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  • Inzaghi è il re di Coppe, l'Inter andrà più avanti della Juve in Champions: ecco perché

    Inzaghi è il re di Coppe, l'Inter andrà più avanti della Juve in Champions: ecco perché

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Ci sono molte e buone ragioni per credere che, nonostante un sorteggio bis estremamente sfavorevole, per non dire del tutto ostile, l’Inter di Simone Inzaghi faccia più strada in Champions League della Juventus di Massimiliano Allegri.

    Per quanto paradossale possa apparire il mio discorso, al cospetto di avversari che dicono Liverpool per l’Inter e Villarreal per la Juve, sono convinto che la capolista del campionato italiano non sia poi tanto distante dalla seconda della Premier, mentre una squadra che perde in casa con Empoli e Sassuolo e, fuori, con il Verona, pareggiando a Venezia e a Udine possa essere eliminata da un avversario che, nel girone di Champions, ha fatto fuori l’Atalanta, terza forza della serie A.

    Gli azzeccagarbugli dei pronostici sottolineano come il Villarreal sia al tredicesimo posto nella Liga, tuttavia ignorano che la vocazione del Villarreal è la stessa di Simone Inzaghi: sono fatti entrambi per le coppe, sanno come affrontare certe partite, sanno quali tasti toccare con i calciatori, hanno una rosa vasta o complementare, conoscono il valore aggiunto delle cinque sostituzioni.

    Detto, per inciso, che il Villarreal ha conquistato l’ultima Europa League battendo, ai calci di rigore, il Manchester United di Solskjaer, il più grande perdente della storia del calcio dopo Hector Cuper, ricordo che Simone Inzaghi, ovviamente da allenatore, ha vinto una Coppa Italia e due Supercoppe italiane, manifestazioni a eliminazione diretta o in gara unica.

    Giustamente si può eccepire che né l’una, né l’altra siano competizioni internazionali, però resta un fatto inequivocabile che i comportamenti tecnico-tattico-agonistici di Simone siano stati più funzionali negli scontri diretti (si vede anche in campionato).

    E poi, non proprio in secondo piano, viene il valore e l’ampiezza dell’organico. Il Liverpool di Klopp è più ricco e più vario, ma su due partite il divario si restringe, per non dire che si dimezza.

    C’è un’altra considerazione da fare: alla ripresa della Champions, cioé fra due mesi e mezzo, saranno passate, sotto i ponti del calcio, molte partite con relative usure e infortuni. Il Liverpool ha quattro elementi che parteciperanno alla Coppa d’Africa e i ritorni in Inghilterra di Mané e Salah - due titolatissimi - potrebbero essere contrassegnati dalle fatiche della manifestazione continentale.

    Infine va ricordato che l’Inter gioca bene e segna tanto, non ha atteggiamenti difformi tra le gare interne e quelle esterne, ha mentalità da grande (in questo, prima ha operato Conte e poi Inzaghi), è spinta dall’energia positiva di un campionato vinto e di un altro da vincere, vuole lasciare un segno in Champions dopo dieci anni di assenza. 

    Per contro, la Juventus avrebbe difficoltà contro chiunque. Sporting Lisbona (primo estratto, poi cancellato) o Villarreal, la differenza, in peggio, la fa sempre la squadra bianconera, Al di là delle motivazioni sportive o delle tensioni psicologiche, prevale un allarmante deficit tecnico a centrocampo, una stitichezza sotto porta e una perforabilità difensiva poco sintonica con la storia della squadra e della società. 

    Anche se, per puro caso, approdata al primo posto nel girone di Champions, mi chiedo come la Juve che gioca in campionato possa avere i requisiti per superare gli ottavi e, dunque, il Villarreal. 

    Non certo perché farà la rivoluzione nel mercato di gennaio (non è questo il momento di acquistare o di spendere soldi). Non certo perché cambierà allenatore (Allegri guadagna nove milioni netti l’anno e Agnelli ha cambiato tre tecnici nell’ultimo triennio). Non certo perché miglioreranno gli elementi in rosa (Allegri è un gestore e la maggioranza dei calciatori il meglio l’ha dato). 

    Ora, è vero, che la Juve di Allegri ha fatto sempre più strada di quella di Sarri o di Pirlo, arrivando anche due volte in finale, ma in quelle squadre c’era una qualità tecnica superiore, un’età più bassa e una volontà di potenza tipica del club. 

    Adesso, invece, non c’è nulla. E, ove mai la Juve dovesse superare gli spagnoli, si schianterebbe ai quarti contro un qualsiasi avversario.

    Più facile che passi l’Inter. Perché è una squadra, perché ha motivazioni fortissime, perché non si farà soggiogare dal nome del Liverpool. E perché Simone Inzaghi si sta rivelando il migliore allenatore italiano della stagione.  

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