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  • Italia, è il punto di svolta: Ronaldo alla Juve e le squadre B, ora il calcio cambia

    Italia, è il punto di svolta: Ronaldo alla Juve e le squadre B, ora il calcio cambia

    • Adrienrabiot, da VXL
    Dalla stagione 2018/2019 il calcio italiano registrerà una novità epocale: le squadre B. Sono passati due mesi da quando il vicecommissario FIGC Alessandro Costacurta, ad inizio maggio, praticamente all’insaputa di tutti i soggetti interessati, tramite un’intervista ne ha dato l’ufficialità .  “È una riforma di cui il calcio italiano sentiva l’esigenza per allinearci e per provare a colmare il gap con gli altri movimenti calcistici europei – afferma l’ex giocatore del Milan e dalla nazionale italiana – perché consentirà a tanti giovani calciatori di maturare e far crescere la qualità dei nostri campionati e delle Nazionali azzurre, a partire dall’Under 21”. Nei giorni immediatamente seguenti la Federcalcio ha reso noti tutti i dettagli di una riforma che nel prosieguo ha avuto come unico merito quello di scontentare tutti. Dalle società, ai calciatori, ai tifosi: tutti.  Ci sono stati parecchi ostacoli strada facendo fino a questo momento, ma ancora pochi giorni e si inizierà con questo progetto. Vedremo se porterà a reali vantaggi per il sistema calcio italiano sull’orlo del precipizio.  Ma potremo vedere giocare Cristiano Ronaldo (mi riferisco a quello vero, non qualche omonimo) in Serie C nella squadra B della Juventus? Solo pensarci, un paio d’anni fa, sembrava eresia. In questi giorni tutti ne hanno parlato in lungo e in largo: da un’utopica illusione, si è passati ad una concreta possibilità. Un giocatore del genere cambia il volto di un intero campionato, inutile nascondersi.  Il portoghese, ovvio, non giocherà in Serie C (anche perché il regolamento lo vieta), ma il calcio è bello perché regala emozioni e sogni, il calciomercato anche. Non facciamoci rovinare il piacere di amare questo sport.

    Le Squadre B o seconde squadre che dir si voglia sono squadre che fanno riferimento ad uno specifico club di Serie A. Verranno inserite nel campionato di Serie C 2018/2019 in caso di vacanza di organico dell’attuale format a 60 squadre, dato che alla luce delle esperienze maturate negli ultimi anni, non sempre i ripescaggi hanno assicurato il completamento dell’organico del medesimo campionato. L’ordine d’integrazione sarà il seguente: una Seconda squadra di Serie A, una società retrocessa dalla Serie C e una società che abbia disputato il Campionato di Interregionale (saranno pubblicate distinte graduatorie sulla base di determinati criteri). Non sostituiscono le attuali Primavere. Ogni club potrà infatti decidere se mantenere entrambe le formazioni.  La Seconda squadra potrà al termine del Campionato Serie C essere promossa al Campionato di Serie B, ma non potrà mai partecipare al medesimo Campionato della prima squadra, né ad uno superiore. Potrà retrocedere, ma non giocherà mai in Serie D, dove perderebbe lo status di professionista. Finirà in coda ai successivi ripescaggi. Con l’obiettivo di valorizzare i giovani calciatori selezionabili per le Nazionali giovanili e contribuire alla crescita complessiva del nostro movimento calcistico, potranno essere inseriti nella distinta di gara solo giocatori Under 21 e al massimo 4 over - a condizione che questi ultimi non siano inseriti nell’elenco dei 25 calciatori per il Campionato di Serie A e non abbiano disputato più di 50 gare nel Campionato di Serie A - , per un totale di 23. Almeno 16 calciatori inseriti nella distinta di gara dovranno essere stati tesserati in una società di calcio affiliata alla FIGC per almeno sette stagioni sportive. Nel rispetto dei limiti numerici e di età sopra individuati, saranno sempre consentiti i passaggi fra la prima e la Seconda squadra, con la precisazione che nell’ipotesi in cui un calciatore raggiungesse le 5 presenze nel campionato disputato dalla prima squadra, non potrà essere utilizzato nel campionato disputato dalla Seconda squadra.  In ultimo (..ma non ultimo), va ricordato che le società di Serie A, interessate a partecipare al Campionato Serie C 2018/2019 con le Seconde squadre, dovranno entro il termine perentorio del 27 luglio 2018: presentare domanda di iscrizione alla Lega Italiana Calcio Professionistico; disporre di un impianto sportivo, ubicato nella regione in cui hanno sede, che soddisfi tutti i requisiti infrastrutturali previsti dalle Licenze Nazionali per l’iscrizione al Campionato Serie C 2018/2019; versare in favore della Lega Italiana Calcio Professionistico un contributo straordinario di euro 1.200.000,00, che verrà richiesto per ogni anno di iscrizione.

