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Italia, Spalletti: "Non si gioca troppo, questione spesso usata come alibi. Maldini il giocatore che ci manca"
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L'Italia si è ritrovata a Coverciano per prepararsi ai prossimi due impegni di UEFA Nations League contro Belgio (10 ottobre) e Israele (14 ottobre), gli Azzurri perdono Moise Kean che si ferma per una lombalgia e riabbracciano Lorenzo Lucca. In vista degli impegni, il commissario tecnico ha parlato in conferenza stampa: le parole di Spalletti.
SI RIPARTE PER CONSOLIDARE L'IMPIANTO DI SETTEMBRE - "Sì. All'inizio c'era da cambiare qualcosa, ora la parola d'ordine è dare continuità. I nostri campioni hanno campito che sfruttare bene queste giornate azzurre gli fa bene anche per il futuro nella loro squadra. Ho visto che dopo aver fatto bene nelle gare di settembre i giocatori dell'Italia hanno fatto bene anche con la loro squadra. Il campionato poi dà sempre delle alternative, alcune le abbiamo viste qui. Poi ci sono gli infortuni che tolgono qualcosa, ma secondo me dipendono più dalla pressione psicologica che da cause muscolari. Stamattina li ho visti belli entusiasti e questo mi fa piacere, si va a giocare con fiducia".
VISTI I TANTI INFORTUNI GRAVI PENSA CHE SI GIOCHI TROPPO? - "Bisogna fare una diversificazione, ci sono squadre che non sono attrezzate e non hanno 25 giocatori come altre. Ci sono però squadre che hanno a disposizione 25 giocatori e viene permesso di giocare abbastanza frequentemente proprio per i giocatori che hanno. Poi il discorso va sempre lì: si trattano sempre alcuni giocatori come calciatori di seconda fascia e loro questa idea di commentarli così la subiscono un po'. Squadre come Inter, Juventus o Milan hanno calciatori a disposizione per giocare più partite, poi il livello di qualità a volte è al di sotto ma qui la fa la fisicità delle squadre, il modo di interpretare le partite. Un po' tutti ormai sanno fare questo uomo contro uomo: a volte si va forte a prendere l'avversario alto, a volte si concede campo. Ciò che non va mai fatto è essere lunghi come squadra. Ci sono delle difficoltà a giocare contro queste squadre, ci vuole davvero qualità alta di gioco per avere la meglio. Per non si gioca troppo, per me bisogna essere attrezzati per giocare molto. Bisogna far giocare anche chi è dietro, far crescere tutti. Però quando non si fa risultato si dice che è colpa delle scelte, delle riserve, non si favorisce questa crescita. Se si continua a fare questi ragionamenti vuol dire restare attaccati a degli alibi: si può giocare spesso e fare un calcio di alto livello, è chiaro che poi vanno valutati anche gli avversari".
PISILLI DOPO LA TRAFILA E DANIEL MALDINI IN NAZIONALE 22 ANNI DOPO PAPA' PAOLO - "Io a disposizione ho solo i colpi di Daniel e lui ha tante qualità, è un po' il giocatore che ci manca. Ha la giocata bella incantevole e poi regge botta nei contrasti, sa metterti il naso davanti e poi diventa difficile riprenderlo. Sa giocare benissimo con le spalle alla difesa avversaria: a volte si assenta dal gioco ma io vedendolo giocare con continuità gli ho trovato una crescita abbastanza importante. Vediamo che effetto gli fa essere qui questa settimana, sono convinto che stare qui possa creargli cose belle dentro in grado di creare giocate d'arte. Lo si stimolerà a essere più continuo perché a volte esce dal gioco, ci parlo volentieri perché mi sembra abbia possibilità importanti. Pisilli a vederlo mi sembra proprio un bel centrocampo, sa fare entrambe le fasi ed è uno che arriva. Mi diceva De Rossi che nelle partitine è uno che fa sempre gol, arriva sempre. Ha frequenza, ha energia. E' uno che sa fare un po' tutto, può far parte della nostra nuova storia. Penso che anche lui meritasse di venire qui con noi e ora ci renderemo conto. Queste prove dobbiamo farle in questa maniera qui: per ora voglio portare solo 23 calciatori, non voglio avere due giocatori in più che fanno sentire a 5-6 di poter restare fuori. Oggi abbiamo 15 giocatori che svilupperanno un po' di allenamento, gli altri faranno defaticante. E se ci fosse il bisogno domani siamo ancora nelle condizioni di poter prendere qualcuno".
