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  • Intermania: nel club c'è chi spera nel no di Conte, ma cosa ha fatto Gabigol?

    Intermania: nel club c'è chi spera nel no di Conte, ma cosa ha fatto Gabigol?

    • Cristian Giudici
    Filotto Inter. Da quello positivo sfiorato a cavallo tra dicembre e gennaio (quando tra i ko con Napoli e Juventus erano arrivate le illusorie sette vittorie consecutive con Genoa, Sassuolo, Lazio, Udinese, Chievo, Palermo e Pescara) a quello negativo centrato ieri. A San Siro contro il Sassuolo arriva la quarta sconfitta consecutiva, la sesta nelle ultime otto giornate, in cui i nerazzurri hanno raccolto solo due pareggi e nessun successo, peggio dei cinque ko con tre pari del 1982. Domenica prossima si va a Roma con la Lazio per battere il record, un traguardo alla portata di una 'squadra' allo sbando. 

    CONTESTAZIONE - Ieri, più che per la partita in sè, c'era curiosità di vedere quale sarebbe stata la reazione dei tifosi. Ancora una volta, nonostante tutto, presenti allo stadio in un numero superiore alle 40mila unità. La contestazione della Curva Nord era stata preannunciata in settimana dalla copertina della fanzine: "Maledetti! Non siete degni". E così è stato. Prima i fischi all'ingresso in campo dei giocatori e alla lettura della formazione, poi i cori ("Non siete degni, bast... non siete degni", "Andate a lavorare", "Venduti, venduti" e "Veniamo coi bastoni, veniamo coi bastoni") con una serie di striscioni: "Stagione 2016/17, stendiamo un velo pietoso". "Grazie mister Pioli, unico 'attore' interista in una squadra di indegni e a una società di comparse". "Genoa-Inter ve la siete giocata a morra cinese o avevate bisogno di arrotondare a fine mese?". "Buttare per buttare milioni, fate giocare la Primavera non questi buffoni". "Zhang, qualcuno ci ha già dimostrato che spendendo milioni e milioni si possono fare pesanti figure di m... Ecco, noi vogliamo vincere, non fare figure di m...". "Visto che il nostro sostegno non ve lo potete meritare, oggi vi salutiamo e andiamo a mangiare". A questo punto, dopo 20 minuti di gioco, al grido di "Tutti a casa olé", la Curva Nord si è svuotata e ha lasciato lo stadio tra gli applausi del pubblico presente negli altri settori del Meazza. C'è chi ha visto in questo comportamento una contraddizione rispetto alla coreografia dello scorso settembre in occasione della partita vinta con la Juve: "Sola non la lascio mai". Pur essendo del partito di chi vorrebbe vedere allo stadio più famiglie e meno ultras, questa volta non mi sento di dar torto alla Curva, che ha scelto una forma di protesta non violenta per esprimere tutto il proprio dissenso. 

    GABIGOL - Poi è davvero singolare quanto accaduto nella ripresa: dopo il raddoppio del Sassuolo, tutto lo stadio ha iniziato a invocare a gran voce Gabigol, inserito a furor di popolo da Vecchi. La domanda sorge spontanea: ma cosa ha fatto il giovane attaccante brasiliano per meritarsi tutto ciò? Con un doppio senso: cos'ha fatto di bene per meritarsi questo affetto incondizionato da parte del popolo interista, ma allo stesso tempo anche cosa avrà fatto di male per meritarsi tutte queste panchine decise da tre diversi allenatori. Prima dei 12 di ieri, Gabigol aveva giocato solo 33 minuti (su 900) nelle 10 giornate dopo il suo primo e finora unico gol segnato a Bologna. In totale fanno 111 minuti (più recupero) in campionato, con 9 presenze all'attivo e nessuna da titolare. Soltanto Biabiany ha giocato di meno. Mistero. "A volte la realtà è solo un sogno in attesa di essere vissuto". 

    CROLLO SOSPETTO - Infine vi invitiamo a leggere il pezzo del collega Andrea Sorrentino su La Repubblica: "L'Inter ha dato seguito ai suoi propositi: smettere di giocare, come le accade da un mese esatto in qua, andando incontro con improntitudine a figuracce memorabili, perché vuolsi così colà dove si puote. Dopo il derby del 15 aprile, semplicemente, i professionisti in nerazzurro hanno deciso, scientemente o imbeccati dall’alto, di fermarsi, allontanandosi dal sesto posto che avrebbe garantito preliminari di Europa League (e quelle orribili partite del giovedì sera) e la cancellazione della tournée di luglio in Cina, ritenuta fondamentale dai vertici del club. Non è dato sapere cosa accada negli allenamenti, perché sono invisibili agli organi di informazione (ma non agli amici e a tifosi ben introdotti), ma ciò a cui si assiste in partita è piuttosto chiaro. Una squadra che scende in campo solo col corpo e non con la testa, e quel corpo lo usa per ciondolare sul prato, senza offrire nulla. Impossibile che si tratti di una semplice crisi di motivazioni o di preparazione atletica, perché le ultime gare dell’Inter sono state una tale vergogna da suggerire ben altre spiegazioni". 

    GLI ANTI CONTE - E ancora: "Nella farsa si inserisce anche la contestazione degli ultrà, gli stessi che due settimane fa hanno preso una squalifica per cori razzisti, con striscioni e insulti, fino alla decisione di lasciare lo stadio dopo 20’, costringendo ad andarsene anche molti che volevano vedersi la partita. Difficile credere che i capi ultrà, da sempre ben introdotti nelle cose interiste, non conoscano la situazione e i veri motivi del crollo. La verità è che in tutto questo disastro, l’unico che potrebbe portare regole chiare e risultati quasi certi è Antonio Conte, che rivoluzionerebbe la Pinetina e l’Inter. Così più di qualcuno, nel club, teme per il proprio futuro: con Conte sparirebbe all’istante. Costoro si augurano che Conte rimanga al Chelsea (formulerà a breve le sue richieste ad Abramovic, non solo per il mercato ma anche a livello dirigenziale) e che qui arrivi uno tra Spalletti e Sarri". 

    @CriGiudici
     

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