    Non entreranno subito tutti i club interessati, ma dipenderà da quanti posti disponibili ci saranno. Per questo motivo viene stilata una graduatoria basata su tre criteri: convocati nelle selezioni giovanili azzurre negli ultimi cinque anni, affluenza media allo stadio negli ultimi cinque anni, piazzamento nell'ultimo campionato di Serie A. Il primo fattore ponderato al 40%, gli altri due al 30%. Calcolo complicato, soprattutto per i tanti giovani; una proiezione è quella tentata da Tuttosport. Secondo il quotidiano piemontese, al primo posto andrebbe l'Inter, tallonata dalla Juventus. Poi Milan, Roma e Atalanta.  (La graduatoria completa:  Inter 18,7 - Juventus 18,2 - Milan 17,4 - Roma 16,9 - Atalanta 14,9 - Fiorentina 14,4 - Napoli 12,5 - Torino 12,2 - Lazio 11,5 - Genoa 10,8 - Sassuolo 9,2 - Sampdoria 8,8 - Udinese 8,5 - Chievo 7,1 - Empoli 7 - Bologna 6,6 - Cagliari 6,3 - SPAL 4,6 - Parma 3,5)

    Pochi minuti dopo Il comunicato pubblicato dalla FIGC, la Serie B, attraverso le parole del suo presidente Mauro Balata, ha espresso il proprio malcontento per una riforma fatta "con totale assenza di confronto". Dopo l'assemblea, La Lega B mantiene una posizione contraria in merito al progetto delle seconde squadre, e chiede a gran voce che si escluda la possibilità di promozione nel campionato cadetto. "La Figc deve chiarire che il progetto delle seconde squadre deve essere limitato alla Lega Pro".

    Sei club di A interessati al progetto - Juventus, Inter, Napoli, Roma, Atalanta e Torino – hanno espresso l'intenzione di chiedere alla Federcalcio il rinvio di un anno dell'introduzione delle seconde squadre, previsto invece per la prossima stagione. La FICG però non sembra voler fare passi indietro anche perché il prossimo campionato di Serie C avrà con tutta probabilità diverse lacune d'organico (alcuni club sono a rischio iscrizione, con altri che sperano in riammissioni/ripescaggi in Serie B) e si vorrebbe evitare un nuovo campionato zoppo come quello appena concluso, dove il Modena è fallito a stagione in corso. 
    Siamo al muro contro muro, siamo allo stallo e anche al triello che fa tanto Quentin Tarantino.   In un primo momento si stava concretamente  facendo strada l’ipotesi di un rinvio della riforma. Almeno di un anno. In questo modo società e Federazione avrebbero avuto modo di mettere a punto un progetto sicuramente più completo e condiviso. Un’idea, questa, intelligente e lungimirante tanto da sorprendersi che sia arrivata direttamente da alcune società di Serie A. o forse no… Facendo due conti non c’è tanta convenienza nel partecipare.  La Juventus o l’Inter di turno si troverebbero infatti a pagare un'iscrizione altissima, più di quattro volte di quella che versano le attuali società di serie C, senza però godere dei benefici del minutaggio di cui godono queste ultime. Costa molto meno dare loro un premio di valorizzazione per prestiti, il risultato si raggiunge ugualmente e con meno sforzo economico. Difatti si può già dire che esistono le squadre B. Una specie di gemellaggio, di accordi, nemmeno troppo velati, come quelli tra Olbia e Cagliari o Sampdoria e Vis Pesaro. Sembra questa l'alternativa  alle seconde squadre. Altro che versare un milione e passa di euro, trovare stadi in giro per la regione, rischiare la retrocessione (o meglio rischiare di restare fermi almeno un anno finché non ritorna il proprio turno in graduatoria). Tutte limitazioni e obblighi delle squadre B facilmente aggirabili mantenendo in vita club di provincia che hanno voglia di fare calcio in maniera onesta ma che in fondo sanno di non avere le possibilità economiche per regalare certe gioie ai loro tifosi.  Si continuerà con queste regole assurde. Ma non si può continuare a far giocare “under” dietro bonus economici, si falsa tutto e la gente si disinnamora vedendo giocare un ragazzo solo perché porta un tot di euro in base al parametro, che è più alto man mano che si abbassa l'età. Con il risultato di vedere 23enni che magari sono anche più bravi rispetto a colleghi più giovani di un anno, ma non trovano più posto e si vedono costretti a smettere. Chi è bravo davvero risalirà comunque; chi magari non lo è, ma ha giocato fino ai 22 anni soltanto perché giovane, e non anche promettente, si è visto rovinare un sogno e ha buttato anni che non torneranno perché il sistema funziona così. Si ha uno spettacolo di qualità sempre più bassa che va a scapito della parte più importante del calcio, il tifoso, ma soprattutto un disinteresse, da parte dei club, verso lo sviluppo e gli investimenti nel settore giovanile. Morale: tanti giovani ma nessun prodotto dei vivai. Si pensa a dare spazio ai nostri giovani nelle categorie minori ma non si ci preoccupa minimamente che gli stessi possano prima sviluppare il loro talento in settori giovanili strutturati, facilitati nel loro apprendimento dalla guida di professionisti competenti. Del resto lo sappiamo, la professionalità ha un costo elevato. I direttori sportivi e di conseguenza gli allenatori ormai fanno i conti delle centinaia di euro in campo piuttosto che guardare alle caratteristiche tecniche. Sarebbe questo il calcio sostenibile? Già si perde il conto dei club che finiranno per fallire oppure, nella migliore delle ipotesi, non si iscriveranno al prossimo campionato. Spesso le squadre di serie D, quelle che ne hanno diritto, neanche ci provano a salire di categoria, dato che il dislivello economico tra D e C è abbastanza rilevante. Ci fosse la vecchia C2 questo salto sarebbe più ammortizzabile.

