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  • Intermania: da Moratti a Thohir, volo col paracadute fra galassie lontane

    Intermania: da Moratti a Thohir, volo col paracadute fra galassie lontane

    • Cristian Giudici

    Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova. Il 15 novembre 2013 è una data destinata a restare per sempre nella storia dell'Inter, che per la prima volta in più di cent'anni passa nelle mani di un presidente straniero. 

    L'arrivo di Erick Thohir scatena un mix di emozioni e sentimenti contrastanti nelle menti e nei cuori del popolo nerazzurro, diviso tra la ventata d'entusiasmo e di sogni di gloria portata dal sorridente imprenditore indonesiano e la malinconica tristezza causata dal passo indietro di Massimo Moratti. La sua, più che una libera scelta, è stata una mossa quasi obbligata, perché oggi nel mondo del calcio i grandissimi club sono più delle multinazionali che delle aziende a gestione famigliare come è stata la società di Moratti. 

    La nuova Inter nasce dall'incontro di due pianeti provenienti da galassie lontane (ancora più degli oltre 11 mila chilometri che separano Milano da Giacarta), che sanno poco o nulla l'uno dell'altro e che dovranno imparare a conoscersi e magari ad amarsi a vicenda. La strada per riuscire nell'impresa sarà dura e ricca di ostacoli da superare insieme. Anche per questo motivo Moratti mantiene l'incarico di presidente onorario, in modo da guidare al meglio chi è al volante (Thohir) per fargli evitare le trappole seminate lungo il percorso, ancora meglio se con l'aiuto di un uomo forte nella dirigenza (Leonardo?). 

    Poi, nella malaugurata ipotesi in cui i nuovi proprietari indonesiani non tenessero fede al loro ambizioso progetto, c'è sempre il paracadute Moratti, che possiede ancora il 30% delle quote e di certo non farà precipitare a terra la sua Inter senza fare tutto il possibile per salvarla dallo schianto. L'augurio è che non ce ne sia bisogno. 

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