanovic ha sventato corto, poco fuori dell’area del portiere, Albiol l’ha rimessa al centro dove Insigne ha anticipato tutti con un tiro al volo di giustezza. Gli analisti più avveduti hanno sottolineato quanto sia stata scarsa la reattività dei difensori situati davanti alla linea di porta. E’ vero, infatti, che essa va difesa, ma non facendo muro statico su un’azione che si stava ancora sviluppando.

A quel punto tutto è finito per tutti. Tutti tranne che per un giocatore: vale a dire Rog, mai impiegato finora da Sarri. Preso il posto di Hamsik (31’ della ripresa), Rog ha fatto vedere qualche spunto. Nulla per giudicarlo (basterebbe il suo Europeo), ma forse un segnale di pace che Sarri ha lanciato a De Laurentiis. Il presidente in settimana si era lamentato per non aver ancora visto il croato in campo e il suo allenatore finalmente lo ha accontentato. Ma il disgelo vero ci sarà solo se il Napoli si qualifica in Champions. Altrimenti il grande freddo potrebbe perfino compromettere i germogli della prossima primavera.                     

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