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  • Inter, va bene la rivoluzione, ma occhio a non fare cose turche!

    Inter, va bene la rivoluzione, ma occhio a non fare cose turche!

    • Gianluca Minchiotti

     

    C'è una deriva che l'Inter deve assolutamente cercare di evitare nel dar seguito a quell'anelito rivoluzionario che sembra essersi impossessato dei suoi tifosi dopo l'uscita dalla Champions Leage, che ha seguito di alcune settimane (mesi?) la dipartita dalla lotta scudetto. Il rischio è quello della rivoluzione a tutti i costi, tanto per, perché è finito un ciclo e bisogna cambiare tutto.

    Un atteggiamento di questo tipo rischierebbe di far sprofondare il club nerazzurro in quella ridda di cambiamenti continui, di rivoluzione permanente, che aveva caratterizzato l'Inter prima dell'era segnata da Roberto Mancini e da José Mourinho. Una rivoluzione continua della quale, almeno per quanto riguarda la panchina, abbiamo visto pericolose avvisaglie dal maggio del 2010 ad oggi, con quattro allenatori che si sono avvicendati in panchina: Benitez, Leonardo, Gasperini e Ranieri.

    Per il parco giocatori, finora, non è stato così. Ci sono stati innesti graduali nella rosa che nel 2010 aveva vinto tutto. E così dovrà essere anche nelle prossime sessioni di mercato. Perché se è vero che un ciclo è finito, è anche vero che un nuovo ciclo, per ripartire, avrà ancora bisogno del supporto e dell'esperienza del gruppo storico. Massimo Moratti questo lo sa e infatti in settimana ha dichiarato: "Sì ai giovani, ma serve anche gente d'esperienza. Oltre alla capacità di giocatori nuovi con più corsa, serve l'esperienza. Parecchi rimarranno, qualcosa di nuovo prenderemo".

    Così sarà per quanto riguarda la rosa dei giocatori. E, per evitare voci di mercato come quella proveniente dalla Germania, che riferisce di un interesse dell'Inter nei confronti di Fatih Terim, allenatore del Galatasaray con alle spalle un'esperienza poco felice al Milan, è bene che anche per quanto riguarda il ruolo di allenatore l'Inter scelga al più presto un nome importante e poi gli dia fiducia per qualche anno, "senza pentirsi dopo tre partite" (sempre parole di Moratti). Perché, con tutto il rispetto per Terim (che in patria ha fatto una grandissima carriera) e per il calcio turco, l'Inter dei turchi non ha bellissimi ricordi (Emre Belozoglu, Okan Buruk e Hakan Sukur...) e, per ripartire, ha bisogno di ben altro... 

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