CHIESA E ZACCAGNI: PORTE MENO APERTE CON QUESTO MODULO? - "Un po' sì, un po' no. Zaccagni ieri ha fatto un gol da seconda punta. Chiesa nella Juventus di Allegri ha spesso giocato in quel ruolo lì e io lo vedo in quel ruolo. C'è bisogno che capisca determinate cose, ma secondo me lo può fare. Zaniolo con Gasperini fa la seconda punta ed è dentro il campo. Basta vedere che hanno piacere a stare dentro, non hanno il timore di sentire il fiato del difensore dietro il collo. Perché quando giochi esterno è diverso, hai una prospettiva diversa e ti rendi sempre conto di ciò che sta per avvenire. Stare dentro qualche volta vuol dire perdere di vista il difensore e ci vuole qualche caratteristica in più. I giocatori citati lo sanno fare e a casa abbiamo lasciato diversi ipotetici convocati: Maldini e Pisilli li porto dentro nei 23 perché voglio vederli nella convinzione di poterli vedere in campo, far parte di una partita della Nazionale a poter fare la differenza".
VINCERE IMPORTANTE PER PROVARE ALTRE COSE CON PIU' LEGGEREZZA A NOVEMBRE - "E' una valutazione corretta, potrebbe essere così. Ma gli altri non sono d'accordo... Dobbiamo riproporre la consistenza vista a settembre, una squadra che deve confermare di saper lavorare da squadra. Dobbiamo essere un gruppo forte, in questa squadra molti calciatori sanno fare gol, anche i difensori. Abbiamo fatto vedere questo equilibrio nelle rotazioni, nello scambio di posizioni e si va avanti così. Si tenta di rafforzare questi concetti. I giocatori hanno fatto subito vedere di voler andare in una certa direzione dopo la sconfitta contro la Svizzera. C'è da riconoscere queste reazioni importanti e da sottolinearle".
PERCHE' GABBIA E NON GATTI - "Matteo ha fatto vedere di saper comandare il reparto difensivo, di essere un calciatore molto attento e intenso nel suo modo di fare. Mantiene sempre la linea molto alta, parla spesso con i compagni. Abbiamo avuto questa necessità e l'ho convocato con piacere, è un ulteriore piacere avere un giocatore del Milan perché è un club che può darci molto anche se ora non ci sono molti italiani. Gatti aveva questo problema da sistemare, era nelle condizioni di dover recuperare anche se fosse venuto. Ma noi li vogliamo sani i calciatori: la Fiorentina ieri sera ci ha subito messo al corrente della reazione di Kean e quindi siamo apposto. Noi per far bene avremmo bisogno di un giocatore in più, ma abbiamo la fortuna di avere centrocampisti che hanno confidenza col gol e questo è un dettaglio che ci fa stare tranquilli. Chiamare un altro giocatore è una cosa che si può fare, anche il giorno prima della partita, ma se tutte le cose vanno nella giusta direzione siamo a posto".
NAPOLI E JUVENTUS TORNATE ALLA DIFESA A QUATTRO: MODA CHE RITORNA E CHE PUO' DARE QUALCHE DIFFICOLTA' IN PIU'? - "Dico che gli allenatori si adattano alle caratteristiche dei giocatori, nell'ultima partita del Napoli che ho visto Politano ha giocato anche a tutta fascia. E' stato un po' tutte e due le cose. Nel lavoro quotidiano gli allenatori trovano gli equilibri corretti: ci può essere una evoluzione in più in questo fatto dei tre centrali, 3-4-2-1 o 3-5-2 sono molto simili, in fase di possesso non si vede la differenza. Io nei moduli non ci vedo pieno appiattimento, deve esserci più possibilità di andarsi a prendere cose nuove e improvvise".
LUKAKU HA RINUNCIATO AL BELGIO E VLAHOVIC ALLA SERBIA: GIOCARE TANTO NON PUO' PENALIZZARE LA NAZIONALE? - "Bisogna valutare le singole situazioni, va valutata in maniera profonda. Penso sempre in generale che per me la Nazionale è un'emozione permanente. E' troppo, va bene, ma anche per i calciatori sembra sia bello, stamani li ho ritrovati felici. Poi bisogna anche crederli anche ai calciatori: Kean era qui vicino e l'abbiamo fatto venire per vederlo ed effettivamente sta male alla schiena, quindi è inutile tenerlo qui. Ma Gatti ad esempio l'abbiamo lasciato a Torino. Poi se uno non vuol venire si lascia fuori, si chiama un altro: ripeto, vanno valutate le singole situazioni. Sulla difesa: è vero che abbiamo preso gol, ma la squadra nelle ultime gare era disposta bene in campo. Io ho l'urgenza di dimostrare agli italiani che possono essere orgogliosi di noi e per questo bisogna dimostrargli attaccamento, voglia e disponibilità, ovvero come hanno fatto ultimamente".