    Intanto, chi retrocede dalla Serie B non vuole andare in Serie C. Secondo annuncia di voler cedere la Pro Vercelli. Queste le sue dichiarazioni: "Come ho detto nella conferenza stampa di fine campionato la mia intenzione è quella di cedere. I conti della Pro Vercelli fortunatamente sono a posto, quindi non ho alcuna urgenza di farlo. Se non sarà possibile faremo un'altra stagione secondo quelle sono le mie possibilità come abbiamo fatto nelle precedenti otto. Sta di fatto che al 30 giugno dell'anno prossimo, se non ci sarà una nuova proprietà, mi farò da parte. Finché resterò qui darò il massimo dando il mio contributo per provare a cambiare questo sistema". Il presidente continua anche parlando del campionato appena finito: "Leggo che il Cesena ha un debito consolidato intorno ai 70 milioni e non credo che questo sia maturato nei mesi precedenti per cui penso che la sua iscrizione potesse essere in qualche modo viziata e non capisco come possa essere stata accettata e come non abbia avuto nessun punto di penalità durante il campionato. Credo che in questo modo si vada a falsare la competizione. Se poi, come risulta dagli atti, il Foggia ha fatto pagamenti in nero nell'anno precedente non avrebbe dovuto nemmeno partecipare a questo campionato, nel quale ha continuato a commettere irregolarità molto pesanti. Mi auspico che la sentenza di primo grado venga riformata perché è una sentenza che non sta né in cielo né in terra perché il Foggia ha falsato questo campionato e anche quello dell'anno scorso. Questa è la mia opinione, ma sfido chiunque a pensarla diversamente. Il mio non è un attacco alla Covisoc dove lavorano ottimi professionisti, non si tratta di mettere in dubbio le competenze professionali e le capacità di chi va a fare queste verifiche. Se gli viene chiesto di verificare le pagliuzze e non le travi, loro eseguono ciò che gli viene richiesto. Sono le norme che devono essere cambiate". 

    A riguardo del sistema calcio attuale: "Faccio un po' di fatica a credere ancora nel sistema calcio perché abbiamo squadre che appena uscite da fallimenti recenti ricominciano a non pagare stipendi e contributi, questa è la realtà dei fatti, senza voler attaccare nessuno. Il Bari è fallito recentemente e quest'anno ha preso penalizzazioni per non aver pagato stipendi, mentre nel frattempo società che rispettano le regole come Entella, Novara e Ternana retrocedono. Credo che questo sistema debba essere radicalmente riformato". Anche la Serie C non se la passa bene, tra iscrizioni incomplete e squadre importanti che rischiano di sparire dal calcio professionistico: "Torno in C dopo diversi anni e quindi non ho una conoscenza così diretta della situazione però certamente questo sistema folle per cui uno presenta la domanda senza fideussione è una assoluta follia. Uno può fare ricorso se questa non viene accettata ma se non la presenta non può essere iscritto al campionato e deve ripartire dalla terza categoria. Questo norme favoriscono sempre e soltanto i furbi, finendo per penalizzare le società per bene. Io ho una grande stima per il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi, che si è imbarcato in questa avventura credo in memoria del papà, certo le persone vanno salvate ma le regole devono essere rispettate. Se non sarà il Commissario, spero che il prossimo presidente della Figc ci metta mano in maniera seria". De Salvo riflette sul suo futuro alla guida del Novara. Il salto all’indietro spaventa. Anche chi, come in questi casi, ha i bilanci in regola. Non è solo questione di soldi, ma è soprattutto questione di soldi. Chi retrocede dalla Serie A non che faccia i salti di gioia, ma con i costi minori da affrontare in Serie B ci si può anche guadagnare. Chi retrocede dalla B si dispera. Si passa dal paracadute milionario a pochi spiccioli. 

