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  • Inter, Suning fra il fondo Pif del principe Al Rumayyan e Bc Partners: due 'exit strategy' differenti. Il punto

    Inter, Suning fra il fondo Pif del principe Al Rumayyan e Bc Partners: due 'exit strategy' differenti. Il punto

    Uscire subito, guadagnandoci poco o niente, oppure provare a resistere nell'immediato trovando il modo di incassare e ottenere poi, in futuro, una cifra più alta. Ad oggi è questo il bivio davanti a cui Suning, o meglio la famiglia Zhang, si sta trovando per decidere quello che sarà il futuro dell'Inter. Un bivio che porta a due strade, ma anche a due offerte che conducono a scenari completamente differenti. 

    BC PARTNERS - Vi abbiamo raccontato a lungo come il fondo inglese Bc Partners, rappresentato dal manager Nikos Stathopoulos sia stato il primo ad interessarsi allo "stato dei conti" della società nerazzurra rispondendo alle richieste di Goldman Sachs, advisor scelto dalla proprietà cinese per la ricerca di liquidità. L'esclusiva con la prima offerta non superiore a 800 milioni di euro per il pacchetto di maggioranza è scaduta il 29 gennaio, ma i contatti (lo ha confermato proprio il top manager di origine greca) non sono tramontati e vanno avanti sempre considerando l'acquisto della maggioranza del club.

    FONDO PIF - Negli ultimi giorni, tuttavia, anche Public Investment Fund (Pif), una cordata proveniente dall'Arabia Saudita, ha iniziato a trattare con Suning per quote del club nerazzurro. A capo del fondo c'è Yassim Al Rumayyan, balzato agli onori della cronaca anche per quel celebre convegno a cui fu invitato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, poco prima della caduta del governo Conte. Il principe saudita aveva già tentato l'assalto al mondo del calcio con l'acquisto del Newcastle, ma l'affare tramontò per il veto posto della FA per i rapporti ombrosi del Principato con alcuni siti di pirateria. A differenza di BC Partners il fondo Pif è interessato, almeno per ora, ad acquistare soltanto il 30% delle azioni in mano a Suning.

    COSA FA ZHANG? - Fin da gennaio Suning non si è detta disposta a cedere l'Inter alle cifre proposte da Bc Partners e il fondo inglese sta prendendo tempo perché le scadenze che attendono il club nerazzurro a fine marzo sono incombenti e potrebbero spingere gli Zhang a cedere a cifre più convenienti. L'inserimento di Pif è però una carta che, oggi, può valere tanto se non tutto ciò che Suning fin dal principio ha chiesto dal mercato: un nuovo socio che immetta liquidità e che consenta all'Inter di rispettare pagamenti e scadenze in attesa di tempi migliori in Cina. Ci sarà tempo? Ecco, è questa la variabile più importante, perché se è chiaro che Steven Zhang vorrebbe proseguire almeno fino a fine stagione è altrettanto vero che l'urgenza di non incappare in nuove sanzioni Uefa (fra cui la possibile esclusione dalle coppe) è il perno attorno a cui tutte queste trattative stanno girando. Due exit strategy differenti, per un futuro che oggi o domani, parlerà comunque sempre meno cinese.

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