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  • Inter, sarà rivoluzione in attacco: solo Lukaku ha la certezza di rimanere

    Inter, sarà rivoluzione in attacco: solo Lukaku ha la certezza di rimanere

    • Pasquale Guarro
    Di quattro potrebbe rimanerne solo uno. Forse è presto per parlare di futuro, ma di fatto l’anno prossimo l’Inter rivoluzionerà l’attacco. Si ripartirà ovviamente dall’unico punto fermo, Romelu Lukaku, arrivato in estate proprio per essere una delle colonne portanti di un progetto che mira a raggiungere vette ambiziose. Per questo motivo Marotta non ha badato a spese per il belga: 80 milioni allo United e 8 milioni netti l’anno al calciatore. Cifre che non lasciano dubbi: l’Inter crede in Big Rom e da lui vuole partire per rifondare un attacco che sembra destinato a cambiare molto. 

    AI SALUTI - Sanchez tornerà allo United, Esposito andrà a giocare in prestito e Lautaro Martinez sembra ormai destinato a vestire blaugrana. Conte li elogia tutti e sa di avere a che fare con professionisti, ma in queste sono situazioni che un pochino di ansia possono crearla quando sei nel pieno di una corsa scudetto. Il calcio del 2020 è anche questo, ma il tecnico salentino non è uno sprovveduto e saprà ugualmente regolare le ambizioni di ognuno dei suoi uomini. 

    CHI PUO' ARRIVARE - A giugno, invece, sarà necessario tornare sul mercato per consegnare nelle mani di Conte un reparto con gol ed esperienza nei piedi. Proseguono i contatti con Giroud e con Mertens, che nelle idee degli uomini mercato nerazzurri dovrebbero sostituire Esposito e Sanchez. Sul belga del Napoli il pressing è costante anche se il ragazzo si sente molto legato agli azzurri e ancora attende una mossa concreta da parte di De Laurentiis. Più complesso, invece, indagare sul sostituto di Lautaro Martinez. L’addio dell’argentino è quotato pochissimo, l’Inter ha congelato il rinnovo e rimandato ogni discorso a fine campionato, ma i dialoghi col Barcellona sono alla luce del sole e il richiamo di Messi è forte nella testa del “Toro”. Da viale della Liberazione non c’è ansia, perché i 111 milioni di euro previsti dalla clausola rescissoria fanno sentire al sicuro i dirigenti. Le risorse da investire non mancheranno e anche ricostruire l’attacco, quando si hanno idee chiare, non appare un problema.

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