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    Intermania: incriticabili, mai vinto uno scudetto senza battere Juve o Milan

    Intermania: incriticabili, mai vinto uno scudetto senza battere Juve o Milan

    • Cristian Giudici
    "Mi arrabbio per difendere la mia Inter". Simone Inzaghi, alla vigilia del derby d'Italia, ha pronunciato una frase da inno, degna del premio della critica a Sanremo. Dove quest'anno la favorita era Giorgia, uscita praticamente a mani vuote dal Festival. I nerazzurri rischiano di fare la stessa fine ma, esattamente come l'artista, meritano comunque gli applausi del pubblico. 

    A caldo, subito dopo la sconfitta di Torino, verrebbe da dire che alla squadra manca quella rabbia (agonistica) evocata dall'allenatore. Poi a mente fredda ci si accorge che si tratta di un'analisi troppo banale e forse nemmeno così veritiera. Anzi, forse a volte la rabbia è eccessiva e rischia di diventare controproducente, trasformandosi in troppo nervosismo: vedi Barella e Lautaro. 

    Inzaghi è autocritico e dice: "Si può dare di più". Ma ne siamo sicuri? Tra campionato e Champions, in tutta Europa soltanto il Liverpool ha fatto più punti dell'Inter. Di solito, quando si perde, è facile criticare un allenatore col senno di poi. Stavolta è complicato individuare cosa avrebbe sbagliato Inzaghi. 

    Passando alla squadra, quale tifoso ha il coraggio di criticare capitan Lautaro per aver sbagliato un gol? Oppure Bastoni per non essere riuscito nell'assist dopo una splendida azione personale da fantasista? O Dumfries per aver colpito due pali o ancora Mkhitaryan per un paio di dichiarazioni un po' stonate nel dopo-partita? 
    Lo stesso discorso vale anche per la dirigenza, costretta a una serie infinita di campagne acquisti a budget zero. 

    "E' la dura legge del gol, fai un gran bel gioco però… gli altri segnano e poi vincono". La canzone di Max Pezzali racconta bene Juventus-Inter. I nerazzurri disputano un tempo da campioni d'Italia, senza però riuscire a concretizzare in rete la superiorità dimostrata in campo. Al centro del gioco la tecnica di Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan surclassa la fisicità di Thuram, Koopmeiners e McKennie. 

    La musica cambia nella ripresa
    , quando i bianconeri cambiano registro e salgono di tono grazie al loro centrocampo muscolare, invece l'Inter cala nettamente alla distanza. Dando la doppia sgradevole sensazione di rischiare di prendere gol e (dopo aver subìto l'1-0) mai di poter segnare, anche se la partita fosse durata fino al giorno dopo. Tutto sommato la Juve non ha rubato nulla, ma l'Inter non meritava di perdere. 

    Inzaghi aveva visto i suoi in difficoltà, ma i cambi non sono bastati per evitare il ko. Quando si verifica un'inversione a U del genere, inevitabilmente entrano in gioco più fattori diversi. Quindi, oltre all'aspetto mentale, va effettuata una valutazione anche dal punto di vista fisico, senza trascurare quello anagrafico. 

    L'Inter ha schierato la formazione con l'età media più alta (30 anni e 306 giorni) nell'era dei 3 punti a vittoria contro la Juventus, che invece ha messo in campo l'11 titolare con l'età media più bassa (25 anni e 8 giorni) dalla stagione 1994/95 nei derby d'Italia. 

    Infine c'è il capitolo scontri diretti, passati da fiore all'occhiello a punto debole nel giro di un solo anno. Un allarme a cui rimediare in vista delle trasferte con il Napoli (a +2) e l'Atalanta (a -3). Prima della sfida ai grandi ex Conte e Lukaku, ci sono due gare a San Siro: sabato contro il Genoa in campionato e la prossima settimana con la Lazio in Coppa Italia. 

    In questo campionato l'Inter ha raccolto soltanto 2 punti in 4 partite contro Milan e Juventus. In tutta la storia del calcio i nerazzurri non hanno mai conquistato uno scudetto senza vincere né un derby, né un derby d'Italia. Almeno finora. 
     

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