    Dai 600 ai 900 mila euro per attutire il colpo di un fatturato da dividere all’improvviso per tre: da 10-15 milioni a 2-3. Sono difficoltà rilevanti che spesso portano a fallimenti o scandali.  Il sistema andrebbe riformato. Si ci prova ma è difficile. L’altro giorno il consiglio direttivo di Lega Pro ha chiesto una cosa banale, ma che sembra quasi impensabile. Cambiare le regole sull’iscrizione al campionato e la revoca del titolo sportivo. Non estromettendo chi magari si trova in crisi per la prima volta, ma chi recidivo, e credo che il punto sia giusto: se non hai già pagato gli stipendi, se hai già dimostrato di non essere solido o credibile, non puoi continuare a sbagliare. Ne va della credibilità di un intero sistema, della regolarità delle competizioni. Avrà il coraggio la FIGC commissariata di cambiare le proprie norme, o davvero il problema era soltanto scegliere il ct? Inoltre, i vantaggi economici dei “premi di valorizzazione” e del “minutaggio”, sono forme di business che hanno ridotto a merce i nostri giovani, giovani che giocano a prescindere dal merito.  Fin quando non ci accorgeremo che i problemi di chi sta in basso sono problemi anche per chi sta in alto, non faremo mai passi avanti. E resteremo quelli che si disperano per l’eliminazione contro la Svezia, ma poi non fanno molto perché le cose cambino davvero. 

    Intanto in questo marasma generale stanno per partire le seconde squadre. Nei campionati più importanti d'Europa le seconde squadre ci sono e le regole restrittive per la composizione delle stesse - viste sopra – renderà sicuramente alle big della massima serie il compito non certo semplice. Ci sono formazioni molto competitive nelle squadre Primavera, ma il campionato di Serie C è molto duro, non sarà facile, e un conto è prendere alcuni ragazzi e inserirli a rinforzare prime squadre, un altro è metterli tutti insieme a giocare contro determinate formazioni con esperienza. La Primavera è troppo differente come campionato. Allo stesso tempo, però, il loro ingresso porterà maggiore visibilità, ricavi da sponsorizzazioni alla Serie C, un campionato che ha vissuto moltissime situazioni di pesante crisi economica, e obbligherà le stesse società di Lega Pro ad investire sui settori giovanili smettendo di puntare solo e soltanto sui giocatori in prestito dalle big.

    Si è svolta due giorni fa una riunione a Roma tra il dg della FIGC Uva e i club di A interessati a formare la squadra B (Inter, Juve, Milan, Roma, Atalanta e Fiorentina) per discutere l’argomento. Quanto emerso sarebbe che, nella prossima stagione, solamente le prime tre dell’elenco stanno lavorando per iscrivere la propria seconda squadra in Serie C già dalla prossima stagione.

    La Juve è l’unica già pronta a partire con il progetto, che prenderà il posto del Vicenza, mentre l’Inter prenderà una decisione definitiva solo entro dieci giorni. Simile la situazione del Milan, con l’amministratore delegato Fassone che più volte ha dichiarato l’intenzione dei rossoneri di partire con il progetto già dalla stagione 2018/2019. Già trovato anche il nuovo allenatore: Marco Simone.  Per Roma, Atalanta e Fiorentina, invece, se ne riparlerà per la stagione 2019/2020.

    Il Milan ha altri problemi e non si capisce come possa avere tempo per pensare alla seconda squadra. La Juventus vuole fare la seconda squadra quando non ha neanche l'allenatore della Primavera. Oggi le seconde squadre non si possono fare. Non è normale che al 6 luglio, una squadra di C non abbia un allenatore, un calciatore e non abbia fatto ancora l'iscrizione al campionato, senza sapere dove giocare alla domenica e senza sapere regole certe. 
    Con le seconde squadre si risolvono i problemi del calcio italiano?

    E.M.: "Essere originali diventa sempre più difficile"

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