I "RIGORINI" ASSEGNATI IN SERIE A - "Ieri ho visto Fiorentina-Milan con Rocchi e lui per tutto il tempo ha fatto valutazioni, fa bene il suo lavoro. A me rimane difficile entrare dentro il lavoro di altri: ci sono delle gestioni che a seconda dell'utilizzo ti crei vantaggi o difficoltà. Per ora si stanno creando delle difficoltà e bisogna stare attenti, altrimenti non hai margini. Dal mio punto di vista vedere continuità nel gioco, l'accettare qualche contrasto va bene. I contatti sono tanti, ma ci vuole sempre un impatto, non è la stessa cosa. E le valutazioni vanno fatte dal direttore di gara e dal VAR che rivede l'azione anche a velocità normale. Io sarei curioso di fare l'arbitro perché lascerei andare molto".
TROPPI RIGORI PROBLEMA ITALIANO? - "Non lo so... Può essere la pressione, l'errore di valutazione: anche per la classe arbitrale la gestione del mondo del calcio è davvero dura".
RETEGUI FA STARE TRANQUILLI? - "Io sono contento quando vedo i giocatori crescere e pieni di momenti di belle cose. Mateo ci aveva già dimostrato di essere un professionista straordinario e un goleador affidabile, è un giocatore esperto della nostra Nazionale in quel reparto lì, un calciatore forte. Chiaramente se fanno gol aumenta l'entusiasmo e riescono cose ancora migliori".
FAGIOLI E RICCI AL TOP: QUANDO SI PREFERISCE UNO ALL'ALTRO? - "Sono entrambi giocatori molto moderni, potrebbero fare entrambi tutti e due i ruoli. Noi abbiamo due partite: io non voglio far pensare che preferisco più uno all'altro. In questo ruolo di ct la prima cosa che devo saper fare è far credere ai giocatori che gli voglio bene. Poi ne devo scegliere undici e andrò a farlo: Ricci ha un po' più di dinamismo, da raggio d'azione un po' più lungo. Fagioli un po' più bravo nello stretto, ma tutti e due sono giocatori tecnici, con cambio di gioco e visione di gioco. Forse Ricci ha un po' più d'impatto senza palla, ma Fagioli ha fatto vedere di avere queste visioni palla al piede a cui gli altri non arrivano: ha pulizia di gioco e la capacità di andare oltre. Io sono tranquillo con entrambi in quel ruolo lì. Ricci l'avevo convocato precedentemente, per Fagioli mi avevano criticato perché l'avevo portato senza mai giocare ma credo in lui".
IL BELGIO DI TEDESCO - "E' un bell'esame, è una squadra forte. E' una tra le più forti a costruire la linea difensiva, sono davvero forti dal punto di vista della qualità e delle conoscenze di gioco. E' vero che manca Lukaku, ma hanno gente che si butta nello spazio che può diventare ancora più imprevedibile. Lukaku è Lukaku, ma a volte un giocatore che non dà riferimenti più metterti ancora più in difficoltà. Spesso mi sono divertito a chiedere ai miei difensori: meglio marcare Ibrabimovic e Messi? E tutti o quasi tutti ti dicono quello fisico perché hanno possibilità di toccarlo. Tedesco è un grande, ho avuto possibilità di conoscerlo e fa vedere di essere un allenatore che ha le sue idee, non si lascia influenzare da qualche lamentela. Sarà una bella gatta da pelare".
QUANTO L'ATALANTA E' RIFERIMENTO PER LA NAZIONALE - "E' così. Si va a prendere dall'Atalanta, è un modello di calcio in generale. Anche di gestione societaria. Gasperini è un allenatore molto stimolante, da conoscere e da andare a scoprire. Sono andato a vederlo un paio di volte e non dice molte cose, prende un po' di precauzioni (ride, ndr). Ho avuto anche la possibilità di andarci a cena insieme, ma ho sempre pagato io, è un amico e l'Atalanta ci sta mettendo a disposizione molti dei suoi calciatori. Siamo contenti, ha un modo di fare calcio molto europeo con giocatori fisici e di struttura. Poi c'è anche questo fatto che ora ha uno stadio capace di rappresentare bene il nostro paese: si vedono in Champions partite in impianti che non si possono più vedere. Bisogna fare questi stadi e non è solo una questione di calcio, è una questione sociale. Vedere certe partite in certi stadi fa tristezza e bisogna fare in fretta nel mettersi al passo con i tempi. Le persone vogliono vedere le partite e per questo bisogna rifare gli stadi".
LA PARTITA DI FAGIOLI CONTRO IL LIPSIA: UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA? - "Io l'ho guardato bene e lui ha qualità indelebili. Poi nella Juventus ci sono altri giocatori che possono giocare al suo posto, ma mi sembra ora sia bello organizzato mentalmente: vuol far vedere il suo talento e noi siamo pronti a prendercelo".