
Inzaghi ha scritto una nuova era: è sua l’Inter più spettacolare e coraggiosa
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Esercizio complesso, quello di riconoscere al presente il reale valore. Certe valutazioni diventano precise col tempo perché è necessario il distacco emotivo, ma è pur sempre vero che il peso delle stesse emozioni consente almeno una stima parziale. Non è troppo presto per dirlo: l’Inter di Simone Inzaghi sta facendo epoca, come quella dei record, guidata da Trapattoni, o quella leggendaria di Helenio Herrera. Come quella del Triplete, con José Mourinho in panchina, o come quella di Roberto Mancini. A ognuno di questi gruppi vengono riconosciuti valori specifici, tra qualche anno ricorderemo l’Inter di Inzaghi come quella dal gioco più spettacolare, e celebreremo i suoi calciatori come uomini in grado di emozionare la platea grazie al loro enorme spirito di sacrificio, quello che appartiene a chi parte dal basso e sa che dovrà spendere tutto per superare i propri limiti e meritare di accomodarsi nell’élite del calcio moderno. È un discorso che tocca il paradossale, ma sono proprio i limiti dell’Inter ad evidenziarne il valore assoluto. Il modo in cui questo gruppo riesce a nascondere le mancanze tecniche dell’individuo dietro alla sinergia di un perfetto meccanismo collettivo. L’Inter è squadra, i nerazzurri sono un insieme inclusivo e Inzaghi ne è la guida riconosciuta.
UN POSTO AL SOLE - Fino a ieri sera, il Bayern aveva sempre vinto a San Siro nei quattro precedenti e solo Helenio Herrera aveva raggiunto per due volte la semifinale di Champions con l’Inter. Erano altri tempi, figli di una proprietà che investiva enormi risorse al fine di garantirsi i migliori talento del calcio mondiale. Oggi l’Inter non può più permettersi certe spese ed è lontanissima dal fatturato delle grandi potenze europee (Bayern, Real, City, PSG, tanto per dirne qualcuna), eppure è lì tra queste a farsi spazio, raccogliendo il rispetto e la considerazione di tutti gli avversari. Quando si parla di Inter certe cose si danno per scontate, a dire il vero non lo sono mai e a ricordarlo dovrebbero essere gli interminabili anni di assenza da certe competizioni, così come le eliminazioni, clamorose, indigeste e disonorevoli di alcune edizioni.
NELLA STORIA - L’Inter di Inzaghi non è solo quella della seconda stella, lo scudetto numero 20 è sicuramente il successo che vanteranno gli annali, ma oltre l’albo d’oro c’è tanto tanto altro se pensiamo in quali difficoltà è stato costruito questo gruppo. Riflessioni che probabilmente spariranno dalla mente di chi in un futuro lontano racconterà di questa squadra, ma che obbligatoriamente influenzano i giudizi di chi invece vive e racconta il presente. Chi lo avrebbe mai detto che a scrivere uno dei pezzi più belli della storia dell’Inter sarebbe stato Simone Inzaghi? Quello che arrivava dopo l’uragano Conte, con un presidente confinato in Cina e un club in totale ridimensionamento. E invece racconteranno proprio di questo: di quella volta che un fallimento annunciato si trasformò per tutti in una grande opportunità. Inzaghi è nella storia dell’Inter.
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UN POSTO AL SOLE - Fino a ieri sera, il Bayern aveva sempre vinto a San Siro nei quattro precedenti e solo Helenio Herrera aveva raggiunto per due volte la semifinale di Champions con l’Inter. Erano altri tempi, figli di una proprietà che investiva enormi risorse al fine di garantirsi i migliori talento del calcio mondiale. Oggi l’Inter non può più permettersi certe spese ed è lontanissima dal fatturato delle grandi potenze europee (Bayern, Real, City, PSG, tanto per dirne qualcuna), eppure è lì tra queste a farsi spazio, raccogliendo il rispetto e la considerazione di tutti gli avversari. Quando si parla di Inter certe cose si danno per scontate, a dire il vero non lo sono mai e a ricordarlo dovrebbero essere gli interminabili anni di assenza da certe competizioni, così come le eliminazioni, clamorose, indigeste e disonorevoli di alcune edizioni.
NELLA STORIA - L’Inter di Inzaghi non è solo quella della seconda stella, lo scudetto numero 20 è sicuramente il successo che vanteranno gli annali, ma oltre l’albo d’oro c’è tanto tanto altro se pensiamo in quali difficoltà è stato costruito questo gruppo. Riflessioni che probabilmente spariranno dalla mente di chi in un futuro lontano racconterà di questa squadra, ma che obbligatoriamente influenzano i giudizi di chi invece vive e racconta il presente. Chi lo avrebbe mai detto che a scrivere uno dei pezzi più belli della storia dell’Inter sarebbe stato Simone Inzaghi? Quello che arrivava dopo l’uragano Conte, con un presidente confinato in Cina e un club in totale ridimensionamento. E invece racconteranno proprio di questo: di quella volta che un fallimento annunciato si trasformò per tutti in una grande opportunità. Inzaghi è nella storia dell’Inter.
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