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  • Italia-Brasile, Rossi: '5 luglio 1982? Necessaria dopo anni di piombo. E con Cabrini...'

    Italia-Brasile, Rossi: '5 luglio 1982? Necessaria dopo anni di piombo. E con Cabrini...'

    Il 5 luglio 1982  l'Italia vinse 3-2 contro il Brasile di Zico, Falcao e Socrates, lanciandosi verso la conquista del Mondiale spagnolo. Paolo Rossi, tra i protagonisti principali degli azzurri, 35 anni fa, segnò in quell'occasione una tripletta fondamentale, diventando da quel momento per tutti Pablito. Ecco la sua intervista a La Gazzetta dello Sport.

    RICORDI - "La tensione prima della partita. Ero nervoso, ansioso. Sapevo che tutti si aspettavano grandi cose dal sottoscritto, ma non ero ancora riuscito a fare niente di buono. Solo critiche, brutte prestazioni. Il peso si faceva sentire. La mattina, ricordo, ero particolarmente agitato. Dormivo in camera con Cabrini, parlai un po’ con lui, poi ci fu la riunione tecnica e Bearzot spiegò come avremmo dovuto giocare. A tutti diede un compito preciso, tu marchi questo, tu quello, Gentile si occupa di Zico, tu di Socrates, Oriali va su Eder... A me disse soltanto: Paolo, tu stai tranquillo e gioca. Vedrai che andrà bene".

    LA SQUADRA - "I compagni erano fantastici. Mai avuto un problema con loro. Mi aiutavano, mi consigliavano, mi difendevano quando i giornalisti mi attaccavano. E non erano attacchi leggeri, eh... Ci andavano giù pesante".

    L'AMANTE CABRINI - "Quella fu una cosa incredibile e, per certi versi, divertente. Tutto nacque da una mia battuta con un giornalista, questi ci ricamò un po’ sopra, e il giorno dopo i cronisti di tutto il mondo cercavano me e Cabrini per parlare del nostro rapporto. A raccontarlo adesso viene da ridere, ma allora anche quell’episodio creò tensione".

    BEARZOT - "Con fermezza e saggezza. Lui, prima di scegliere i giocatori, sceglieva gli uomini. Eravamo un gruppo con saldi principi e questi ci avrebbero aiutato nei momenti di difficoltà. Mai una volta che mi abbia criticato, o rimproverato".

    ITALIA-PERU' - "Sostituito? Sì, è vero, lanciai una scarpa contro la porta dello spogliatoio. Ma mica ce l’avevo con Bearzot, ero arrabbiato con me stesso. E poi il mister mi aveva appena detto 'Va bene così', non pensavo che sarei stato sostituito. Finita la partita, venne da me e mi sussurrò: 'Paolo, preparati bene per la prossima'. Sapeva quali corde toccare, come provocare la giusta reazione".

    COMMENDATORE DELLA REPUBBLICA - "Titolo dato da Pertini? Grande uomo, il presidente. Aveva un debole per me, me lo raccontò dopo la vittoria. E io un debole per lui. E non solo per lui. Se ripenso a quei personaggi: Bearzot, Pertini, Spadolini... Dove sono, oggi, uomini così? Avevano una statura morale che era d’esempio ai giovani. Oggi, nel calcio, si parla solo di soldi, soldi, soldi. Ma ci sono anche le emozioni, vogliamo capirlo? Sto portando in giro una mostra sulla nostra impresa: Pablito Great Italian Emotions e l’Italia del 1982. Sedici tappe per raccontare quello che è successo. C’è un entusiasmo pazzesco attorno a quei momenti, a quei personaggi: la gente vuole sapere, ricorda, parla, discute, chiede. Questo è il calcio".

    PASSIONE MAI SPENTA - "In un modo semplice. Noi, con il nostro modo di giocare, con il nostro comportamento, trasmettevamo sentimenti e la gente li recepiva. Ora è tutto diverso, tutto filtrato, il campione non è più vicino al popolo. Noi sì. Noi avevamo un rapporto diretto, eravamo uomini normali che avevano regalato un grande sogno. Per questo ci amano ancora oggi. E per questo, quando si parla di quella vittoria, si dice che è stato il successo del gruppo, di Bearzot e di tutta l’Italia, non di un singolo giocatore. Il Paese si è riunito, in quell’occasione. E ne avevamo bisogno".

    FELICITA' NECESSARIA - "Gli anni di piombo, gli scandali, la P2, l’Italia era lacerata. Quella vittoria contribuì a formare una piccola coscienza nazionale. E’ vero che prima tutti ci criticavano e poi tutti, al momento del trionfo, salirono sul carro del vincitore. Ma noi italiani siamo fatti così, popolo di passioni anche eccessive. Però c’era autenticità in quella gioia, e io quelle immagini me le porto dentro come le più belle della mia carriera".

    RIGIOCHIAMO ITALIA-BRASILE - "Ormai non ce la faccio più, non ho più l’età. Dico solo una cosa: quella partita fu incredibile anche nel suo sviluppo. Provate a pensarci: 1-0 per noi, loro pareggiano subito con Socrates. Andiamo avanti ancora noi e all’intervallo siamo 2-1. Poi Falcao fa quel gol meraviglioso, sembra tutto finito, ma noi ci rialziamo e abbiamo la forza di segnare il 3-2. E poi pure il 4-2 con Antognoni, che ci hanno annullato ma era regolare. E alla fine Zoff fa quella parata pazzesca sulla linea di porta. Ditemi voi se tante emozioni possono essere racchiuse in 90 minuti... Quella sfida è davvero un romanzo".

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