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  • Italia-Argentina, la prima volta fu nel segno dell'uruguaiano Schiaffino

    Italia-Argentina, la prima volta fu nel segno dell'uruguaiano Schiaffino

    • Alessandro Bassi
      Alessandro Bassi
    Italia – Argentina, la “finalissima” voluta dalla FIFA tra i campioni d'Europa e Sudamerica in carica riesumando la vecchia Coppa Artemio Franchi, ci dà l'occasione per tornare con la memoria alla prima volta tra le due Nazionali, sul finire del 1954, all'inizio di un nuovo ciclo per gli Azzurri che avrebbe portato alla prima – e purtroppo non unica – esclusione dalla fase finale del Mondiale.

    L'ITALIA IN RICOSTRUZIONE -  Anni oscuri gli anni'50 della Nazionale italiana di calcio, dopo la tragedia di Superga l'Italia non riesce a ricostruire un'intelaiatura competitiva, complice anche la corsa delle squadre di club agli stranieri. Dopo il flop della spedizione al mondiale brasiliano, la ricostruzione tarda a dare i suoi frutti, tanto che anche il mondiale svizzero si chiude velocemente con l'eliminazione contro i padroni di casa.

    Se la Nazionale italiana stenta a ritrovare serenità ed entusiasmo, la Nazione Italia nell'autunno del 1954 è in festa per il ritorno di Trieste all'Italia con la sottoscrizione del Memorandum d'intesa di Londra tra Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Jugoslavia.

    L'ennesimo tentativo di ricostruzione parte dalla strana coppia composta da Luciano Marmo, dirigente del Novara e da Alfredo Foni reduce da un doppio scudetto alla guida dell'Inter. E dal ritorno degli oriundi. In Federazione come unica “medicina” per tentare di rilanciare la Nazionale pensano proprio di rivolgersi agli oriundi e uno di questi è nome di tutto rispetto che esordirà proprio in occasione del match contro l'Argentina: l'uruguaiano Schiaffino. Anche Marmo e Foni fanno il loro esordio alla guida della Nazionale nell'amichevole di Roma contro l'Argentina.

    IL FÚTBOL TANGUERO - La storia del fútbol in Argentina è lunga e gloriosa, affonda le sue radici a metà del XIX secolo. Come in molte parti del pianeta sono soprattutto gli inglesi che portano il gioco del football a Buenos Aires nell'epoca della costruzione della rete ferroviaria del Paese. La prima partita di fútbol si gioca nel giugno del 1867 a Bueos Aires, mentre nel febbraio del 1893 viene fondata l'Argentine Association Football League dal dirigente scozzese trapiantato in Argentina Alejandro Watson Hutton.

    La Selección disputa alcune partite amichevoli già all'alba del XX secolo, ma è con il primo dopoguerra che inizia a vincere trofei. Nel 1921 vince per la prima volta il campionato sudamericano, dando il via ad un primo ciclo vincente: l'Argentina è campione sudamericano nel 1921, nel 1925, nel 1927 e nel 1929, mentre perde la finale olimpica del 1928 e perde la finale della prima edizione della Coppa del mondo nel 1930, entrambe contro l'Uruguay. In Sudamerica negli anni successivi la Nazionale argentina continua a vincere allori, ma non riesce ad essere altrettanto competitiva a livello mondiale, spesso anzi non si qualifica neppure alla fase finale dei mondiali, complice anche il fatto che per regolamento federale in Nazionale possono giocare solo calciatori militanti nel campionato argentino e, come sappiamo, i migliori giocano da sempre in Europa, specialmente in Italia.

    ITALIANI D'ARGENTINA - Italia e Argentina nell'universo calcistico sono legate tra loro da trame fitte e a volte burrascose, basta ricordare le polemiche sul finire degli anni'20 in occasione del passaggio di Orsi alla Juventus, quando la stampa sudamericana aveva accusato il fascismo di voler allestire la nazionale italiana saccheggiando i loro migliori talenti. Uno dei legami forti che storicamente hanno unito e diviso le due Nazionali è quello relativo agli oriundi, quei calciatori che – per semplificarla – con doppio passaporto o più o meno lontane parentele hanno vestito entrambe le divise.

    Se oggi Scaloni e Mancini si contendono a suon di convocazioni i nuovi talenti Senesi e i fratelli Carboni, in passato tanti altri hanno difeso l'Azzurro e l'Albiceleste. I nomi sono tanti e non certo di basso profilo. Nella seconda metà degli anni'20 Julio Libonatti gioca con l'Italia dopo aver vestito i colori della Selección, così come negli anni'30 fa Cesarini. Clamoroso il caso di Luisito Monti: dopo aver giocato per l'Argentina la Coppa del mondo del 1930 e aver perso la finale, vince l'edizione successiva vestendo l'azzurro dell'Italia. In verità la Nazionale italiana vincitrice nel 1934 è imbottita di oriundi argentini: oltre a Monti, giocano anche Guaita, Orsi, Demaria, tutti dopo aver giocato anche per l'Argentina.

    Senz'altro da ricordare, tra gli altri, i tre “angeli dalla faccia sporca” Sivori, Angelillo e Maschio, tutti e tre giocheranno sia con l'Argentina sia con l'Italia. Ma loro arriveranno dopo la prima sfida ufficiale tra le due Nazionali.

    LA PRIMA VOLTA - Italia e Argentina, infatti, si affrontano per la prima volta nella loro storia sul finire del 1954, a Roma. I selezionatori – per dirla come la dice Ghirelli - “non resistettero alla tentazione di schierare in maglia azzurra quello Schiaffino che ancora pochi mesi prima aveva giocato superbamente nelle file della squadra uruguaiana”. E proprio Schiaffino dà il via all'azione del vantaggio italiano, che dopo appena un minuto di gioco porta Frignani a segnare l' 1 a 0. L'Italia gioca bene, a leggere le cronache dell'epoca la facile esaltazione è dietro l'angolo:

    “(...) questa squadra del dicembre 1954 ha irresistibilmente disegnato sul verdissimo prato dell'Olimpico delle trame d'azione che erano ben note alle squadre che tanti allori seppero conquistare sui terreni di mezza Europa. Ci è sembrato di fare un tuffo indietro di 15 anni”.

    La partita si chiude con la netta vittoria italiana per 2-0, tra entusiasmi un po' troppo accesi e le accuse degli argentini che lamentano un gioco assai falloso degli italiani.

    Purtroppo l'entusiasmo per quello che pare essere un nuovo promettente ciclo per la Nazionale si smorzerà presto, già nel maggio successivo quando a Torino l'Italia verrà umiliata dalla Jugoslavia: partita che darà il via ad una altalena di risultati che culminerà nella sconfitta di Belfast e alla prima mancata qualificazione ad una fase finale del Mondiale.


    (Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)

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