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  • Intermania: il mercato di Mancini

    Intermania: il mercato di Mancini

    Il mercato invernale regala sempre importanti novità in casa Inter. Tuttavia intervenire a stagione in corso vuol dire che si cerca di rimediare a degli errori di valutazione commessi nelle scelte effettuate in estate. Basti pensare al fatto che metà della rosa nerazzurra è composta da giocatori arrivati nel mese di gennaio, tanto da poter schierare un'intera formazione: Carrizo; Santon, Ranocchia, Juan Jesus, D'Ambrosio (Nagatomo); Brozovic, Kovacic, Guarin, Hernanes (Kuzmanovic); Podolski, Shaqiri. 

    ARRIVI - Lo svizzero arrivato dal Bayern Monaco è il vero grande colpo dell'ultima campagna acquisti, non solo dell'Inter, ma di tutta la Serie A. Riuscire a portare in Italia un elemento ancora giovane (classe 1991), di talento e richiesto da altri club (Liverpool, Atletico Madrid e Juventus) è un'impresa da capolavoro. Un profilo simile a Shaqiri (non come ruolo, ma per età e prospettiva) è quello di Brozovic, 22enne centrocampista croato soffiato alla concorrenza di Milan, Napoli e Arsenal. Dalla squadra inglese allenata da Wenger è arrivato Podolski, un grande attaccante accolto dai tifosi come un campione, già entrato però nella fase calante della propria carriera. Non a caso il tedesco è stato preso in prestito secco, una formula che permette all'Inter di rispedirlo al mittente a fine stagione nel caso in cui il suo rendimento non fosse all'altezza della situazione, come nelle prime partite giocate da Podolski. Infine nell'ultimo giorno di mercato i nerazzurri hanno riportato a casa Santon, un'altra scommessa, visti i problemi fisici che gli hanno fatto saltare la prima metà della stagione al Newcastle. 

    PARTENZE - Fare operazioni in uscita non è mai facile, perché a Milano si sta bene ed è difficile convincere gli elementi in esubero ad accettare altre destinazioni. Infatti, oltre alla rescissione del contratto con il francese M'Vila, sono andati via in prestito due prodotti del settore giovanile come Krhin (in Spagna al Cordoba) e Mbaye (al Bologna, con obbligo di riscatto in caso di promozione in Serie A), mentre l'uruguaiano Laxalt è passato dall'Empoli al Genoa sempre a titolo temporaneo. Sull'altare del bilancio l'Inter ha sacrificato la punta di diamante del proprio vivaio: Bonazzoli, ceduto alla Sampdoria, che ha pure riscattato Duncan a titolo definitivo. I nerazzurri hanno però il diritto di riacquistare nei prossimi anni il promettentissimo attaccante classe 1997, che resta comunque in nerazzurro fino a giugno. 

    BILANCIO - E non finisce qui. La società ha deciso di usare il pugno di ferro con Osvaldo, che è ancora a libro paga. Per lui resta aperta la pista che porta al Boca Juniors fino a metà febbraio, quando il mercato si chiuderà anche in Argentina. Per quanto riguarda le entrate, Mancini ha detto no a due svincolati che si erano offerti: Cassano e Diakité. Quest'ultimo avrebbe fatto da tappabuchi fino a luglio, quando dal Granada arriverà il difensore colombiano Murillo, che ha già superato le visite mediche. 

    VOTO 7,5 - I meriti dei colpi Shaqiri e Brozovic vanno equamente divisi tra Thohir, Ausilio e Mancini. Sì, perché l'allenatore sta rivestendo un ruolo fondamentale anche sul mercato. A dire il vero avrebbe voluto un difensore centrale e un mediano in più, ma non sono andate in porto le trattative per i vari Lassana Diarra, Ledesma, Rhodolfo, Vida e Rolando, finito all'Anderlecht. 
     


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