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  • Italia, due certezze dall'inutile notte turca: Raspadori subito e un Tonali in più. Avesse giocato al posto di Barella...

    Italia, due certezze dall'inutile notte turca: Raspadori subito e un Tonali in più. Avesse giocato al posto di Barella...

    • Giancarlo Padovan
    L’Italia c’è ancora. A cinque giorni dalla dolorosa eliminazione dal Mondiale, gli azzurri campioni d’Europa vincono in Turchia (3-2), nella più inutile ed espiatoria delle amichevoli, facendo capire almeno due cose. La prima: Raspadori (due gol) è un attaccante su cui puntare subito. La seconda: con Tonali al posto di Barella, contro la Macedonia del Nord avremmo avuto un uomo in più e non uno in meno. Ma recriminare, adesso, non serve a nulla. Bisognava pensarci prima e, di sicuro, fare una partita più intensa, meno palleggiata, con maggiore pressing e determinazione sotto porta.

    Ora, tanto per essere chiari, non è che la formazione schierata ieri sera contro i turchi ci avrebbe portato di sicuro alla finale con il Portogallo, ma di certo avremmo visto una combattività superiore, minore sufficienza, una freschezza da apprezzare, una vivacità forse vincente. Tuttavia, come dicono a Napoli, cosa fatta capo ha. Gli errori vanno individuati con calma, corretti e, se possibile, non più ripetuti. Certo, la squadra messa in campo in Turchia difficilmente sarà replicata nella sua interezza, a maggior ragione quando torneranno Spinazzola e Chiesa, ma Biraghi è stato più convincente di Emerson Palmieri e Raspadori sa fare bene sia la punta centrale, anche se occasionalmente, sia l’attaccante esterna. Il reparto che ha convinto di meno è stata la difesa. Male Acerbi, fuori posizione e fuori fase, non benissimo capitan Chiellini (non ha chiuso sul gol di Under), anodino De Sciglio, disastroso, almeno in due occasioni, Donnarumma.

    Sull’1-0 (4’) si è lasciato sorprendere dal tiro sfiatato di Under facendosi passare la palla fra le gambe (e Under conclude di destro, non con il suo piede naturale che è il sinistro). Poi (41’) ha trasformato un rinvio comodo in un tentativo di suicidio colpendo Unal in faccia con la porta praticamente spalancata. Al contrario, il portiere è tornato ad essere decisivo, con tre grandi deviazioni: un tiro da lontano (46’) e un calcio di punizione (50’) di Calhanoglu, una smanacciata (85’) su colpo di testa di Seldar Dursun (entrato al 62’ per Akturkoglu), lasciato libero di mettere la palla sotto la traversa dallo sventatissimo Acerbi. Purtroppo, in mezzo (82’), c’è stata un’altra mezza incertezza. Donnarumma, diventato capitano per l’uscita di Chiellini, non è apparso deciso nell’uscita sul pallone che, di testa, Sonyuncu ha allungato al solito Dursun, rapinoso nel rubare il tempo al numero 21 azzurro. La sensazione è che Donnarumma sia (quasi) sempre affidabile tra i pali e molto meno nelle uscite o nelle parate facili. Superficialità? Presunzione? Poca presenza mentale? Difficile, se non impossibile, stilare diagnosi. Il punto è che non è più da molto tempo il miglior portiere d’Europa

    Per fortuna dell’Italia agli errori di Donnarumma hanno rimediato, in sequenza, Cristante che ha pareggiato (35’), su punizione conquistata da Biraghi, che poi l’ha trasformata in cross arcuato. Raspadori (38’), bravissimo a sfruttare una palla verticale, frutto di un intelligente anticipo di Tonali, per battere di sinistro Bayndir. E ancora Raspadori (69’), che ha ottimizzato un cross di Zaccagni (entrato all’intervallo al posto di Zaniolo), corretto verso il centro dal solito Biraghi (due assist su tre).

    A proposito di Zaniolo, è stato schierato a destra, nel tridente, con Scamacca e Raspadori. L’intento era di farlo rientrare sul sinistro per andare al tiro. Qualche volta ci è riuscito, ma con un’imprecisione pari al suo scadimento di forma. Zaniolo non salta l’uomo, si emargina nei paraggi nella linea, è scontato e anche poco preciso nei passaggi. Decisamente meglio Scamacca che, pur non trovando il gol, si è mosso con profitto a beneficio dei compagni, ha difeso palla e spesso è andato alla conclusione potente. Difetta ancora di precisione, ma le sue combinazioni a palla bassa sono state apprezzate dal c.t.

    Roberto Mancini voleva vincere per molti motivi. Così, a tredici minuti dalla fine, ha inserito Bastoni per Chiellini, Locatelli per Cristante e Sensi per Pessina. All’87’ ha buttato nella mischia Belotti per Scamacca e all’89’, con la Turchia rianimata dal secondo gol, ha chiuso con la difesa a cinque e Bonucci al posto di Raspadori. Vincere serviva a molte cose. Dare subito un segnale. Riconciliare, anche se molto parzialmente, gli italiani con la loro Nazionale. Dimostrare che la sconfitta con la Macedonia, per quanto definitiva, ha rappresentato solo un incidente di percorso. Ribadire allo stesso c.t. e ai suoi calciatori vecchi e nuovi che i campioni d’Europa non hanno perso titolo e onore a causa di un paio di rigori sbagliati e di una notte canaglia. I rimpianti resteranno per sempre, ma bisogna pur andare avanti. Rivedere un’Italia di nuovo competitiva e vincente sarà dura (e lunga), però questo è il lavoro da fare. Nella speranza di essere addirittura più bravi di un’estate fa.

    IL TABELLINO

    Turchia Italia 2-3 (1-2)

    Marcatori: 5′ Under (T), 35′ Cristante (I), 39′ Raspadori (I), 70′ Raspadori (I), 83′ Dursun (T)

    Turchia (3-4-2-1): Bayindir; Kabak (9′ Ayhan), Demiral, Soyuncu; Muldur, Tokoz (62′ Ozcan), Calhanoglu (77′ Antalyali), R. Yilmaz (62′ Dursun); Cengiz Under, Akturkoglu (62′ Kutlu); E. Unal (77′ Celik) 
    A disp. Erkin, Cakir, Bozok, Kokcu, Bolat
    Ct. Kuntz. 

    Italia (4-3-3): Donnarumma; De Sciglio, Acerbi, Chiellini (76′ Bastoni), Biraghi; Pessina (76′ Sensi), Cristante (76′ Locatelli), Tonali; Zaniolo (46′ Zaccagni), Scamacca (87′ Belotti), Raspadori (89′ Bonucci).
    A disp. Barella, Emerson, Pellegrini, Sirigu, Gollini, Joao Pedro
    Ct. Mancini. 

    Arbitro: Enea Jorgji
    Ammoniti: 45’+1′ Zaniolo, 86′ Muldur  

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