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  • Inter, processo a Conte: dalla Champions al mercato, le 5 accuse

    Inter, processo a Conte: dalla Champions al mercato, le 5 accuse

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Processo a Conte. Inevitabile se si guarda il cammino di questa sua Inter, che non vince e non è bella, non è solida e non è cattiva. A Madrid la conferma, una sconfitta grave ancorché evitabile e non netta: adesso la qualificazione in Champions è appesa a un filo. Pensando poi all’ingaggio che l’Inter riconosce all'allenatore, la sua incapacità di far compiere il salto di qualità ai nerazzurri appare ancor più clamorosa. Perché i soldi non sono tutto, ma se te ne danno così tanti - cinque o sei volte in più rispetto al secondo tecnico meglio retribuito della serie A - allora devi rappresentare un valore aggiunto.

    Abbiamo indicato 5 capi d’accusa, li trovate qui sotto. Il verdetto ve lo anticipiamo: nonostante la grande ammirazione che continuiamo ad avere per quanto Conte ha saputo fare in carriera, è colpevole di quanto sta accadendo all'Inter. Ma ovviamente ha ancora tempo per venirne fuori vincitore.

    1 RISULTATI - In questa stagione l’Inter ha vinto tre partite su nove: contro Fiorentina (soffrendo), Benevento e Genoa. Pochissime. Non appena il livello degli avversari si è alzato (ma non sempre e non troppo), sono cominciati i guai: sconfitte con Milan e Real, altri due pareggi in Champions, stesso risultato contro Lazio e anche Parma. Un percorso decisamente insufficiente per una squadra che vuole competere ai massimi livelli in Italia e in Europa. Le sorti del campionato sono tutte da decidere, la Coppa invece è già a rischio. E uscire un’altra volta nel girone eliminatorio, per di più in un gruppo per niente proibitivo, sarebbe imperdonabile.

    2 CHAMPIONS - Il percorso di Conte nella manifestazione europea più importante è desolante: ha raggiunto una volta i quarti con la Juve e una volta gli ottavi con il Chelsea, mentre in altre due circostanze (sempre con la Juve e nella scorsa stagione con l’Inter) è stato fatto fuori nel girone eliminatorio. Considerata la forza delle squadre con cui ha partecipato, il bilancio è davvero negativo. E in nerazzurro rischia di essere quasi imbarazzante: finora in due anni a Milano ha vinto in Champions due partite su nove, e nell’edizione in corso ha preso due punti in tre gare. Rimane la sensazione che tra Conte e la Champions ci sia un conto aperto. E che l’allenatore ne esca sempre male.

    3 DIFESA - Le squadre di Conte hanno sempre costruito le loro vittorie sulla solidità difensiva: questa Inter l’ha smarrita. In Champions ha già incassato 5 gol, in campionato 10. Allarmante soprattutto questo ultimo dato: nello scorso torneo i nerazzurri, migliore retroguardia della stagione, hanno preso 36 reti in 38 incontri; adesso sono quasi a un terzo dei gol subiti (10) in meno di un sesto delle gare (6). Gli sbandamenti dell’irriconoscibile De Vrij e compagni sono eclatanti, l’allenatore non può non risponderne.

    4 MERCATO - Alla fine della scorsa stagione Conte si è impossessato delle scelte di mercato dell’Inter. Ha voluto soprattutto Vidal e Kolarov, ma il rendimento dei due vecchi campioni finora è stato insoddisfacente. Li ha voluti a tutti i costi perché era sicuro che avrebbero portato esperienza e grinta, hanno combinato soprattutto danni. E questa per il momento è una sua grande sconfitta, anche a livello di peso all’interno della società e al cospetto della proprietà cinese. In compenso, con le sue scelte, Conte sta bruciando Eriksen, un patrimonio del club, importantissima operazione di gennaio.

    5 CATTIVERIA - L’Inter non ha la voglia di prevalere, il coraggio, l’aggressività che hanno sempre esaltato Conte, dalla Juve alla Nazionale fino al Chelsea (ma già prima, quando cercava di emergere in serie B). E anche l’atteggiamento di Antonio è anomalo, quasi fosse un’altra persona, più misurata, meno vincente. Così, quando le partite entrano nella fase decisiva, i nerazzurri - anziché salire di tono - quasi si spengono. Colpa dell’allenatore? Sì, almeno in parte. E’ cambiato perfino il suo linguaggio del corpo: un tempo sembrava spingere i suoi alla vittoria, accompagnandoli dalla panchina; ora è diventato improvvisamente moderato, quasi riflessivo. Il Conte che conoscevamo, e che vinceva, sarebbe stato furibondo per avere perso una gara come quella di Madrid, mentre adesso celebra la sconfitta a testa alta. Condanniamolo, sì: cambio di identità.

    @steagresti
     

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