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  • Di Biagio: con Balotelli è mancanza di coraggio o pregiudizio?

    Di Biagio: con Balotelli è mancanza di coraggio o pregiudizio?

    • Andrea Sereni
    Un grido, parole forti e chiare: ”Amo la nazionale e ci tornerei di corsa”. Dichiarazioni di rito in vista di una prossima convocazione, o almeno questo era il sentore comune. Dopo quattro lunghi anni sembrava la volta buona, pareva arrivato il fatidico momento del ritorno di Mario Balotelli in Nazionale. Ultima apparizione la dolorosa sconfitta con l’Uruguay che ci aveva estromesso dal mondiale brasiliano del 2014. E invece il ct ad interim Luigi Di Biagio ha richiuso una porta solo in apparenza riaperta. La pre-convocazione solo uno specchietto per le allodole, Mario è stato lasciato a casa anche stavolta.

    COME UNA FENICE - Dall’approdo al Nizza Balotelli è letteralmente rinato. Una stagione e mezzo, quasi due, in cui ha collezionato numeri di alto livello: 23 presenze e 15 gol l’anno scorso, 31 apparizioni condite da 22 reti nell’attuale stagione, in cui ha timbrato il cartellino anche in Europa League 6 volte su 7 partite giocate (21 presenze e 14 gol in campionato). Numeri da capogiro, che parlano più di tante parole. Rendimento frutto di una stabilità fuori dal campo raggiunta con fatica, ma per questo ancora più appagante. Mario ora è sereno ed in campo può giocare libero. Le “balotellate” sono sparite, i colpi di testa sono oramai solo quelli con cui gonfia la rete degli avversari. L’età della maturità, a dispetto di quanto potessero pensare i più scettici, è arrivata anche per lui.

    DI BIAGIO APRE, ANZI NO - Di Biagio aveva più volte aperto la porta al ritorno in azzurro dell’ex Milan, tanto che la presenza del nome di Mario nella lista dei pre-convocati per le due amichevoli con Argentina e Inghilterra era sembrata solo un antipasto della vera e propria convocazione. Che invece anche questa volta non è arrivata. In conferenza stampa il ct ha motivato così la scelta: “I numeri, dunque i gol, per gli attaccanti sono importanti, ma vanno conditi con prestazioni fatte in un certo modo. Io ho valutato a 360° solo quello che mi ha detto il campo e ho deciso di non convocarlo. Ma non è e non ci sarà mai una chiusura totale: continuerò a seguirlo”. Parole simili a quelle spesso pronunciate dal predecessore Ventura. Parlare con il senno di poi è facile, ma non ci possiamo esimere dal domandarci: sicuri che la tecnica e i numeri di Balo non potessero servire contro la Svezia?

    CT SENZA PORTAFOGLIO? - Mancanza di coraggio, paura nell'esporsi contro la "vecchia guardia"? E' risaputo che Balotelli non è benvoluto da alcuni big, Buffon in primis. Il ct non voleva inimicarsi i "potenti", sperando poi di poter contare su di loro in vista di una riconferma? Oppure alcune scelte le ha fatte di concerto con i senatori, a quattro mani?  Pensare a un pregiudizio è un'altra tesi valida per spiegare la scelta del ct, non illogica. Ma rimanere ancorati a vecchi preconcetti è un altro segnale di poca freschezza, di mancanza di personalità. Un cambiamento era necessario, un'inversione di marcia totale poteva essere la svolta che serviva alla nazionale per ripartire dopo l'incubo Svezia. La chiamata di Buffon cartina di tornasole del poco polso mostrato da Di Biagio. Quale migliore occasione di due amichevoli senza nulla in palio per ricostruire dalle fondamenta dopo un fragoroso crollo?

    CHI AL POSTO SUO - In attacco il ct ha chiamato Immobile, BelottiCutrone, Verdi, Chiesa, Insigne e Candreva. Escludendo gli esterni, è giusto lanciare subito la giovanissima punta del Milan? Ottimi numeri, certo, ma non superiori a quelli di Balotelli. Oltre a caratteristiche simili a quelle di Belotti e Immobile. Anche la convocazione di Simone Verdi, appena rientrato dopo un infortunio al bicipite femorale che l’ha tenuto fermo per più di un mese, grida vendetta. Lo stesso Zaza, altro illustre escluso, potrebbe vantare più di un motivo per lamentarsi. Protagonista indiscusso con il Valencia con 12 reti, pur se in calo nelle ultime settimane dopo un inizio sfolgorante (solo 2 marcature nel 2018). Balotelli con l’Italia evoca dolci memorie, come Neuer che lo guarda trasformarsi in SuperMario, ma per rivederlo dovremo forse attendere le prossime amichevoli di giugno, quelle che preparano il Mondiale al quale assisteremo da casa. O bisognerà aspettare il prossimo commissario tecnico, che potrebbe essere quel Mancini con cui il bresciano ha da sempre avuto un rapporto di amore-odio. Un ritorno per dare un colpo di spugna all’ultimo atroce ricordo azzurro, quel morso di Suarez che fa ancora terribilmente male.

    @andreasereni90
     

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